Contributo comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria il 26 Luglio 2011
Titolo Originale: Alla mia gente: io non sono razzista. I rossanesi non sono xenofobi, ma esaasperati dall’incapacità della classe dirigente.
di Flavio Stasi
Chi ha visto almeno una volta la propria casa, la propria intimità, violata da individui in cerca di oro ed elettrodomestici, conosce il sentimento di rabbia che ne scaturisce. Lavorare duramente per arrivare a fine mese, e poi vedersi scippati dei propri affetti è veramente frustrante, ma questo non giustifica le rappresaglie medioevali. Probabilmente sarà antipopolare, ma mi vergogno come rossanese per quello che è successo in questi giorni, e credo che gran parte dei miei concittadini la pensi come me. Altro che giustizia: se ci mettiamo a pestare in branco due persone non siamo eroi, ma vigliacchi.
La delinquenza non è un problema di nazionalità, razza, etnia, ma un problema di condizioni economiche. Il 98% degli italiani emigrati nel secolo scorso ha lavorato duramente per portare la pagnotta a casa, il restante 2% ha esportato la mafia, eppure per chi ci ha ospitato spesso gli italiani sono “mafia, spaghetti e mandolini”.
Gettati sul lastrico dalle guerre, dallo sfruttamento e dalla crisi, nelle nostre città giungono centinaia di uomini e donne che lavorano i campi come muli, reggono il pisciatoio ai nostri anziani, fanno le prostitute sulla statale o mangiano la nostra spazzatura. Perché siamo così vigliacchi da far finta di niente per 365 giorni all’anno? Continue reading