Category Archives: Liberticismo

La nuova filosofia del centrodestra rossanese: la legalità elettorale.

pinocchio-8Il consigliere Mascaro, in occasione del Consiglio Comunale di qualche mese fa sulla questione dell’impianto di Bucita, polemizzò con chi accusava l’Amministrazione di fare campagna elettorale a più di un anno dalle elezioni. Un intervento tutto sommato condivisibile, che di certo il consigliere non avrebbe fatto se si fosse guardato intorno: un contesto che rendeva le sue parole surreali, quasi comiche.

Se c’è ancora qualche cittadino con la speranza di ottenere risposte da questa classe politica ad uno qualsiasi dei problemi drammatici del nostro territorio, si rassegni: Antoniotti, Caputo e compagnia sono già in piena campagna elettorale e giorno per giorno, piuttosto di capire come affrontare l’estate per la depurazione, come abbassare il salasso TARI, come creare opportunità di lavoro, come ottenere risposte dai governi per infrastrutture e sanità, tanto per fare degli esempi, pensano a liste, pacchetti di voto, famiglie numerose e “piacericchi”.

Molti non si stupiranno. Del resto se la nostra città ed il nostro territorio sono arrivati ad avere servizi ed infrastrutture più prossime al terzo mondo che ad un continente evoluto, delle ragioni ci saranno, e sono tutte ascrivibili a questa schiatta politica di terza categoria. Ma che la disputa si possa giocare sul terreno della legalità, questo francamente mi stupisce.

Il consigliere Rapani, dopo aver rivestito il ruolo di fedelissimo vassallo di Giuseppe Caputo per venti lunghissimi anni, avallando in tutto e per tutto la semina velenosa che il centrodestra rossanese ha dispensato nel corso dei decenni dal primo al penultimo giorno, si è accorto finalmente che l’amministrazione comunale gestisce incarichi, provvedimenti e appalti secondo logiche diverse dal bene della collettività. Bene, benissimo, meglio tardissimo che mai. Strano però che se ne sia accorto soltanto ultimamente, visto che in passato, probabilmente, buona parte dei provvedimenti emanati da questa classe politica passavano dalla sua scrivania di assessore e dirigente politico, ed era sempre lui ad imbastire le brillanti tesi difensive della ditta Caputo & Co in consiglio comunale, non una volta, ma centinaia di volte. Ora che quei provvedimenti li vede solo alla fine, forse, li vede meglio, ed è una fortuna.

È brutto, certo, ricevere telefonate poco amichevoli, ed in questo la mia totale solidarietà. Ricordo che quando affiggemmo il manifesto dal titolo “Il malaffare a Rossano è una questione politica” a seguito dell’operazione Stop, cioè quando tutti giravano la testa dall’altra parte e la campagna elettorale era lontana, il mio telefono (e quello di tutti coloro i quali lo avevano scritto ed affisso insieme a me) si era trasformato in una specie di film poliziesco anni 80, uno di quelli con tutti i tipi immaginabili di insulti e di minacce, eppure non ne fui troppo turbato: questa classe dirigente, in realtà, deve avere un animo molto più sensibile del mio.

Il sindaco, all’epoca, ne fece affiggere un altro di manifesto, pagato coi soldi nostri, qualcuno se lo ricorda? Fa comunque bene Antoniotti a dire che questa amministrazione è uno specchio, è lo specchio di quello che succede negli uffici e sul territorio che amministra, e che a Rossano ci sia stata una gara d’appalto ritirata per la raccolta rifiuti, con cinque aziende interessate, in virtù di una seconda gara che ha visto la partecipazione di una sola azienda, questo è inconfutabile; che la gara del fantasmagorico depuratore consortile, un affare da 43 milioni di euro, abbia visto la partecipazione di una sola azienda, questo è inconfutabile; che siano mesi che è accertato un traffico illecito di rifiuti intorno alla discarica di Bucita (parliamo di milioni di euro) nel silenzio tombale dell’amministrazione, questo è inconfutabile; che alcuni incarichi, per concorso o assegnazione diretta, siano finiti a persone “vicinissime” alla classe politica questo è inconfutabile e di specchio in specchio, si potrebbe andare avanti a lungo passando per lottizzazioni, opere pubbliche, persino le sagre.

