13 Marzo 2011 _ Comunicato Stampa
Che migliaia di firme contro il carbone, raccolte in poche settimane nonostante la disinformazione di qualche diretto interessato, non siano rappresentative della volontà del territorio è piuttosto ridicolo. Se a queste poi si aggiungono le associazioni degli agricoltori, i consorzi, le associazioni degli operatori turistici, le associazioni degli imprenditori locali, i comitati territoriali ed i tanti singoli cittadini di tutta la sibaritide che hanno fatto la propria parte in questi mesi contro il progetto di riconversione della centrale, allora risulta evidente come certe tesi pecchino evidentemente di una qualche forma di strumentale faziosità e forti componenti ideologiche.
Del resto, per rendere ancor più autorevole il fronte compatto di chi vuole valorizzare il territorio e non svenderlo ad Enel, basta verificare chi sta dall’altra parte della barricata.
In primis burocrati dei sindacati, per lo più, casualmente, stipendiati da Enel. Quegli stessi sindacati a cui ogni cittadino riconosce anni di colpevole assenza e di “inciuci” sulla base di interessi personali o corporativi.
E non è un caso che dalla stessa parte dei sindacati pompieri ci sia la Confindustria, di cui Enel è uno degli associati più ricchi e potenti.
Infine, di tanto in tanto, esce goffamente allo scoperto qualche roboante sigla con interventi prossimi al surrealismo. Qualche mese fa una fantomatica sezione locale dell’associazione “altroconsumo” si dichiarò favorevole alla conversione, fantasticando a proposito di allevamenti di spigole nelle centrali a carbone, per poi essere smentita direttamente dall’associazione nazionale la quale è assolutamente contraria ai combustibili fossili: una magra figura.
Si scopre con facilità che i personaggi che ruotano intorno a queste sigle sono sempre gli stessi, ed evidentemente sono così poco rappresentativi che hanno bisogno di fregiarsi di una sigla al mese per ottenere una improbabile autorevolezza.
Che i faccendieri si rassegnino in quanto non esistono spiragli: i cittadini della sibaritide hanno scelto di tutelare i propri interessi e non quelli di colossi energetici senza scrupoli. Chi non è in malafede abbandoni gli schieramenti ideologici e si unisca a noi nella battaglia per uno sviluppo reale della nostra terra rivendicando tutela della salute, infrastrutture adeguate e politiche di valorizzazione del patrimonio naturale e storico che abbiamo la fortuna di custodire. Questa è la strada per non cadere nelle solite false promesse ed ottenere centinaia di posti di lavoro reali.
Flavio Stasi
per la Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
per il Coordinamento Nazionale No Carbone