Enel porti i suoi ricatti altrove

17 Marzo 2011 _ Comunicato Stampa

Mai è stato chiaro come oggi che quello di Enel nei confronti dei cittadini della sibaritide non è nient’altro che un ricatto. Paventare la perdita di posti di lavoro, per promuovere il proprio progetto di speculazione e devastazione, è l’atto che più chiaramente ci offre il vero volto l’ente energetico.

Insistere sull’infima forma di “centrale combustibile”, quando il progetto di Enel prevede che il 95% dell’approvvigionamento riguarda il carbone, è oltremodo squallido.

Inoltre come si può sostenere di voler favorire il confronto quando si asserisce contemporaneamente che l’unico progetto in campo è quello già presentato alle istituzioni preposte, ovvero quello delle navi transoceaniche da centomila tonnellate, quello dei 17.000 tir all’anno sulla SS 106, quello della ruspa e della tramoggia sulla nostra spiaggia, quello che non prevede nessun posto di lavoro aggiuntivo?

Certo il comportamento di Enel non ci stupisce: siamo perfettamente consapevoli di relazionarci con speculatori senza scrupoli, pronti a qualsiasi cosa per il proprio profitto.

Per sua sfortuna Enel si sbaglia: di progetti di sviluppo reale per il nostro territorio ce ne sono parecchi e non provengono certamente da speculatori e dai loro faccendieri, ma dai comitati e dai cittadini che hanno impedito e continueranno ad impedire ogni altro scempio sul territorio.

Uno sviluppo che rispetti le vocazioni della sibaritide, che si basi quindi sull’agricoltura, la pesca, il turismo, le bellezze naturali ed architettoniche, che assicurerebbero molti di più degli zero posti di lavoro che garantirebbe il carbone.

Enel si rassegni in quanto i tempi sono cambiati: i confronti non si fanno più sulla base delle sue speculazioni e del ricatto occupazionale, ma bensì sulla base degli interessi e della volontà dei cittadini e del territorio.

Flavio Stasi

Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”


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