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29 Giugno: mobilitazioni in tutta Italia per la giornata mondiale contro il carbone

Il 29 giugno cade la giornata mondiale contro il carbone. In tutto il mondo  sono in programma eventi, manifestazioni e azioni contro l’impiego del  combustibile fossile più inquinante e dannoso per la salute e l’ambiente. In  Italia sono in programma varie mobilitazioni, in particolare a  Civitavecchia, La Spezia, Brindisi e Porto Tolle, dove da anni sono attive  centrali a carbone dell’Enel.

Nel dettaglio alcuni programmi della giornata.

LA SPEZIA

Fuori dall’era del carbone, promossa da SpeziaViaDalCarbone e Greenpeace

Ore 15.00 – Viale Mazzini (c/o Centro Allende – Spazio BOSS)

Concentramento, preparazione manifestazione e attività di gioco per bambini:
tutte le famiglie sono invitate!

Insieme a noi ci saranno Dario Vergassola ed altri artisti Spezzini.

Lo spazio sarà a disposizione dei comitati e delle associazioni che avranno
dato la propria adesione all’iniziativa.

Ore 17:30 – Passeggiata Morin

Ritrovo delle imbarcazioni capitanate dal Quinto Remo (il vascello dei
Pirati di Cadimare) e formazione del corteo via mare con imbarco degli
attivisti di Greenpeace e di SpeziaViaDalCarbone.

Tutti i cittadini sono invitati ad unirsi con il proprio natante!

Ore 18.00 – Viale Mazzini e Passeggiata Morin

Partenza dei cortei via terra e via mare diretti alla Darsena di Pagliari/
Pontile Enel per lanciare, a tutta la città, il nostro unanime NO AL
CARBONE!

Unisciti a noi a piedi, in bicicletta e in barca!

Ore 20.00 – Darsena di Pagliari

Chiusura manifestazione: arrivo e sbarco attivisti,

concerto dei gruppi Visibì e Rümo

Per ulteriori info: https://www.facebook.com/events/203915466425600/

CIVITAVECCHIA

Programma:

ore 11.00: biciclettata per le vie della città

ore 12.00: flash mob

ore 12.00 – 16.00: attività per tutte le età

ore 16.00: proiezione del corto “Uno al giorno”

e collegamento con il comitato NoCoke a La Spezia

ore 17.00: musica e artisti di strada fino a sera!!

Oltre ai volontari di Greenpeace saranno presenti anche altri comitati e
associazioni: Nessun dorma, Forum ambientalista, NoCoke alto Lazio, Comitato
senza paura, M.A.R.A. (Malattie ambientali e reciproco aiuto), Medici per
l’ambiente (ISDE), Asud e Comitato Antidiscaricallumiere Allumiere.

Per ulteriori info:
https://www.facebook.com/events/477484615659227/?notif_t=plan_user_invited


Monte Amiata. Manifestazione dell’11 maggio: E’ TORNATA PRIMAVERA!

