Care ‘ndrine,
per più di vent’anni abbiamo affidato le nostre speranze di civiltà a giunte regionali e comunali di ogni colore e provenienza, credendo ingenuamente che alla fine, seppure con enorme ritardo ed attraverso favoritismi ed apparati clientelari, avrebbero avviato la raccolta differenziata. Ci sembrava scontato. Eravamo convinti che chiunque avesse guidato le istituzioni prima o poi avrebbe deciso di mantenere un granello di decenza salvando peraltro la faccia di noi calabresi e smettendo di farci sembrare i trogloditi dell’Europa: quelli cioè che con una densità demografica ridicola e 2 miliardi di euro di soldi pubblici spesi non sono riusciti a raggiungere neanche il 15% di differenziata.
Ed invece chi guida le istituzioni calabresi non è dotato di decenza, ma soprattutto non ha la scaltrezza di fiutare un affare epocale. La raccolta differenziata produrrebbe migliaia di posti di lavoro in più rispetto a quelli attuali, e la filiera del riciclo e del riutilizzo in altri paesi rappresenta Continue reading
Category Archives: ‘Ndranghetismi
Appello alla ‘ndrangheta: speculate sulla differenziata, farete milioni.
La ‘ndrangheta e le solidarietà a fasi alterne di Antoniotti
L’operazione “STOP”, aldilà di ogni responsabilità individuale da accertare, ha certificato uno scorcio del sistema di potere politico-malavitoso che gruppi di cittadini attenti denunciano da tempo e che gestisce affari ed appalti.
A poche ore dagli arresti, in consiglio comunale, Giuseppe Antoniotti, nella veste di Sindaco, quindi a nome di tutta la comunità rossanese, ha espresso con estrema chiarezza e facilità vicinanza al consigliere comunale, in forze alla propria maggioranza, accusato (almeno questo leggiamo sulla stampa) di estorsione di consenso elettorale con metodi mafiosi. Se ne assume la responsabilità, ma molti rossanesi si staranno vergognando.
Nonostante lo avessimo richiesto pubblicamente, invece, il Sindaco Antoniotti non ha espresso una sola vocale di vicinanza ai 14 cittadini denunciati dalle Ferrovie dello Stato per aver protestato contro i tagli delle tratte ferroviarie sulla costa jonica, per la dignità del nostro territorio.
Finchè a rappresentare la nostra comunità sarà Giuseppe Antoniotti e questa schiatta di politicanti, sarà molto più semplice che le istituzioni esprimano solidarietà a sospettati di collusione con la ndrangheta che a cittadini che lottano apertamente per difendere i diritti sacrosanti delle nostre comunità, e questo è molto molto significativo.
Ci vuole aria nuova, quella che stiamo respirando è putrida. Non verrà dalle aule giudiziarie, ma dalle strade, dalle case, dalla nostra gente, ed è inesorabile.
Flavio Stasi
L’idioma ‘ndranghetista di questa classe dirigente.
Commento pubblicato sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria di Venerdì 24 Agosto 2012.
di Flavio Stasi
Uno dei più grandi punti di forza delle organizzazioni criminali è il dominio culturale: il radicamento, cioè, degli usi e dei linguaggi criminali nella quotidianità popolare, l’imposizione della propria mentalità bieca e barbara come sentinella ancor più accorta rispetto al potere militare e territoriale.
Di questi argomenti ciarlano spesso le istituzioni, ovvero coloro che dovrebbero, in via del tutto teorica, creare le condizioni necessarie per spezzare l’egemonia culturale ‘ndranghetista.
In Calabria, invece, le istituzioni sono spesso veicolo di questo dominio culturale, insieme ad un’altra serie di soggetti (si pensi ai grandi operatori economici), assimilandone ed irradiandone usi, costumi e modalità di comunicazione.
È evidente che se le istituzioni di questa regione amano relazionarsi attraverso modalità simili a quelle degli affiliati ad un’organizzazione criminale, la popolazione tutta si trova di fronte ad un vicolo cieco: non ha alcun modello culturale, economico e sociale alternativo a quello dell’ignoranza, del favore, della disuguaglianza, del sacrificio, della violenza.
Se lo dimostrassimo potremmo forse affermare che il nostro popolo, seppur con la sua colpevole ignavia, non fa altro che sopravvivere al modello ‘ndranghetista imposto da un manipolo di armigeri con la coppola, onorevoli e amministratori delegati?
Ai più scettici propongo un paragone: non potremmo forse affermare che le popolazioni dell’intero pianeta fanno lo stesso col neoliberismo, imposto da un manipolo di banchieri, onorevoli ed amministratori delegati?
