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Spese legali di Mascaro, a volte sarebbe più consono il silenzio

Comprendo la confusione in cui è caduto il Sindaco Mascaro nel momento in cui si è reso conto di trovarsi nell’inaspettata condizione di avere un’opposizione politica, dentro e fuori dal consiglio comunale. Suppongo che, visti i suoi trascorsi da consigliere comunale di centrosinistra e di centrodestra, l’unica opposizione aspettata sarebbe stata quella dei suoi alleati pro-tempore, per questioni importanti come assessorati e “incarichicchi” vari.

Per fortuna le condizioni sono cambiate e questa inadeguata classe politica dovrà abituarsi all’idea di doversi rapportare con la città per ogni cosa che riguarda la vita della comunità proprio perchè avrà un’opposizione che la obbligherà a farlo, svolgendo il ruolo istituzionale che le compete.

Fatta questa premessa, probabilmente il Sindaco, o chi per lui, avrebbe fatto molto meglio a non insistere su una questione che definire oscena è dire poco.

Nessuno ha messo in dubbio la legittimità dell’atto, figuriamoci: a chiarire questo aspetto non possiamo essere noi, ma visto che l’esecutivo ci tiene, ci penserà la Corte dei Conti alla quale sottoporremo le delibere in questione. Ciò che è oggettivo, invece, è che oggi è inaccettabile che il Sindaco, per difendere la propria elezione, si scelga gli avvocati che desidera e li faccia pagare ai cittadini. C’è poco da aggiungere e da contestare, ed in effetti i conti sono stati fatti al ribasso: a regime le spese per gli avvocati di Mascaro, pagate da noi, saranno molto più di quelle conteggiate oggi.

Le spese per incarichi esterni dati con faciloneria da questa classe dirigente sono state, probabilmente, quelle che hanno portato le finanze cittadine al collasso, e questo esecutivo temo le porterà in coma irreversibile. Proveremo, con l’azione di opposizione, a limitarne i danni, così come stiamo facendo.

La questione anagrafica che sembra impensierire il Sindaco non c’entra nulla, la distanza tra noi e la classe politica rappresentata da questa maggioranza è prettamente Politica.

E del resto è proprio perché ci siamo confrontati sul campo con alcune situazioni che con la Politica non hanno nulla a che vedere – e che evito di descrivere nuovamente per tutelare, nonostante tutto, l’autorevolezza delle nostre istituzioni – che abbiamo deciso di unire all’azione politica e sociale, anche quella giuridica, affinché gli organi preposti verifichino eventuali irregolarità nello svolgimento delle elezioni. Al riguardo sono certo che chi ha la coscienza a posto, dorme sonni tranquilli. Ad ogni modo gli attivisti di RossanoPulita i propri consulenti li scelgono e li pagano di tasca propria.

Per quanto riguarda il sociale, anche se il Sindaco forse non se ne è accorto, la nostra comunità sta subendo dei tagli epocali a servizi dal valore inestimabile e che hanno reso Rossano, nel corso degli anni, una città vivibile e con un minimo di equità sociale. Capisco che, quando si dice che nessun taglio è stato determinato dall’attuale amministrazione, si prova a rispolverare le vecchie medaglie nello sport dello scarica barile in cui la nostra classe politica può vantare campioni olimpionici, ma quel tempo è finito.

Quando ci siamo candidati, tutti, ci siamo assunti la responsabilità di dare una guida alla città consci della situazione in cui si trovava. Chi non è in grado di farlo, abdichi dignitosamente.


Questione accoglienza migranti: qualche riflessione sull’incontro con il Prefetto

Come era ampiamente prevedibile, e nel rispetto della tradizione, il Prefetto ha anteposto la “ragion di Stato” alla Ragione e basta.

Certo chi va dicendo, rispondendomi, che se avessimo fatto una nostra proposta 8 giorni prima non sarebbe cambiato nulla, si è trovato a chiedere 1 giorno di tempo in più per “capire la situazione”. Evidentemente fare il consigliere 10 anni non comporta tutta questa esperienza.

Per la Cronaca: dopo domani sarà effettuato un sopralluogo alla struttura di Seggio per capire se questa è idonea ad ospitare esseri umani, ed in quale quantità. Se, come sembra, non è adatta, sarà dovere degli uffici comunali dimostrarlo con documentazione opportuna.

Più in generale il Prefetto, come è ovvio che sia, promuove il modello di “accoglienza” del Ministero e della Comunità Europea, quello cioè dei casermoni, dei “centinaia”, senza però chiudere totalmente la porta ad un modello di integrazione reale, delle “decine”, quello che in Consiglio Comunale ho definito “diffuso”. Sta alle nostre istituzioni, evidentemente, renderlo realizzabile in breve tempo.
So che per molti questo è un pretesto per dire no, MA NON PER ME.
Ecco perché sentire “tecnici” della Prefettura dire che non è possibile strutturare più punti di accoglienza con poche persone perché “non è gestibile” mi ha fatto salire i brividi. Ho evitato di rispondere (almeno su questo), non era il luogo opportuno, ma non ci vuole un sociologo per dimostrare che è il capovolgimento esatto della realtà, troppo palese per essere fortuito.

Semmai questo modello è MENO REMUNERATIVO e, perché no, più laborioso per le istituzioni incaricate di gestirlo: molto più semplice mettere 200 persone in un casermone, poi se ne parla.

