Oggi è di moda essere #giustizialista, cioè condannare moralmente (e politicamente) chi ha un precedente o magari un’indagine in corso e premiare, di contro, chi è giuridicamente immacolato. Io non lo sono e spesso, anche chi mi sta vicino, si chiede il perché.
Voglio provare a fare un esempio.
Mettiamo il caso che ci sia una discarica, quella di Scala Coeli, con irregolarità di ogni tipo, dalla volumetria agli impianti di sicurezza, dalla pendenza alla regolarità idrogeologica, dalle cartine con una scala scorretta (in modo da cambiare le distanze) al mancato rispetto dei vincoli per l’agricoltura e così via, tutto documentato. Mettiamo il caso che un dirigente della Regione Calabria, pagato da noi per tutelare salute e territorio, superi ogni irregolarità con una mega sanatoria e, sulla scorta della solita emergenza, faccia aprire la discarica in perfetto stile calabro. Qualcuno dirà: denunciate il dirigente! Noi infatti lo abbiamo fatto.
In questi giorni ci è arrivata la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Catanzaro: non c’è ragione di avviare un processo su una cosa del genere, figuriamoci, tutto a posto.
Mettiamo il caso che il dirigente in questione è sorella del Presidente della sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro, a sua volta ex-candidata alle primarie di Lamezia Terme per il PD (perdente con Gianni Speranza) e moglie del responsabile ambiente del PD nonché, guarda caso, ex sub-commissario all’emergenza rifiuti in Calabria. Difficile processare un dirigente così no? Più facile processare me (ed altri) per aver cercato di impedire – a criminali di fatto – di tagliare le tratte ferroviarie a lunga percorrenza sullo ionio o di trasformare la sibaritide in una enorme piattaforma di lavorazione rifiuti.
Al contrario il funzionario in questione, che dal 1996 si occupa di rifiuti prima per l’Ufficio del Commissario all’Emergenza Ambientale (ovviamente) e poi piano piano diventata dirigente del Dipartimento Ambiente (rigorosamente senza alcuna selezione), visti gli ottimi risultati ottenuti in questi anni (sistema rifiuti al collasso, impianti obsoleti, discariche fuori norma, continue sanzioni della comunità europea ed una quantità faraonica di soldi pubblici spesi) è stato premiato da Oliverio che l’ha promosso Dirigente generale del Dipartimento.
Perché non sono giustizialista? Perché non delego il giudizio morale, etico e politico ad un sistema giudiziario che prima di altri dovrebbe giudicare se stesso. In Calabria io probabilmente sarò condannato per “interruzione di pubblico servizio”, mentre chi ha deliberatamente smantellato un servizio svolgendo funzioni pubbliche o, peggio ancora, lo ha trasformato in una fonte di reddito per se stesso e per una manica di parassiti, spesso non viene neanche processato.
La Giustizia vera è quella che conquistano le comunità quando diventano consapevoli, e per questo è giusto che certe cose si sappiano e si dicano. Io provo a fare la mia parte.
Flavio Stasi