Se leggessimo la stampa con attenzione, anche solo quella dei giorni scorsi, capiremmo immediatamente di cosa stiamo parlando. Continue reading
Tremonti, amico della finanza sporca
Nota dell’autore: Questo breve commento è nato come contributo alle rubriche di alcuni quotidiani, i quali hanno preferito non pubblicarne il contenuto in quanto sensibile di querela da parte dell’interessato, comunicando al sottoscritto, inoltre, che questa causerebbe una certa condanna nei confronti dei responsabili delle testate. La cosa non mi stupisce, nè biasimo giornalisti e direttori i quali, spesso, nonostante tutto, pubblicano i miei commenti.
Se fossimo in un paese libero la stampa sarebbe libera, e probabilmente non sentirei la necessità di scrivere alcun commento.
20 Aprile 2011
Una delle caratteristiche che differenzia questo Governo da quelli che lo hanno preceduto, di qualsivoglia colore, è la chiarezza: i cittadini non hanno bisogno di leggere tra le righe di fumosi discorsi in politichese per comprendere in quale modo saranno fregati nel prossimo futuro. Così il Ministro dell’Economia, dopo la brillante trovata pubblicitaria del tour sui treni malarici del meridione (ovviamente già dimenticata con zero risultati), ne spara una grossa, enorme, in Commissione Finanze. Continue reading
Antimafia? Lottare per i diritti di tutti.
Intervento sul Quotidiano della Calabria nella sezione dedicata alla manifestazione No ‘Ndrangheta.
Video della manifestazione sul sito de la Repubblica, intervento del collettivo studentesco P2*Occupata (http://p2occupata.noblogs.org)
Titolo originale: ‘Ndrangheta, e ora?
Lo abbiamo detto nei giorni antecedenti alla manifestazione, lo abbiamo urlato sul palco, ma il momento decisivo è questo: a riflettori spenti, macchine fotografiche e telecamere puntate altrove.
Mentre mezza casta politica regionale esalta la manifestazione che l’ha vista finalmente soltanto fare la comparsa, affaccendandosi nell’accaparrarsi un po’ di merito che non ha, noi ci interroghiamo su come concretizzare realmente tutte le energie uscite fuori dalla giornata di Reggio. I presidenti e gli onorevoli, i fantocci vestiti da giovani ed i burocrati in erba parlino, al limite scrivano, come hanno fatto e faranno sempre.
L’altra Calabria, quella che si è guardata bene dallo sfilare troppo vicino a qualche mafioso che inevitabilmente è sceso per strada a fare passerella, quella che è esplosa alla fine della manifestazione ogni qual volta si è scoperchiato un piccolo pezzo di verità sul pentolone affaristico mafioso-istituzionale della nostra regione, ha bisogno di trovare metodi e coraggio per manifestare quotidianamente la propria inarrestabile forza. Continue reading
Un’altra occasione per voltare pagina
Nota sulla manifestazione No ‘Ndrangheta lanciata da Il Quotidiano della Calabria, pubblicata sulle pagine regionali dello stesso quotidiano in data 31 Agosto 2010
Una manifestazione antimafia. Un atto politico e sociale di ribellione popolare alla morsa della ‘ndrangheta, al suo potere, alla sua violenza contro la nostra terra e la nostra gente: è una proposta di grande responsabilità da parte de il Quotidiano. Nell’appoggiarla, affinché questa sia davvero carica di contenuti, credo sia giusto cominciare a parlare concretamente di ‘ndrangheta e di stato; c’è bisogno che coloro che intervengono sull’argomento, stimati e illustri, si liberino dell’abito da momento critico, da proclama, da emergenza, poichè di emergenze le ‘ndrine di Reggio Calabria e di tutta la regione ne hanno indotte e superate molte. La ‘ndrangheta non è una enorme e spaventosa nave fantasma di passaggio, non compare la notte e scompare alla luce del sole. La ‘ndrangheta è uno scoglio enorme visibile da ogni punto della regione, da ogni finestra, da ogni ufficio pubblico e privato, luminosa di notte e oscura di giorno, e la sua vista incute timore ai giusti e servilità ai vigliacchi. Si dia il caso che i vigliacchi siano tanti, ma tra questi non possiamo evidentemente annoverare il procuratore generale Di Landro, a cui manifesto profonda solidarietà e stima ma non come “uomo di stato” come molti lo celebrano oggi, ma come uomo e basta. Perché lo stato è anche quello che ha negato ai procuratori di Reggio Calabria un protocollo di sicurezza che, da profano, sembra elementare; perché lo stato è anche molto altro. Continue reading