Qualcuno dice di poter essere costretto ad andare periodicamente in Procura. Intanto chi ritiene che ci siano delle irregolarità soprattutto in atti pubblici, ha il dovere di andare in Procura, non la facoltà proclamata a mezzo stampa. Io, infatti, sono costretto ormai ad andarci sette o otto volte all’anno ed ho la posta elettronica con più mail inviate alle procure della repubblica di mezza Italia che ai miei tanti amici lontani, anche se, per essere sincero, non sempre comprendo come alcuni fascicoli possano restare fermi sulle scrivanie dei procuratori per anni ed anni, mentre altri schizzano di ufficio in ufficio come dei proiettili incandescenti. Le logiche all’interno del sistema giudiziario italiano, del resto, mi sono sempre sfuggite ancor prima della chiusura del nostro tribunale.

Di certo la legalità non si ciarla né si può delegare esclusivamente a giudici e magistrati, ma si pratica, e sul nostro territorio per praticare legalità bisogna toccare gli interessi squallidi che hanno ridotto una zona splendida in una area del paese sulla soglia dell’inciviltà: chi non ha il coraggio di toccare questi interessi fa solo chiacchiere ed in questi giorni, di sole chiacchiere, se ne stanno facendo molte. Le nostre comunità hanno bisogno di altro, di gesti, lavoro e provvedimenti concreti e coraggiosi che permetterebbero ai cittadini di tornare a credere nelle istituzioni e nel futuro del nostro territorio. Chi ha ripetutamente dimostrato di non essere in grado di dare queste risposte, la smetta di chiacchierare e si faccia definitivamente da parte.

Flavio Stasi


Elezioni di secondo grado e fregature di primo.

abolizione-province_bigIn molti si staranno chiedendo: ma le province non le avevano abolite? Ed invece i giornali sono pieni di titoli su accordi, candidature, trattative, colpi di scena. Ecco che si rivela la farsa del primo organo costituzionale in teorica via d’estinzione, l’istituzione “intermedia” tra gli impotenti comuni e le imponenti regioni.

Per mesi abbiamo sentito fare campagna elettorale con “aboliremo questo, elimineremo quest’altro”, e noi sotto i palchi come scimpanzé ammaestrati ad applaudire con entusiasmo, evidentemente senza capirci un granché. Ecco ora, sotto i nostri occhi, il prezzo altissimo del populismo, partitico e movimentista, che abbiamo fagocitato e rigurgitato per le piazze ed i social network.

Le funzioni delle cosiddette “nuove” province non sono affatto diminuite: restano le strade provinciali (130 mila chilometri), la pianificazione territoriale, la tutela ambientale, la pianificazione ed il controllo dei trasporti, l’edilizia scolastica. Addirittura, visto il mancato accordo tra Regioni e Governo sulla ridistribuzione definitiva di poteri e funzioni, ogni singola regione potrà attribuire alle province funzioni ulteriori e tutte queste responsabilità, ovviamente, si trasformano, come è giusto che sia, in voci di bilancio, cioè soldi nostri.

Si tratta di servizi essenziali per cui, per quanto mi riguarda, lo stato spende anche troppo poco, ma la domanda è: allora che cosa è cambiato tra le vecchie province e queste nuove?
Esattamente come per le proposte di abolizione del senato, di dimezzamento dei parlamentari e di taglio dei consiglieri regionali, ci hanno fatto credere che si trattasse di misure per risparmiare, per colpire gli sprechi e diminuire i privilegi. Ed invece l’unica ragione di piduistica memoria che si cela dietro queste farse è: la diminuzione del potere dei cittadini, conseguenza inevitabile di ogni abolizione di un organo elettivo.

Quelle delle province si chiamano elezioni di secondo grado, cosa significa? Che il consiglio provinciale prima lo eleggevano i cittadini, ora lo eleggono consiglieri comunali ed i sindaci. Certo, presidenti e consiglieri provinciali non avranno più l’indennità di prima e saranno in tutto, tra province e città metropolitane, circa la metà, ma ciò che conta davvero è che gestiranno la stessa poderosa quantità di soldi e di potere, forse anche di più.
L’abolizione di qualsiasi organo elettivo, dal Senato alla circoscrizione cittadina, non ha nulla a che vedere con gli sprechi ed i privilegi, al contrario: verticalizza l’organizzazione dello Stato, limita ulteriormente gli spazi di manovra democratica e diminuisce il controllo dei cittadini.