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Ai dubbi e preoccupazioni sulla risposta alla ‘chiamata’ che nelle settimane scorse abbiamo lanciato a tutta la popolazione amiatina e a tutti coloro sensibili alla difesa dei beni comuni, hanno risposto i ‘Mille’ del colorato, pacifico e determinato corteo che l’11 maggio hanno suonato la sveglia al ‘Risorgimento’ del monte Amiata.
Mille facce, mille voci che hanno fatto proprie le parole d’ordine del Coordinamento Sos Geotermia: moratoria immediata di ogni attività geotermica, salvaguardia del territorio e dell’acqua, lavoro e sviluppo legati al ‘tesoro’ di cultura, paesaggio, produzioni agroalimentari d’eccellenza, alla valorizzazione dell’enorme patrimonio storico, architettonico, naturalistico.
Tantissimi cittadini dell’Amiata hanno rotto gli indugi e strappato il velo di indifferenza, paura, sottomissione a cui Enel e amministratori li vorrebbero piegati; a dar man forte, a dire loro che non sono soli, tantissime associazioni, comitati, sindacati e partiti; è mancata la presenza di Don Gallo che nei giorni scorsi ha avuto seri problemi di salute e a cui mandiamo un caloroso abbraccio e un augurio di pronta guarigione.
Interessante l’incontro, alle 19, al Castello, con i medici e i cittadini nel quale si sono analizzati i dati dello studio Ars sulla salute, a cui è intervenuto telefonicamente il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova.
La chiusura simbolica del cantiere di Bagnore 4 di fronte ad un corteo sbigottito nel vedere -a volte per la prima volta- il ‘mostro sputaveleni’ di Bagnore 3, ci lancia verso nuove e più incisive iniziative affinchè tale chiusura, da simbolica, diventi reale.
Che nessun amministratore domani dica che non sapeva! Laddove il problema è stato discusso in consiglio comunale, come ad Abbadia S.Salvatore, la risposta non può che essere netta e chiara: basta con la geotermia in Amiata. Chiediamo e solleciteremo tutte le amministrazioni locali a discutere e pronunciarsi sul tema in sede di consigli comunali ‘aperti’ ai cittadini.
Non accetteremo rinvii ‘sine die’ del confronto tra esperti più volte promesso e sempre rinviato; non sono giustificabili amministratori che dicano ‘ancora ci stiamo documentando’.
La presenza alla manifestazione di parlamentari del M5S della commissione Ambiente ci dice che l’attenzione sul problema cresce ed abbiamo già richiesto a tutti i gruppi parlamentari un incontro affinchè anche il governo nazionale intervenga.
In concerto con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua si sta programmando per l’inizio estate una ’3 giorni’ di discussioni e dibattiti sulla difesa di tutti i Beni Comuni, propedeutica per la crescita di un movimento generale che sappia, con maggior incisività, contrastare il saccheggio dei territori, la svendita del patrimonio comune, le privatizzazioni dei servizi, la desertificazione sociale, in definitiva, il furto di democrazia in atto in questo Paese.
La battaglia non è finita, anzi, proprio dalla giornata dell’11 maggio riparte con più forza e vigore e, nel ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla bella marcia, diciamo a tutti: attenti, è tornata primavera!

LA GALLERIA FOTOGRAFICA (oltre 400 immagini) SUL SITO SOS GEOTERMIA

Ricordiamo a tutti gli amici che sostengono la battaglia in difesa del monte Amiata che il coordinamento Sos Geotermia è indipendente e non ha finanziamenti, né palesi né occulti, e deve far fronte a molte spese (organizzative e legali). L’unico sostegno economico è quello che può arrivare da VOI con una sottoscrizione.
Vi invitiamo perciò a fare una donazione CLICCANDO QUI e seguendo le istruzioni.
GRAZIE A TUTTI!


30 Aprile – Rete Stop Enel nell’Assemblea degli Azionisti. Intervento Mihai Valeanu

Gentili membri del consiglio di amministrazione, gentili membri del gruppo dirigente, gentili azionisti, signore e signori.

Il mio nome è Mihai Valeanu, vengo da Galati in Romania, e ho percorso più di 1000 km per partecipare a questo incontro a Roma, per sottoporvi una richiesta.

Enel ha intenzione di investire a Galati oltre 1 miliardo di € per una centrale a carbone. Ma ma questa cifra è irrisoria rispetto ai più significativi costi esterni che l’impianto comporterà per i cittadini del nostro territorio in termini di salute e ambiente, costi stimati a 9 miliardi di €, secondo uno studio indipendente.

La città di Galati è già molto inquinata a causa delle attività industriali ,e nei suoi 40 anni di attività, la centrale a carbone di Enel provocherà la morte prematura di 40 persone ogni anno.

In Romania, le centrali a carbone già riescono con difficoltà a vendere l’ energia prodotta, a causa dei prezzi bassi nel mercato dell’energia. Una nuova centrale a carbone, come quella prevista da Enel, si troverebbe ad affrontare i rischi economici relativi ad una eventuale inoperatività per un periodo di tempo indefinito.

Questo progetto di centrale a carbone, che si trova a monte del delta del Danubio – una zona unica inclusa nella lista dei siti dichiarati patrimonio mondiale dell’UNESCO e nei siti Natura 2000 – è dannoso per la reputazione di Enel quale investitore responsabile in Europa. Questi siti ospitano numerose specie di uccelli protette dalla European Birds

Ad oggi, l’opposizione pubblica contro il progetto di Enel a Galati ha già riunito molte ONG, insieme ad un gran numero di cittadini tra cui il sindaco della città. Come alcuni di voi sanno, nelle ultime due settimane, circa 2000 cittadini della nostra zona hanno inviato lettere ai dirigenti di Enel, sottoponendo le loro preoccupazioni in merito al progetto e chiedendo la cancellazione del progetto stesso.