Anche oggi però mi sono chiesto, senza alcun giudizio nei confronti delle persone, quale sia il ruolo del Prefetto nell’ordinamento democratico italiano se non quello di sovvertirlo sistematicamente. Negli ultimi decenni mi sembra che le prefetture si siano dimostrate il vettore principale del paradigma dell’emergenza con cui si è permesso ad un classe dirigente indecente di spendere soldi pubblici per un problema…senza mai risolverlo. Se i Governi fossero costretti a trattare con gli enti locali, infatti, sarebbero costretti ad adottare un modello di accoglienza diverso, e quindi a risolvere il problema.

Evidentemente a molti sta bene così, sta bene che centinaia di persone vengano stipate in un luogo qualsiasi senza alcuna speranza di integrazione, sta bene che qualcuno ci si arricchisca sopra, sta bene creare contrapposizione tra poveri, sta bene che si creino inutili tensioni sociali. Del resto se tutti i problemi si affrontassero con criterio ci sarebbero, probabilmente, molte meno tensioni sociali e le istituzioni atte a gestirle avrebbero meno senso…o no?


Sulla questione dei migranti serve serietà

Non si usi il solito pretesto dell’emergenza.
Avevo chiesto, nel corso di diversi incontri con l’amministrazione comunale, su una questione difficile e delicata come quella dell’accoglienza dei migranti, di agire con concretezza per il bene della città ed evitare inutili kermesse mediatiche senza alcuna utilità.

Si era chiesto, inoltre, l’invio di un documento con richiesta di incontro urgente al Prefetto, che avremmo sottoscritto unitariamente come consiglieri comunali.

Pertanto, in coerenza con quanto richiesto, per più di una settimana ho letto silenziosamente comunicati soprattutto della maggioranza, per altro spesso fumosi e contraddittori, la quale però non trovava tempo e modo di produrre la richiesta urgente alla prefettura.

Oggi il piattino è servito: siamo stati informati del fatto che il Prefetto ha intenzione di ghettizzare 150 persone a contrada seggio, presso una struttura privata, e le belle parole (condivisibili) sull’accoglienza diffusa sono rimaste tali.

Direi che, per evitare ulteriori debacle, è il caso di fare qualche precisazione.

Intanto, per ciò che riguarda il centro storico, gli uffici comunali sanno dei lavori di ristrutturazione dell’ex aziendale fin dagli ultimi giorni di Luglio, allorquando hanno ricevuto comunicazione per ristrutturazione di edificio scolastico. Una classe dirigente attenta si sarebbe chiesta quale nuova scuola avremmo inaugurato di li a a poco nel centro storico, ma la nostra classe dirigente (pluripremiata con soldi nostri) non lo ha fatto, così nel frattempo, mentre il proprietario dello stabile chiedeva il cambio di destinazione d’uso (da scuola a dormitorio) sono scaduti i 30 giorni a disposizione degli uffici per poter contestare i lavori. Anche in questo caso siamo arrivati tardi.

Del resto non avremmo saputo niente di tutto questo se non avessi sollevato la questione del centro di accoglienza nel corso dell’ultimo consiglio comunale, il 19 Agosto, altra inesattezza proposta dall’intera maggioranza che, come tutti i movimenti politici della città, fino a quel momento ha finto di non sapere nulla.

Al posto di comunicati inutili si sarebbe dovuto produrre un documento da inviare con urgenza al Prefetto, con richiesta di incontro, che avremmo sottoscritto come gruppi consiliari, ma, come ormai è consuetudine, alla disponibilità della minoranza si risponde con tentativi maldestri di strumentalizzazione senza alcuna utilità per la comunità.

Questo documento avrebbe dovuto rappresentare la linea di tutta la città, pronta ad accogliere, come già detto in consiglio comunale, ed a non girare la testa dall’altra parte rispetto all’esodo biblico di intere popolazioni che fuggono dalle guerre, ma che intende adottare un modello di accoglienza ed integrazione vera, evitando ghettizzazioni e speculazioni su un fenomeno umano, sociale e storico.

Oggi siamo quasi, sottolineo quasi, di fronte a fatto compiuto.

Continuo a manifestare la massima disponibilità ed il massimo sostegno all’Amministrazione se la linea comune è quella dell’accoglienza diffusa, responsabile e basata sull’integrazione reale, distante da squallidi business e ghettizzazioni di massa che rifiutiamo e che ostacoleremo con ogni mezzo.

Mi auguro, però, che d’ora in poi le cose si facciano con serietà e senza altre inutili parate.

È necessario che sull’ex aziendale si prenda posizione chiara: non ci sia alcuna concessione.

È necessario impedire che la prefettura passi sopra le teste della comunità e degli enti locali con il solito pretesto dell’emergenza, uno scenario visto fin troppe volte in Calabria e che non ha mai prodotto risultati positivi per nessuno se non per lo speculatore di turno.

Inoltre è assurdo che, come amministratori, non abbiamo il quadro completo delle strutture private che hanno dato disponibilità ad ospitare dei migranti ed in quali dimensioni: la questione non può essere ristretta ad una trattativa prefettura-privati, con il rischio che di volta in volta verremo informati a cose fatte senza nessuna strategia, nessuna direzione e senza nessun rispetto per la città e le sue Istituzioni.

Al contrario è la prefettura che deve prendere atto di un piano preciso di accoglienza che aderisca al tessuto economico, sociale e vocazionale del territorio, che preveda, per altro, progetti di integrazione reale e controllata e che non può non essere prodotto dall’amministrazione comunale e solo da essa.

Queste sono rivendicazioni sulle quali chi oggi rappresenta la città avrà il massimo sostegno. Altri tipi di scenari sono inaccettabili e richiederanno, quindi, provvedimenti ed iniziative di tipo diverso in sinergia con l’intera comunità.