Mica è astrologia, è aritmetica: se votassero tutti gli italiani, per eleggere un parlamentare ci vorrebbero circa 60 mila voti, se dimezzassimo il numero dei parlamentari ce ne vorrebbero il doppio. Si possono fare tutti i ragionamenti filosofici di questo mondo sulla efficienza delle camere o sulla velocità di approvazione delle leggi, ma questi sono dati inconfutabili e, per smentire definitivamente i piagnistei sulle presunte difficoltà causate dagli equilibri istituzionali, ricordo che questa becera classe dirigente ha dimostrato di saper raggiungere vette di efficienza e velocità da record ogni qual volta c’erano da approvare salassi, tasse e finanziarie di lacrime e sangue.

Il punto è un altro, è quello della rappresentanza, del rapporto tra elettore ed eletto, ed è lo stesso principio che viene stracciato dalla legge Del(i)Rio sulla cosiddetta abolizione delle province: se aboliamo la provincia, le sue funzioni inevitabilmente comunque restano, ma evidentemente chi le gestirà non sarà più eletto da noi.
Ebbene, si possono colpire realmente gli sprechi, i privilegi ed i costi istituzionali senza diminuire ulteriormente il già ridicolo livello di democrazia del nostro paese, quindi senza abolire organi elettivi? Scusate, ci vuole tanto a decimare, non solo dimezzare, gli stipendi, i rimborsi, gli sconti, i servizi at personam e tutto il resto delle spese avulse da ogni utilità sociale e culturale causate non dalla politica in sé, ma da una classe dirigente incancrenita e pestilenziale a tutti i livelli? Ci vuole tanto a capire che diminuire il potere di ogni singolo cittadino, per esempio con questo tipo di abolizioni o con l’incessante proposizione di leggi elettorali maggioritarie, aumenta gli sprechi perché rafforza il legame ormai cementato tra le poltrone ed i flaccidi sederi di chi ci si è già seduto?

Non me ne vogliano i candidati, ma questa è la tornata elettorale più ridicola dalla fine della seconda guerra mondiale, ampiamente peggiore degli spettacoli raccapriccianti della prima repubblica: ci serva da lezione per distinguere il nostro diritto di eleggere dei rappresentanti dal dovere dei rappresentanti di esserne degni, per capire che i centri decisionali devono essere avvicinati ai cittadini e non spostati, per esempio, dai palazzi provinciali a quelli oscuri e faraonici delle regioni, dalle camere statali agli uffici irraggiungibili di Berlino e Bruxelles. Volete riformare davvero il titolo quinto della costituzione? Abolite le regioni, il vero buco nero della macchina pubblica italiana, e trasferite tutti i poteri alle province o meglio ancora a degli ambiti territoriali ristretti, tagliate i privilegi e la distanza tra cittadini ed istituzioni, ed allora, forse, qualcosa in più funzionerà.

Flavio Stasi


Proposte per la democrazia

Appello e proposte per la sovranità popolare

“Lo scenario, del resto, è esilarante: furfanti demolitori della costituzione si appellano spettacolarmente ai principi della carta costituzionale per sfuggire alla furia di coloro che, con la costituzione in mano tenuta come il vangelo, ne stuprano le fondamenta garantiste invocando la forca. Così come la Costituzione, con i suoi pregi ed i suoi enormi limiti, se c’è una cosa che ne uscirà a pezzi da tutto questo sarà la tanto lisciata partecipazione popolare”.

proposte per la democrazia

INTRODUZIONE

Questo non è un trattato politico, ma un documento sintetico.

Racchiude una serie di proposte, brevemente motivate, per migliorare il sistema democratico italiano, il quale garantisce ben poco rappresentatività, trasparenza e partecipazione, ovvero elementi che dovrebbero essere essenziali in una democrazia rappresentativa, tralasciando pregi ed enormi limiti di questo modello. Il tutto viene ignobilmente sacrificato all’altare della “governabilità”, concetto chiave di ogni riforma elettorale ed istituzionale degli ultimi decenni.

 Chi scrive sostiene la democrazia diretta, ovvero la partecipazione diretta dei cittadini ad ogni decisione di interesse collettivo, attraverso meccanismi di consultazione ma soprattutto di discussione virtuosi, che da decenni l’umanità sta cercando faticosamente di sperimentare. Si tratta di un modello distante dalla democrazia rappresentativa attualmente in vigore. Si tratta di un modello altrettanto distante dal feticismo cybercratico che intende ridurre la democrazia diretta in un “clic”, il quale rappresenta la sublimazione dell’individualismo di questa epoca. Tuttavia non possiamo ignorare interpretazioni migliori o peggiori di questo sistema, della democrazia rappresentativa, o non sforzarci di migliorarlo a favore della sovranità popolare.