Chiedo quindi rispettosamente ad Enel, in nome dei cittadini di Galati, di modificare i propri piani di investimento, spostandoli dalla costruzione della centrale a carbone nella nostra città, alla realizzazione di progetti di energia rinnovabile, per la quale il nostro Paese offre risorse inesauribili.

Concludo il mio intervento con 2 domande per i dirigenti di Enel:

La società ha considerato e preventivato i costi relativi alla possibile ostruzione del progetto a causa dei molti procedimenti legali in corso e delle richieste di revoca della licenza ambientale?

Tenuto conto del fatto che la Romania utilizza in media meno di 1500 MW di energia prodotta a carbone, ma ha già più di 4000 MW di capacità installata a carbone, per che cosa sarà utilizzata l’ energia prodotta da questo progetto?


30 Aprile – Rete Stop Enel nell’Assemblea degli Azionisti. Intervento Humberto Manquel Millaguir

Per i comitati internazionali della Rete Stop Enel, intervento di Humberto Manquel Millaguir nell’Assemblea degli azionisti 2013.

A Spezia nella scuola dell’infanzia di Fossamastra, a 50 metri dal pontile di scarico del carbone della centrale Eugenio Montale, sono stati installati flitri di depurazione dell’aria.

In Colombia 450 famiglie di contadini e 1000 pescatori hanno perso il loro reddito a causa della costruzione della diga El Quimbo.

Civitavecchia, dopo 25 anni di servitù energitica, è al primo posto nel Lazio per mortalità dovuta a tumori ai polmoni.

In Guatemala ENEL divide il profitto con un lantifondista implicato nelle dittature militari della guerra civile e che si serve ancora oggi il lavoro minorile.

A Brindisi a causa dell’inquinamento da polveri di carbone, nel 2007 un’ordinanza del sindaco ha impedito la coltivazione dei terreni agricoli attorno alla centrale Federico II.

Nella Patagonia il progetto HidroAysèn, se verrà costruito, inonderà 5900 ettari di terra e la linea si trasmissione sarà lunga più di 2000 km.

In Toscana, sul monte amiata la falda acquifera che approvvigiona mezzo milione di persone si è ridotta di centinaia di miliardi di litri a causa dello svilppo dei progetti geotermici.

Tutto questo è ENEL in Italia e nel mondo.

La società arriva con arroganza in ogni territorio per imporre i propri progetti con la complicità dei governi locali. In Cile, il mio paese, l’ENEL possiede il diritto di sfruttare i nostri fiumi grazie a una legge che risale alla sanguinosa dittatura militare di Pinochet .

ENEL con i suoi progetti distrugge il territorio e le economia locali. Questo metodo è odioso da un punto di vista etico e fallimentare da quello economico. Endesa è stato un investimento sbagliato che ha fatto aumentare Il debito dai 12 miliardi del 2007 ai 43 di oggi. Per questo scelte sbagliate pagheranno i lavoratori italiani infatti ENEL vuole ridurre il debito di 6 miliardi tagliando anche sul lavoro.

In America Latina ENEL persegue il consenso delle comunità locali con i cosiddetti programmi di responsabilità sociale che dividono e creano conflitti all’interno delle comunità e delle stesse famiglie. Nonostante questo ovunque i progetti hanno una forte opposizione, vengono ritardati o mai realizzati, e non stanno nemmeno portando agli azionisti il profitto previsto.

Siamo qui per dire che El Quimbo in Colombia, HydroAysen in Cile, le centrali nel Territorio Mapuche la Centra di Porto Tolle, Bagnore 4 sul Monte Amiata, la riconversione a carbone a Rossano Calabro sono tutti progetti che non si faranno, perchè noi ci opporremo uniti, come conferma la mobilitazione qui fuori. E voi azionisti se non chiederete un cambiamento di gestione perderete molti soldi.


30 Aprile – Rete Stop Enel nell’Assemblea degli Azionisti. Intervento Flavio Stasi

Per la Rete Stop Enel intervento di Flavio Stasi nell’Assemblea degli Azionisti 2013 a proposito dello smaltimento illegale di rifiuti tossici residui della combustione.

Sono qui, portando la voce di alcune comunità calabresi, per investire questa assemblea di una problematica grave e urgente.

Tra il 2009 ed il 2011 alcune inchieste giudiziare, con particolare riferimento alle operazioni “Leucopetra” e “Poison” rispettivamente del Corpo Forestale dello Stato e della Guardia di Finanza, hanno sgominato una organizzazione criminale che si occupava di smaltire illegalmente dei rifiuti tossici, ed in particolare sono stati ritrovate circa 100.000 tonnellate di rifiuti tossici in località Lazzaro (RC) e circa 130.000 tonnellate in località San Calogero (VV).

