Category Archives: vivibilità

Questione accoglienza migranti: qualche riflessione sull’incontro con il Prefetto

Come era ampiamente prevedibile, e nel rispetto della tradizione, il Prefetto ha anteposto la “ragion di Stato” alla Ragione e basta.

Certo chi va dicendo, rispondendomi, che se avessimo fatto una nostra proposta 8 giorni prima non sarebbe cambiato nulla, si è trovato a chiedere 1 giorno di tempo in più per “capire la situazione”. Evidentemente fare il consigliere 10 anni non comporta tutta questa esperienza.

Per la Cronaca: dopo domani sarà effettuato un sopralluogo alla struttura di Seggio per capire se questa è idonea ad ospitare esseri umani, ed in quale quantità. Se, come sembra, non è adatta, sarà dovere degli uffici comunali dimostrarlo con documentazione opportuna.

Più in generale il Prefetto, come è ovvio che sia, promuove il modello di “accoglienza” del Ministero e della Comunità Europea, quello cioè dei casermoni, dei “centinaia”, senza però chiudere totalmente la porta ad un modello di integrazione reale, delle “decine”, quello che in Consiglio Comunale ho definito “diffuso”. Sta alle nostre istituzioni, evidentemente, renderlo realizzabile in breve tempo.
So che per molti questo è un pretesto per dire no, MA NON PER ME.
Ecco perché sentire “tecnici” della Prefettura dire che non è possibile strutturare più punti di accoglienza con poche persone perché “non è gestibile” mi ha fatto salire i brividi. Ho evitato di rispondere (almeno su questo), non era il luogo opportuno, ma non ci vuole un sociologo per dimostrare che è il capovolgimento esatto della realtà, troppo palese per essere fortuito.

Semmai questo modello è MENO REMUNERATIVO e, perché no, più laborioso per le istituzioni incaricate di gestirlo: molto più semplice mettere 200 persone in un casermone, poi se ne parla.

Anche oggi però mi sono chiesto, senza alcun giudizio nei confronti delle persone, quale sia il ruolo del Prefetto nell’ordinamento democratico italiano se non quello di sovvertirlo sistematicamente. Negli ultimi decenni mi sembra che le prefetture si siano dimostrate il vettore principale del paradigma dell’emergenza con cui si è permesso ad un classe dirigente indecente di spendere soldi pubblici per un problema…senza mai risolverlo. Se i Governi fossero costretti a trattare con gli enti locali, infatti, sarebbero costretti ad adottare un modello di accoglienza diverso, e quindi a risolvere il problema.

Evidentemente a molti sta bene così, sta bene che centinaia di persone vengano stipate in un luogo qualsiasi senza alcuna speranza di integrazione, sta bene che qualcuno ci si arricchisca sopra, sta bene creare contrapposizione tra poveri, sta bene che si creino inutili tensioni sociali. Del resto se tutti i problemi si affrontassero con criterio ci sarebbero, probabilmente, molte meno tensioni sociali e le istituzioni atte a gestirle avrebbero meno senso…o no?


Alluvione, danno e beffa

Si individuino le responsabilità.
Un mese dopo l’alluvione abbiamo chiesto l’istituzione di una commissione di controllo per vigilare sull’utilizzo dei fondi che sarebbero arrivati a seguito della calamità, con un obiettivo preciso: evitare che i fondi venissero dirottati su quelle stesse aziende che, direttamente o indirettamente, hanno causato parte del disastro del 12 agosto.

 Stiamo parlando, per esempio, della cementificazione di zona Matassa o dei lavori sull’argine del Citrea.

Tale commissione non è stata istituita e puntualmente abbiamo premiato aziende e tecnici che hanno cementificato i torrenti, sbancato colline, manomesso gli argini.

Questa la prima beffa a danno dei rossanesi, ma quella della mancata presenza di Rossano nello stanziamento del Governo da 800 milioni per i danni ai privati è davvero un rospo troppo grande da ingoiare.

Oliverio, tramite il dipartimento regionale della Protezione Civile, e Mascaro tramite gli uffici comunali, verifichino ogni via plausibile per recuperare questa vigliaccata nei confronti del nostro territorio, e ritengo che l’intera delegazione parlamentare calabrese, trasversalmente, piuttosto di badare ad interviste e proclami, debba andare a bussare con veemenza agli uffici governativi per ottenere il giusto e sacrosanto risarcimento per cittadini e attività produttive della sibaritide.

Nel caso in cui questo non avvenga in tempi brevi, ritengo che la risposta delle città di Rossano e Corigliano, anch’essa danneggiata dall’alluvione, debba essere decisa ed a 360 gradi, sociale ed istituzionale, senza badare a colori politici o distinzioni.