Scarica il pdf

proposte per la democrazia


[VIDEO] Sccc…senza ospedali, senza treni, senza lavoro…scc..zitti..state zitti…

foto91

Repressione è civiltà.

C’è una parte degli organi di controllo, quella che conta, quella con gli agganci giusti, che sorvola su tutto, che è in grado di chiudere un occhio e tre quarti su ogni cosa. E’ per questo che le gare d’appalto, dalle nostre parti, non si fanno con le buste chiuse ma con una stretta di mano, ma lo sanno tutti, tranne loro; è per questo che nonostante un gruppo di cittadini denunci una truffa palese come quella del trattamento dei rifiuti, nessuno fa nulla fino a quando il castello di carta non crollerà e allora tutti indagheranno, tutti a cercare i topi mentre il formaggio è finito da un pezzo.

Però, su una cosa si è intransigenti: sulla parola.

Sapete perchè dalle nostre parti spuntano progetti di trivelle, carbone, nucleare e altre schifezze, o perchè non abbiamo infrastrutture decenti o ospedali o servizi? Perchè il nostro è un territorio “con scarsa capacità di reazione”.

Questo è causato di certo da fattori storici, culturali ed economici, ma è anche supportato ed aggravato da una parte degli organi di controllo collusi con la rovina di loro stessi.Perchè se vi chiudono gli ospedali, voi sccc , dovete stare zitti. Non ci sono più treni e voi sccc, zitti. Strade con un morto al mese, e sccc, bocca chiusa, muti. Lavoro neanche a parlarne, grazie alle scelte della classe politica ed alle speculazioni decennali e ricominciato l’esodo verso il nord e verso l’estero, e voi dovete fare silenzio. E se parlate? Se bloccate una carretta del dopoguerra da 50 posti, per esempio, per dire alle istituzioni che quello alla mobilità è un diritto, che succede? Improvvisamente irreprensibili, gloriosi, titanici, tentano di zittirti. Scc, ti denunciamo, silenzio. “L’uso della Libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali .. l’uso della Libertà che tende a fare di ogni cittadino un giudice”.

Questa vigliacca interpretazione del proprio ruolo, non di tutti lo preciso, mi porta alla mente una maschera, quella di Giammaria Volontè in uno dei film più belli del cinema italiano, una figura grottesca, barbara ed infantile che si rispecchia meravigliosamente il potere e le ridicole avventure di questi mesi.

Glielo dedico. Sono sicuro che coloro che lo meritano si sentiranno derisi, mentre tutti gli altri sorrideranno, deridendoli a loro volta.

Con il cuore, fino al prossimo blocco, denuncia, proposta, protesta, fino alla prossima parola.

Flavio Stasi


Il muro di Berlino ed i condannati in primo grado.

157_BerlinWallFreedom_12583945011Proporre l’incandidabilità dei condannati in primo grado ed il dimezzamento dei parlamentari per risolvere il problema della corruzione e dei costi della politica, è un po’ come alzare un muro di cemento tra Berlino Est e Berlino Ovest per risolvere il problema dell’emigrazione.

Il problema di Berlino Est non era la comodità dell’accesso all’occidente, ma la povertà.

Il problema dei costi della politica non è il numero dei parlamentari, ma i loro privilegi.

E l’incandidabilità dei condannati nasconde una paura enorme e ben più grave: che il popolo voti i corrotti. Se non si avesse paura che il popolo li votasse, che problema ci sarebbe a farli candidare?

Un popolo che vuole votare un corrotto deve essere libero di farlo, questa è la democrazia.

Il problema che dovremmo porci è: perchè? Non essendoci ricette populistiche che tengano, non potendole twittare, tutti evitano di parlarne.

Una legge sull’incandibilità attesterebbe che il popolo è incapace di intendere e di volere;

eguaglierebbe un corruttore ad un padre di famiglia che ruba per fame; un mafioso ad un errore di gioventù;  un operaio, uno studente, un cittadino condannato perchè lotta per i propri diritti ad un falsificatore di bilanci milionari;

non farebbe altro che impedire ai ladri di galline senza un buon avvocato di entrare in parlamento, mentre i criminali veri, direttamente o indirettamente, resterebbero dentro con quattro piedi.

Viviamo ancora di berlusconismo, e di anti berlusconismo. Chissà quando cominceremo a vivere di politica, democrazia e partecipazione.