Successive indagini hanno accertato che buona parte di quei rifiuti provenivano dalla centrale a carbone “Federico II” di Brindisi, di proprietà di questa azienda.

Ad oggi quei luoghi sono rimasti, purtroppo, quasi nello stesso stato del tempo delle inchieste, mentre il Prefetto di Vibo Valentia ha in passato ordinato la distruzione di tutti gli agrumi provenienti dagli agrumeti interessati dalla contaminazione.

Purtroppo su queste vicende grava la sinistra ombra dell’organizzazione criminale più potente al mondo, la ‘ndrangheta, come testimoniato dalla relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti in Calabria, retta dall’on. Pecorella, la quale afferma che la Calabria, a causa della criminalità organizzata, è terra di smaltimento di rifiuti speciali ed in particolare “smaltisce”, legalmente ed illegalmente, circa il 7% dei rifiuti speciali prodotti nell’intero paese, pur producendone dieci volte di meno.

Inoltre alcune relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia, in particolare nel 2009 e 2010, hanno denunciato come le ‘ndrine siano state interessate ai progetti di riconversione a carbone o di costruzione di nuove centrali in Calabria, quindi ai progetti di Rossano (CS) (seppure la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale è stata archiviata nel 2012) e Saline Joniche (RC), con riferimento proprio allo smaltimento dei rifiuti derivanti da combustione.

Ho avuto la possibilità di dare un’occhiata alle risposte preparate dall’azienda rispetto alle domande poste dagli azionisti prima di questa assemblea, alcune delle quali riguardavano proprio questo argomento.

L’azienda minimizza la questione, facendo riferimento al procedimento giudiziario ancora in corso.

Io voglio rafforzare questa minimizzazione, seppure alcuni dei dirigenti Enel sono stati addirittura sottoposti a misure cautelari, in quanto un profondo sostenitore della nostra Carta Costituzionale e quindi credo sia legittimo rispettare il presupposto di innocenza fino al terzo grado di giudizio.

Aldilà delle responsabilità giudiziarie, però, ci sono delle inconfutabili responsabilità aziendali, alcune delle quali morali ed etiche, e ricordo che, come ricordato dal dott. Colombo proprio in apertura di questa assemblea, questa Azienda ha un codice etico che quindi si impegna a rispettare.

Trovo che come Assemblea degli Azionisti dobbiamo ritenere intollerabile che un’azienda come Enel non metta in atto le procedure necessarie per evitare quanto accaduto. La mancanza di una pianificazione chiara dello smaltimento, la mancanza di trasparenza e la mancanza di controllo minuzioso rispetto alle destinazioni finali dei rifiuti provenienti dagli impianti dell’azienda, hanno condannato quei luoghi alla devastazione ed all’avvelenamento, considerando che si tratta dei luoghi che distano circa 300 metri dal mare e che fanno parte di Zone di Interesse Comunitario, con conseguenze per l’economia e per la salute. È intollerabile che queste mancanze abbiamo indirettamente permesso a delle organizzazioni criminali di guadagnare, a scapito delle comunità, profitti stimati in circa 24 milioni di euro.

Questo non ha creato solo un danno incalcolabile ed oggettivo per quei territori e quelle comunità, ma ha anche causato un danno enorme per l’azienda in termini di credibilità internazionale ed immagine, considerando quanto questo Consiglio d’Amministrazione ci tenga a questi aspetti sostenendo numerose iniziative di sponsorizzazione. Potete immaginare, aldilà di ogni responsabilità giudiziaria, quanto negativamente sia percepita l’azienda in quei luoghi ed in tutta la regione, paragonata ad uno straniero che utilizza la terra per scopi intollerabili.

Pongo delle questioni, che sono allo stesso tempo delle richieste.

Chiedo a questa Assemblea di assumere come propria la responsabilità morale ed etica di quanto accaduto. Chiedo quali sono stati i provvedimenti immediati e quali saranno i provvedimenti futuri per evitare che questi episodi si ripetano in futuro, fra le altre cose in quella che dovrebbe essere la patria dell’Azienda, laddove dunque Enel dovrebbe rivestire un ruolo di prestigio.

