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Maggioranza imbarazzante su questioni primarie

Quanto accaduto ieri in occasione di un Consiglio Straordinario monotematico sulla questione dell’accoglienza impone una riflessione pubblica. La quasi imposizione, da parte del Prefetto, dell’Istituzione di un CAS a Seggio dimostra il ritardo di programmazione da parte dell’Amministrazione Comunale rispetto a questo tema, un ritardo che non è esclusivamente da attribuire a questa legislatura.

La maggioranza “svegliata” dall’inevitabile emergenza ha reagito in maniera scomposta: mentre il Sindaco tentava di avviare una condivisibile interlocuzione con le istituzioni competenti, pezzi autorevoli della maggioranza invitavano alla rivolta (contro chi e che cosa non è ben chiaro) sui social network dando vita a spettacoli folkloristici di cui la città di Rossano e le sue Istituzioni avrebbero potuto certamente fare a meno.

In ogni caso #RossanoPulita, come altri gruppi di minoranza, ha provato a supportare l’attività del Sindaco in seno alle istituzioni competenti, ma sulla base di una condivisione politica su punti imprescindibili che sembravano accomunare tutti in Consiglio Comunale. Tra questi, senza dubbio, il rifiuto del modello emergenziale promosso dal Ministero degli Interni attraverso le Prefetture, cioè il rifiuto della ghettizzazione speculativa attuata con l’istituzione di centri straordinari dentro strutture private in cui stipare centinaia di persone per il solo business del gestore. Questo modello è contro i migranti, perché rende inattuabile l’integrazione, ed è contro la comunità a cui impone di pagare i costi sociali del fenomeno.

Con questo spirito, visto la totale mancanza di proposte da parte della maggioranza di Governo (ormai una consuetudine in Consiglio) insieme ad altri 5 consiglieri abbiamo proposto una mozione che rispecchiasse quanto detto in queste settimane da più parti e quanto, per altro, confermato anche in Consiglio Comunale e rafforzato dall’intervento di Giovanni Manoccio (delegato regionale alle politiche per l’immigrazione): il forte dissenso nei confronti di iniziative prefettizie che, con il pretesto dell’emergenza, scavalcassero l’Istituzione comunale; il rifiuto delle speculazioni private su questo fenomeno; la responsabile proposta di un modello di accoglienza diffuso e pubblico.

La mozione è stata rivista dalla maggioranza, falcidiata sotto alcuni aspetti, ma per dare un segnale forte e rispondere positivamente al sensato appello del Sindaco a deliberare un documento all’unanimità, #RossanoPulita ha votato favorevolmente il documento pur non essendo pienamente soddisfatta del testo.

Dopo oltre 4 ore di discussione, trovo profondamente imbarazzante per non dire scandaloso, che il documento non sia stato votato all’unanimità dal Consiglio per mancanza di unanimità della stessa maggioranza.

Affrontare questioni primarie, di interesse generale, delicatissime, come quella dell’accoglienza ed avere una maggioranza che non risponde all’appello del proprio Sindaco rappresenta un segnale inequivocabile di ingovernabilità e irresponsabilità che merita riflessioni profonde ed urgenti.

Una presa di posizione, fra le altre cose, da parte del consigliere Librandi che non è stata minimamente motivata in Consiglio Comunale e che, vista la gravità della cosa, ritengo debba essere resa pubblica per rispetto dei rossanesi: non può restare cosa privata o affare della maggioranza.

Alla luce di quanto accaduto ieri, il Sindaco, piuttosto di scagliarsi maldestramente contro chi onora il ruolo di opposizione per cui è stato incaricato dai cittadini, con responsabilità ma senza sconti né oggi né domani, dovrebbe ricercare i fantasmi all’interno della propria maggioranza, figlia di una coalizione impronunciabile ed insostenibile che continua a costringere la città ad un declino istituzionale che non merita.


Questione accoglienza migranti: qualche riflessione sull’incontro con il Prefetto

Come era ampiamente prevedibile, e nel rispetto della tradizione, il Prefetto ha anteposto la “ragion di Stato” alla Ragione e basta.

Certo chi va dicendo, rispondendomi, che se avessimo fatto una nostra proposta 8 giorni prima non sarebbe cambiato nulla, si è trovato a chiedere 1 giorno di tempo in più per “capire la situazione”. Evidentemente fare il consigliere 10 anni non comporta tutta questa esperienza.

Per la Cronaca: dopo domani sarà effettuato un sopralluogo alla struttura di Seggio per capire se questa è idonea ad ospitare esseri umani, ed in quale quantità. Se, come sembra, non è adatta, sarà dovere degli uffici comunali dimostrarlo con documentazione opportuna.

Più in generale il Prefetto, come è ovvio che sia, promuove il modello di “accoglienza” del Ministero e della Comunità Europea, quello cioè dei casermoni, dei “centinaia”, senza però chiudere totalmente la porta ad un modello di integrazione reale, delle “decine”, quello che in Consiglio Comunale ho definito “diffuso”. Sta alle nostre istituzioni, evidentemente, renderlo realizzabile in breve tempo.
So che per molti questo è un pretesto per dire no, MA NON PER ME.
Ecco perché sentire “tecnici” della Prefettura dire che non è possibile strutturare più punti di accoglienza con poche persone perché “non è gestibile” mi ha fatto salire i brividi. Ho evitato di rispondere (almeno su questo), non era il luogo opportuno, ma non ci vuole un sociologo per dimostrare che è il capovolgimento esatto della realtà, troppo palese per essere fortuito.

Semmai questo modello è MENO REMUNERATIVO e, perché no, più laborioso per le istituzioni incaricate di gestirlo: molto più semplice mettere 200 persone in un casermone, poi se ne parla.

