11 Marzo 2011 _ Comunicato Stampa
L’idea di aprire un tavolo tecnico a proposito di una questione squisitamente politica come la proposta di riconversione della centrale di Rossano, rende l’idea di quale sia lo spessore istituzionale con cui i calabresi sono costretti ad interloquire.
Da un punto di vista tecnico c’è ben poco da comprendere: il carbone uccide le persone e l’economia dei territori, così come sperimentato a Brindisi, a Vado Ligure e a Civitavecchia. Basta ascoltare il video-messaggio che i cittadini di Brindisi in questi giorni hanno diretto al Ministro Prestigiacomo per comprendere di quale entità sia il pericolo per la sibaritide. Basta ascoltare le parole che il Presidente dell’Ordine dei Medici di Savona, Ugo Trucco, ed il dott. Fabrizio Bianchi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, hanno rivolto una settimana fa ad un teatro stracolmo di cittadini.
Tecnica a parte, nella sibaritide in campo ci sono due tipi di interessi.
Da una parte gli interessi Enel che intende speculare ancora sul nostro territorio dopo aver inquinato ormai per più di un trentennio senza nessun tipo di tutela per i cittadini, e che intende speculare ancora sulle nostre teste con il combustibile fossile più inquinante e pericoloso attualmente utilizzato per l’energia.
Dall’altra parte gli interessi della collettività e dei cittadini, i quali non permetteranno che il proprio diritto alla salute e ad una prospettiva di sviluppo reale venga nuovamente stuprato da speculatori, faccendieri e politicanti.
Non è un caso che dalla parte dell’Enel ci siano i sindacati: proprio quelli che da anni svendono i diritti dei lavoratori e sono sempre dalla parte del più forte, pronti ad arraffare posti di lavoro per parenti ed amici. Nel progetto di Enel è scritto chiaramente (e non potrebbe essere altrimenti) che la nuova centrale non porterebbe nessun nuovo posto di lavoro, ma i sindacalisti nostrani, evidentemente, sono troppo presi da sagre e carciofi brindisini inquinati per leggere i progetti che sostengono.
Scopelliti sostiene di voler aprire un inutile tavolo tecnico sull’argomento. Noi suggeriamo di aprirne quattro: messa in sicurezza della Statale 106; rivalorizzazione della linea ferroviaria ionica; attivazione di un circuito di raccolta differenziata su tutto il territorio e conseguente chiusura della discarica di Bucita; depurazione delle acque e monitoraggio degli scarichi nel golfo di Sibari.
Questo è valorizzazione e sviluppo del territorio e porterebbe migliaia di posti di lavoro. Il resto fa parte del solito apparato di favori, promesse e ricatti, tra politica e conti in banca, a cui non cederemo più neanche un centimetro dei nostri paesi.
Flavio Stasi
Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
Coordinamento Nazionale No Carbone