Ho ascoltato l’amministratore delegato Conti criticare i Governi per i provvedimenti economici che penalizzano l’azienda. Vorrei allargare questa critica, manifestando il timore (che tende a certezza) che quei luoghi resteranno in quello stato per lungo tempo, in quanto in Italia la realizzazione dei piani delle bonifiche è assolutamente una chimera.

Dunque propongo all’azienda una “sponsorizzazione” che, a differenza delle squadre di basket e delle trasmissioni televisive, potrebbe fruttare un ritorno di immagine enorme.

Ancor prima di vedere accertate le eventuali responsabilità legali dell’Azienda, Enel si faccia carico dei piani di caratterizzazione e bonifica di quei luoghi, restituendo alle comunità la sicurezza sanitaria e le proprie risorse economiche, cercando di risollevare la reputazione aziendale in una regione che ha visto, tra l’altro, Enel assolutamente non in grado di risolvere le controversie determinate dalla propria attività: è accaduto a Rossano (CS) laddove l’azienda ha completamente ignorato le delibere dei Consigli Regionali e Comunali e le iniziative della società civile continuando a tentare di imporre la riconversione a Carbone di quella centrale; come è accaduto a Laino Borgo (CS) laddove l’azienda insiste da anni nel voler avviare un mega impianto a biomasse nel bel mezzo di un Parco Nazionale.

Ad oggi il meridione è penalizzato da mancanza di programmazione locale, ma anche da mancanza di infrastrutture ed investimenti corretti. Stando anche alle parole del neo-premier, se vogliamo vedere realmente al meridione come volano per l’economia dell’intero paese, con ripercussioni positive per tutti i settori, allora è necessario smettere di vedere al meridione come sede di impianti completamente dissonanti dalle vocazioni del territorio, puntando invece alla valorizzazione e quindi improrogabilmente al ripristino della sicurezza sanitaria, del patrimonio naturale e paesaggistico. L’azienda se ne faccia carico, ne avrà un certo ritorno di immagine.


30 Aprile – Rete Stop Enel nell’Assemblea degli Azionisti. Intervento Simona Ricotti

Per i comitati italiani della Rete Stop Enel, intervento di Simona Ricotti nell’Assemblea degli azionisti 2013.

ENEL: l’energia che ti ascolta; cosi si presenta l’azienda in uno dei suoi più conosciuti spot pubblicitari. ENEL, l’energia che ti opprime viene, invece, vissuta l’azienda ovunque sia presente, in Italia come nel mondo.

E questo perché il Consiglio di amministrazione e quella pletora di dirigenti, che voi e noi, sia in qualità di azionisti che in qualità di cittadini, paghiamo profumatamente, si è volutamente mostrata sorda e cinicamente indifferente dinanzi alla sofferenza dei territori, incapace di ascoltare quanto avevano da dire intere popolazioni rispetto le scelte industriali dell’azienda che si sono trovate a subire. Peggio ha utilizzato milioni di euro per imbavagliare le popolazioni con ricorsi, consulenze pilotate, pressione sui mass media, finanziamenti ai governi locali e nazionali, sponsorizzazioni distribuite a pioggia su società ed associazioni; costi importanti che ENEL sostiene per imporre le proprie volontà sui territori, comprando il consenso degli enti locali che in Italia schiacciati dal patto di stabilità, altrove schiacciati dalla fame e dalla corruzione, si trovano a dover gioco forza accettare.

Milioni di euro che è bene sottolineare vanno ad incidere, unitamente alle tante altre scelte sbagliate, sul pesante debito finanziario dell’azienda.

Un debito di 43 miliardi di euro dovuto a scelte ed investimenti sbagliati, come quello dell’acquisto di ENDESA e di centrali obsolete nel Est europeo, cha sta comportando grandi debiti a fronte di bassi ricavi, facendo sì che il titolo crollasse in borsa, o come quello di continuare a spingere sulla realizzazione di nuovi impianti di cui non vi è alcuna necessità nell’attuale contesto di progressivo e crescente calo dei consumi energetici: 5% rispettivamente nel 2010, nel 2011 e nel 2012, che si attesterà, secondo le stime degli analisti internazionali, all’8% nel 2013, per raggiungere picchi a due cifre fin oltre il 2017.