In ogni caso quanto accaduto impone l’individuazione delle responsabilità: di fronte a centinaia di persone gravemente danneggiate, di fronte ad un tessuto produttivo profondamente colpito, non siamo disposti ad accettare il solito scarica barile all’Italiana. Qualcuno ha sbagliato e riteniamo che Mascaro ed Oliverio, piuttosto di elargire premi e promozioni per la propria classe dirigenziale (come stanno facendo in queste settimane), individuino chi e cosa non ha funzionato negli uffici pubblici prendendo provvedimenti seri. Questo forse non ripagherà i nostri concittadini dei tanti danni subiti, ma almeno contribuirà ad evitare che tali porcherie accadano in futuro.

Non solo, ad un anno dall’alluvione credo sia doveroso che si faccia un punto con gli uffici competenti su ciò che è stato fatto, come è stato fatto, su come e quanti soldi sono stati spesi, su cosa c’è ancora da fare e perché non è stato ancora fatto, domande che ogni cittadino si pone e che ritengo debbano essere affrontate nella massima trasparenza in Consiglio Comunale.


Sulla sanità servono interventi urgenti e chiarezza

Restano perplessità sull’atto aziendale.
L’incontro con il Presidente Oliverio ed il direttore Mauro sulle questioni che riguardano lo Spoke Rossano-Corigliano è servito per mettere in chiaro alla politica regionale che il livello della sanità sullo Ionio Cosentino resta ampiamente al di sotto della civiltà e richiede quindi interventi urgenti ed investimenti. Riteniamo che l’era dei progetti strampalati e dei provvedimenti ad personam debba essere chiusa.

Inutile fare l’elenco delle gravissime disfunzioni degli ospedali, la sintesi è che i nostri nosocomi sono da film dell’horror. È evidente che qualcuno ci guadagna: la sanità convenzionata, che è un modo elegante per descrivere la sanità privata, e le altre Regioni. Chi ci perde è la nostra gente.

Ricordo che il responsabile principale di questa drammatica situazione è l’ex commissario Giuseppe Scopelliti, il quale sostenuto elettoralmente da Mascaro e da buona parte della sua maggioranza (nonché da parte dell’attuale opposizione) è stato l’artefice del criminale piano di rientro sanitario che ha chiuso gli ospedali di Cariati e Trebisacce ed accorpato confusamente Rossano e Corigliano.

Tornando all’oggi, insieme agli altri capigruppo abbiamo chiesto ed ottenuto dal governatore degli impegni precisi rispetto al nuovo ospedale, alla centralità dello spoke Rossano-Corigliano ed ad alcuni interventi urgenti che questo richiede: potenziamento del pronto soccorso, attivazione di nuova strumentazione, nuovo personale medico e paramedico. Se questi impegni non saranno rispettati, la risposta istituzionale e sociale del nostro territorio dovrà essere, e per quanto ci riguarda sarà, molto decisa.

Abbiamo inoltre chiesto che il consiglio comunale sulla sanità alla presenza del governatore non venga procrastinato oltre a metà settembre e sarà anche occasione per verificare il mantenimento degli impegni assunti.

Nonostante i chiarimenti, restano molte le perplessità sull’atto aziendale che continua a dividere Rossano e Corigliano in due distretti diversi, una scelta dalla dubbia efficienza e dalla sicura profonda inopportunità, un provvedimento che può e deve essere rivisto.

Dovranno essere le due città, insieme all’intero territorio ionico, a non cadere nell’ennesimo tranello che le vuole divise e deboli nei confronti del capolouogo e di altri territori, superando i campanilismi e basandosi sulla qualità dei servizi.

Inutile girarci intorno, la questione ginecologia-ostetricia è stata affrontata fino ad ora con mediocrità. Ribadisco che è inconcepibile avere un reparto chirurgico senza centro trasfusionale, senza sala rianimazione, senza elisoccorso, con mezzi del 118 che fanno la spola carichi di provette. Se non si interviene su questa situazione, come già detto nei mesi scorsi a costo di risultare impopolare, i nostri figli nasceranno tutti in Basilicata, aggravando l’emigrazione sanitaria.

Se è questo quello che vogliamo, siamo sulla strada giusta.

Attendiamo ora risposte ed impegni anche dal Commissario Scura, una figura ormai ectoplasmica che sembra manifestarsi esclusivamente con provvedimenti improponibili, un uomo del governo Renzi che nel rispetto della tradizione commissariale calabrese ed italiana si muove senza alcuna considerazione delle comunità e delle istituzioni locali. Non c’è dubbio sul fatto che la fase emergenziale debba essere chiusa al più presto, evitando tragedie irreparabili come i 15 anni di emergenza rifiuti, ma ciò non toglie che il commissario Scura abbia il dovere di interloquire con i territori.