Anche oggi però mi sono chiesto, senza alcun giudizio nei confronti delle persone, quale sia il ruolo del Prefetto nell’ordinamento democratico italiano se non quello di sovvertirlo sistematicamente. Negli ultimi decenni mi sembra che le prefetture si siano dimostrate il vettore principale del paradigma dell’emergenza con cui si è permesso ad un classe dirigente indecente di spendere soldi pubblici per un problema…senza mai risolverlo. Se i Governi fossero costretti a trattare con gli enti locali, infatti, sarebbero costretti ad adottare un modello di accoglienza diverso, e quindi a risolvere il problema.

Evidentemente a molti sta bene così, sta bene che centinaia di persone vengano stipate in un luogo qualsiasi senza alcuna speranza di integrazione, sta bene che qualcuno ci si arricchisca sopra, sta bene creare contrapposizione tra poveri, sta bene che si creino inutili tensioni sociali. Del resto se tutti i problemi si affrontassero con criterio ci sarebbero, probabilmente, molte meno tensioni sociali e le istituzioni atte a gestirle avrebbero meno senso…o no?


Sulla questione dei migranti serve serietà

Non si usi il solito pretesto dell’emergenza.
Avevo chiesto, nel corso di diversi incontri con l’amministrazione comunale, su una questione difficile e delicata come quella dell’accoglienza dei migranti, di agire con concretezza per il bene della città ed evitare inutili kermesse mediatiche senza alcuna utilità.

Si era chiesto, inoltre, l’invio di un documento con richiesta di incontro urgente al Prefetto, che avremmo sottoscritto unitariamente come consiglieri comunali.

Pertanto, in coerenza con quanto richiesto, per più di una settimana ho letto silenziosamente comunicati soprattutto della maggioranza, per altro spesso fumosi e contraddittori, la quale però non trovava tempo e modo di produrre la richiesta urgente alla prefettura.

Oggi il piattino è servito: siamo stati informati del fatto che il Prefetto ha intenzione di ghettizzare 150 persone a contrada seggio, presso una struttura privata, e le belle parole (condivisibili) sull’accoglienza diffusa sono rimaste tali.

Direi che, per evitare ulteriori debacle, è il caso di fare qualche precisazione.

Intanto, per ciò che riguarda il centro storico, gli uffici comunali sanno dei lavori di ristrutturazione dell’ex aziendale fin dagli ultimi giorni di Luglio, allorquando hanno ricevuto comunicazione per ristrutturazione di edificio scolastico. Una classe dirigente attenta si sarebbe chiesta quale nuova scuola avremmo inaugurato di li a a poco nel centro storico, ma la nostra classe dirigente (pluripremiata con soldi nostri) non lo ha fatto, così nel frattempo, mentre il proprietario dello stabile chiedeva il cambio di destinazione d’uso (da scuola a dormitorio) sono scaduti i 30 giorni a disposizione degli uffici per poter contestare i lavori. Anche in questo caso siamo arrivati tardi.

Del resto non avremmo saputo niente di tutto questo se non avessi sollevato la questione del centro di accoglienza nel corso dell’ultimo consiglio comunale, il 19 Agosto, altra inesattezza proposta dall’intera maggioranza che, come tutti i movimenti politici della città, fino a quel momento ha finto di non sapere nulla.

Al posto di comunicati inutili si sarebbe dovuto produrre un documento da inviare con urgenza al Prefetto, con richiesta di incontro, che avremmo sottoscritto come gruppi consiliari, ma, come ormai è consuetudine, alla disponibilità della minoranza si risponde con tentativi maldestri di strumentalizzazione senza alcuna utilità per la comunità.

Questo documento avrebbe dovuto rappresentare la linea di tutta la città, pronta ad accogliere, come già detto in consiglio comunale, ed a non girare la testa dall’altra parte rispetto all’esodo biblico di intere popolazioni che fuggono dalle guerre, ma che intende adottare un modello di accoglienza ed integrazione vera, evitando ghettizzazioni e speculazioni su un fenomeno umano, sociale e storico.

Oggi siamo quasi, sottolineo quasi, di fronte a fatto compiuto.

Continuo a manifestare la massima disponibilità ed il massimo sostegno all’Amministrazione se la linea comune è quella dell’accoglienza diffusa, responsabile e basata sull’integrazione reale, distante da squallidi business e ghettizzazioni di massa che rifiutiamo e che ostacoleremo con ogni mezzo.

Mi auguro, però, che d’ora in poi le cose si facciano con serietà e senza altre inutili parate.

È necessario che sull’ex aziendale si prenda posizione chiara: non ci sia alcuna concessione.

È necessario impedire che la prefettura passi sopra le teste della comunità e degli enti locali con il solito pretesto dell’emergenza, uno scenario visto fin troppe volte in Calabria e che non ha mai prodotto risultati positivi per nessuno se non per lo speculatore di turno.

Inoltre è assurdo che, come amministratori, non abbiamo il quadro completo delle strutture private che hanno dato disponibilità ad ospitare dei migranti ed in quali dimensioni: la questione non può essere ristretta ad una trattativa prefettura-privati, con il rischio che di volta in volta verremo informati a cose fatte senza nessuna strategia, nessuna direzione e senza nessun rispetto per la città e le sue Istituzioni.

Al contrario è la prefettura che deve prendere atto di un piano preciso di accoglienza che aderisca al tessuto economico, sociale e vocazionale del territorio, che preveda, per altro, progetti di integrazione reale e controllata e che non può non essere prodotto dall’amministrazione comunale e solo da essa.

Queste sono rivendicazioni sulle quali chi oggi rappresenta la città avrà il massimo sostegno. Altri tipi di scenari sono inaccettabili e richiederanno, quindi, provvedimenti ed iniziative di tipo diverso in sinergia con l’intera comunità.