Politiche aziendali non solo sorde, ma che si stanno rivelando una vera e propria trappola per gli azionisti che si trovano a dover decidere, al fine di ridurre il debito miliardario, un taglio di oltre 6 miliardi entro il 2017 tramite la chiusura di impianti a turbogas e olio combustibile per circa 7000 MW e al taglio di circa 3500 posti di lavori, e a dover sostenere nel contempo investimenti per nuovi impianti e riconversioni, come quelli di Porto Tolle, di Rossano, di Bagnore, dell’ Amiata, di cui non c’è alcun bisogno, e che, per di più, sono profondamente osteggiati dalle popolazioni e che proprio per questo graveranno sul bilancio con tutta una serie di pesanti costi aggiuntivi, che andranno ad appesantire quel 1,5 miliardi di euro per contenziosi già presenti nell’attuale bilancio.

Siamo stati quindi costretti a comprare delle azioni, per riuscire ad interloquire con voi, azionisti di ENEL, nella speranza di trovare luogo più fertile all’ascolto, di riuscire a rendervi maggiormente consapevoli di alcuni aspetti delle politiche aziendali che hanno ed avranno sempre più pesanti ricadute in termini non solo ambientali ed etici, ma anche in termini strettamente economici, se anche, con estremo cinismo, vi interessasse solo questo aspetto, su quelle che sono le prospettive aziendali di breve e medio termine.

Perché è bene che sappiate che ognuno di voi che siede qui, ogni singolo azionista ENEL, in virtù delle politiche aziendali portate avanti dal CdA, è responsabile a tutti gli effetti delle devastazioni sociali, ambientali e sanitarie che l’ente energetico agisce sui territori.

Responsabile delle pesantissime percentuali di mortalità e morbilità per patologie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari che si registrano a Civitavecchia, a Brindisi, a La Spezia, in zona Amiata, etc; percentuali, badate bene, i cui dati sono costituiti da corpi, carne e sangue di migliaia di bambini, di uomini e donne che hanno pagato e continuano a pagare con la vita e con immani sofferenze le ricadute sulla salute di milioni di tonnellate di veleni che questi impianti immettono nell’ambiente circostante. E come non bastasse, l’Enel mette a disposizione gli impianti termici per bruciare i rifiuti ,vista la tossica autorizzazione governativa di utilizzare il “CSS” come combustibile, invece di avviare la chiusura degli inceneritori entro il 2020 come prevede la raccomandazione UE del 2012.

Responsabili della distruzioni di intere economie devastate dal pesantissimo inquinamento provocato da questi impianti, spesso in esercizio in violazione delle più elementari norme di sicurezza ambientali e per questo sottoposti a decine di inchieste giudiziarie,e rinvii a giudizio di dirigenti Enel come nel caso del Brindisino, ma non solo.

Responsabili della violazione dei diritti umani di intere popolazioni come in Cile, in Colombia, S.Salvador e Guatemala.

Responsabilità di cui ognuno di voi dovrà rispondere davanti alla propria coscienza e alla storia, ma di cui, invece l’azienda, e a questo forse sarete più sensibili. si troverà a rispondere in solido nelle sedi giudiziarie. E questo non farà certo bene all’immagine e ai bilanci di ENEL, nonostante gli sforzi di apparire azienda attenta alla sostenibilità ambientale e alla questione sociale,fuori e contro il “ codice etico”che tanto viene sbandierato.

Perché è bene che sia chiaro che porteremo ogni singola violazione dei diritti umani nelle sedi di giudizio europee ed internazionali; ogni singola violazione delle normative vigenti sulle leggi ambientali e sanitarie e delle rispettive autorizzazioni in tribunale; chiameremo a rispondere degli immensi danni sanitari che sta subendo la popolazione e chiederemo il risarcimento danni per ognuno. E questo avrà un costo enorme per l’azienda, è bene gli azionisti lo sappiano, non solo in termini di spese legali, di consulenze e quanto altro, ma soprattutto in termini di risarcimenti e di danno all’immagine: la difesa della nostra vita, della nostra salute e delle nostre terre contro l’immagine aziendale.

Ci sono poi i cosiddetti costi esterni, che seguendo l’ormai consolidata logica per cui si privatizzano i benefici economici e si scaricano i costi ambientali, sanitari e sociali sullo Stato, ovvero sui contribuenti, si troverà a pagare l’intero paese e ci si dovrebbe spiegare come il socio di parte pubblica, che dovrebbe sedere in questa assise a rappresentare gli interessi del popolo italiano, intenda far coincidere tali oneri con l’interesse nazionale.