Flavio Stasi


Monti, paradigma della democrazia italiana ed occidentale.

di Flavio Stasi

Commento comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria in data 19 dicemnre 2012

Mancano meno di tre mesi alle prossime elezioni, almeno questo sembra lasciar intendere il Ministro degli Interni, ed un alone di mistero alberga ancora intorno a quella che dovrebbe essere una delle tornate elettorali più importanti nella storia di questa zoppa repubblica.

Non si conosce quali saranno le regole per la presentazione delle liste, non si conosce la data certa, non è chiaro se l’attuale presidente del consiglio sarà in ballo o meno, non si conoscono chi e quanti saranno i candidati, non è chiaro neanche chi lo deciderà: i partiti italiani? I partiti europei? Il Papa su twitter?

In verità, in un periodo dove sembra regnare il caos, qualunque cittadino può osservare con chiarezza una delle più grandi bugie della storia dell’umanità: la democrazia occidentale.

In questa mazurca istituzionale e mediatica, infatti, il punto fermo è uno solo. Continue reading


12 Dicembre 2012, il solito spettacolo della casta rossanese.

Il Sindaco si incontra segretamente con ENEL e sindacati lasciando fuori dalla porta del Municipio comitati, associazioni, giornalisti e cittadini.

Al portone dei vigili urbani i quali, alla stregua di buttafuori di un esclusivo veglione natalizio, lasciano passare solo gli “accreditati”.

Di cosa dovevano discutere per non permette ai cittadini non tanto di intervenire, quanto di ascoltare?

Di certo questo offre la misura della bassezza di questa amministrazione, che crede di governare pecore e non cittadini, e che vorrebbe decidere tutto al chiuso delle stanze. Non è e non sarà così.


Inforcazione 1: I razzi di Hamas hanno ucciso Giulio Cesare

“Inforcazione” non è una rubrica di Contro-Informazione, ma una rubrica di Informazione, con cui mi sforzo, saltuariamente e aperiodicamente, di offrire una più corretta interpretazione della Contro-Informazione, reale e profonda, che oggi impera sui media ed arriva senza contraddittorio nelle nostre case e sui nostri terminali. 

————————————————————– Numero 1

Questa è la prima pagina della più importante agenzia di stampa nazionale, oggi, 15 Novembre 2012, alle 12:06.

Delle persone sono morte e si aggiungono alle migliaia di vittime del conflitto israelo-palestinese. Eppure l’Ansa non riesce ad averne rispetto. Continue reading


Classe sedicente

Ciò che turba di questa classe dirigente, forzandoci a definirla tale, non è la totale assenza di etica e di onestà.

Non è per esempio il fatto che si arrivi a scrivere senza pudore, nero su bianco, comunicati in cui si afferma che nessuno è stato contestato nonostante una ventina di persone, civilmente e apertamente, abbiano legittimamente contestato ed espresso delle critiche nei confronti di un assessore regionale.

Non è il fatto che in ogni comunicato contro un qualsiasi oppositore o persona non allineata, si rispolveri il “bignamino almirantiano” degli insulti e della denigrazione, tra le poche eredità che la pseudo-destra liberista e puttaniera di oggi ha raccolto della cosidetta “destra sociale”, manuale utile con i goffi e goffo con i capaci (per definizione, essendo di destra).

Ciò che turba è l’assoluta incapacità di formulare, anche lontanamente, una risposta politica, un contenuto, un fatto.

Un sindaco, un assessore, un consigliere, un onorevole, non dovrebbero scrivere comunicati e fare dichiarazioni. Dovrebbero lavorare e stare zitti.

Ed invece ne sono così incapaci che quando vengono criticati, di fronte ai loro colossali fallimenti,  borbottano su carta rispondendo: “abbiamo la coscienza apposto perchè abbiamo dato il massimo”. Se così fosse, considerati i risultati, si tratterebbe di una palese  ammissione di incapacità. Grazie ma lo sapevamo già, e non osiamo pensare cosa sarebbe accaduto se non aveste dato il massimo. Quello che manca è che vi facciate da parte.

Flavio Stasi

 


Sanità: Le parole non cancellano i fatti.

Il consigliere regionale del PDL Francesco Morelli, arrestato a Novembre per favoreggiamento ad un clan della ‘ndrangheta, sosteneva che “le iniziative anti-mafia servono come foglia di fico”.

Quella delle foglie di fico deve essere un’usanza diffusa nel Pdl, visto il continuo scaricare ad altri le proprie inadeguatezze. Senza voler sminuire le gravi responsabilità del centro-sinistra locale e regionale in settori come sanità, rifiuti, infrastrutture, intendiamo ricordare agli smemorati un po’ di dati. Continue reading