Dove risiede, ad esempio, l’interesse nazionale nell’approvare un piano industriale che prevede di portare la quota di energia prodotta con il carbone al 50%, ben sapendo che tale tipologia di combustibile è quella che presenta le maggiori esternalità; basti considerare che applicando il metodo d calcolo dei costi esterni messo a punto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) per l’insieme delle centrali a carbone di ENEL in Italia (dati 2009) si stima un costo esterno complessivo di 1772 milioni di euro.

La decisione della decarbonizzazione nella produzione di energia presa dalla UE, è quindi ambientalmente auspicaile, socialmente utile ma anche economicamente convincente.

Stesso interesse nazionale che non riusciamo a comprendere nella Strategia Energetica Nazionale(SEN) approvata dal Governo Monti- che si basa essenzialmente su “ Italia HUB del gas per la UE(con rigassificatori,grandi depositi e gasdotti); aumento produzione idrocarburi (con trivellazioni petrolifere e fraking); sottrazione di1/5 di territorio agricolo per produzione di agrocombustibili – tre filoni insostenibili per il nostro gia fragile Paese ,in cui si alternano dissesto idrogeologico,alluvioni e terremoti , e per le popolazioni che ne subiranno come al solito danni e conseguenze.

Vogliamo inoltre in questa sede evidenziare che riteniamo inaccettabile che ENEL, società il cui socio di maggioranza relativa è il Governo italiano, non ottemperi alla volontà plebiscitaria violando così la sovranità popolare sancita con il referendum del 2011, di rigetto della strategia nucleare, prevedendo l’uscita dell’azienda dalla produzione nucleare e da progetti in itinere in Spagna,Slovacchia,Bulgaria,Russia.

Le politiche energetiche che ENEL persiste nel voler portare avanti si sono dimostrate economicamente, socialmente ed ambientalmente fallimentari, il futuro sta in un diverso modello di energia, una energia giusta. che sappia inserirsi con armonia nei territori e ne incentivi anziché distruggere le vocazioni, che sia al servizio e non contro i cittadini, che si basi su una produzione diffusa ed utilizzi le nuove tecnologie reticolari di trasmissioni.

Non cambiare indirizzo significa continuare a percorrere una strada fallimentare che non farà che aumentare il debito dell’azienda e le bollette degli utenti, per questo vi sollecitiamo a fermarvi, ad applicare la Moratoria su tutto l’autorizzato, compresi i pozzi geotermici dell’Amianta, e le riconversioni a carbone, così da avviare un nuovo piano energetico basato sulle reali necessità del paese.

Una strada che in realtà è obbligata perché vogliamo dirlo con la determinazioni di chi sta difendendo il proprio futuro: la diga de El Quimbo in Colombia, HydroAysen in Cile, le centrali nel territorio Mapuche, le riconversioni a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro, la centrale di Bagnore e quelle in zona Amiata, sono tutti progetti che “non si faranno”perchè noi ci opporremo uniti, con la forza e la consapevolezza universale di chi sta proteggendo la propria terra e il futuro dei propri figli.


30 Aprile, Stop Enel nei luoghi simbolo di Roma – Foto e Rassegna

Nell’ambito della tre giorni Stop Enel, i comitati hanno voluto portare i loro striscioni e la loro protesta nei luoghi simbolo di roma nel mondo: il Colossero, la scalinata di Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi.

Ecco le foto

Alcune testate nazionali riportano la notizia

Photogallery La Repubblica

Il Fatto quotidiano

VEDI ANCHE 30 Aprile, Sit-In di fronte all’assemblea degli azionisti Enel


30 Aprile, Sit-In di fronte all’assemblea degli azionisti Enel

309941_10152988531080107_218210358_nNell’ambito della 3 giorni della Rete Internazionale Stop Enel, il 30 Aprile, durante lo svoglimento dell’Assemblea degli Azionisti dell’ENEL, i comitati impattati da progetti della multinazionale italiana si sono dati appuntamento proprio di fronte alla sede, in viale Regina Margherita 125, a Roma.

Durante il Sit-In i vari comitati hanno tenuto una conferenza stampa.

Di seguito i video e le foto.

[VIDEO] Conferenza stampa

Ionut Brigle, Bankwatch – Romania

Miller Armin Dussán Calderón, Asoquimbo – Colombia

Concepcion Santay, Sindaco dell’Alcaldia Indigena di San Juan Cotzal – Trianolo Ixil, Guatemala

Gianni delle Gemme, No al Carbone Brindisi

Marzia Marzoli, No Coke Alto Lazio

Sos Geotermia, Monte Amiata

Daniela Patrucco, Spezia Via Dal Carbone

 


Stop Enel, Incontri territoriali a Maggio

in continuo aggiornamento…

Durante le prime settimane di Maggio la Rete Stop Enel sarà in girò per l’Italia in occasione di incontri, iniziative, dibattiti e seminari.

Venerdi 3 Maggio, Stop Enel in Val Susa

Incontro nell’ambito della Critical Wine NO TAVOre 21:00, presso il D.Bunino  Bussoleno

“Terra è Libertà”, un confronto pubblico coordinato da Luigi Casel, attivista Movimento No Tav

Interventi di:

–    Miller Armin Dussán Calderón (Asoquimbo, Colombia)

–    Daniela Lucinda Tisnado Barrientos (Agrupacion Rio Pascua, Patagonia Cilena)

Tradotti da Massimo Lupo, attivista della rete Stop ENEL, gli interventi saranno introdotti da brevi filmati. Nel corso della serata sarà presentato il vino  VinoNOTAVsolidale, interverrà Luca Abbà, coop. Valli Unite

Sabato 4 maggio 2013, Ravenna

Seminario   Energia perchè ? Energia per chi ?  lo sfruttamento mascherato da cooperazione allo sviluppo”

Dalle 14.00 alle 19.00, presso il Villaggio del Fanciullo,  via del Pino, angolo via 56 martiri – Ravenna

Introduzione: a cura del  Coordinamento “Il Sud Siamo Noi”

 l’energia come paradigma del rapporto nord-sud”

Interventi di:

– Miller Armin Dussen Calderòn, docente universitario colombiano, dirigente della resistenza delle comunità indigene alla la diga del Quimbo.  “Il caso Colombia. Energia perchè? Energia per chi?”

– Concepcion Santay, sindaco dell’Alcaldia Indigena di San Juan Cotzal (Trianolo Ixil – Guatemala). “ Le comunità indigene, custodi  del rapporto con la Madre Terra”

– Caterina Amicucci, Associazione Re-Common, curatrice della pubblicazione “Palo Viejo, la diga della discordia”. “La criminalizzazione del dissenso. Che cosa passa attraverso l’imposizione delle idroelettriche”

e  testimonianze di Ecomapuche, associazione di amicizia con il popolo Mapuche” del Cile, e della   campagna internazionale “Stop Enel”. 

Ampio spazio al dibattito,   al termine: serata conviviale con cena e musica della tradizione latinoamericana. 

Domenica 5 Maggio, Moiola (CN) – La primavera dell’acqua

05 05 A3.cdrOre 9,30-18.00. Valle Stura – Impianti Comunali

L’acqua bene comune universale può diventare dannosa se sottoposta alle regole del mercato. Per la difesa del territorio dalle devastazioni causate dalle grandi dighe in Colombia, Guatemala e Patagonia come a Moiola.
Visite accompagnate, pranzo, musica e informazione.
Con la partecipazione di:
– Miller Dussan Calderon (Colombia)
– Cocepcion Santay Gomez (Guatemala)
– Daniela Tisnado Barrientos (Patagonia cilena)
– Humberto Manquel Millaguir (Comunità Mapuche in Cile)

 

 

 

 

Il 6 e 7 maggio a Trento e Bolzano

El Gigante – la lotta contro una multinazionale. 

 

MERCOLEDI 8 MAGGIO 2013 a CESENA nello Spazio Libertario Sole e Baleno, subb. Valzania 27multinazionaliVSmapuche
Dalle ore 20.30 buffet vegan
a seguire chiacchierata con:

– HUMBERTO MANQUEL: portavoce della resistenza mapuche del Lago Neltume (Panguipulli) dove ENEL vuole costruire una mega diga

– Valentina Fabbri: osservatrice diritti umani in Cile, racconterà la criminalizzazione delle rivendicazioni mapuche, dei tentativi di espulsione e montaggi mediatici subiti e della Resistanza Mapuche Huilliche del fiume PILMAIKEN dove AES GENER vuole costruire una mega diga.

DUE LUOGHI SACRI, CIRCONDATI DA NATURA INCONTAMINATA, SARANNO INNONDATI E SPARIRANNO PER SEMPRE SE NESSUNO FERMA QUESTI MOSTRI TRANSNAZIONALI.

UNA SERATA PER RICORDARE I DIFENSORI DELLA MADRE TERRA E DELL’ACQUA IN CILE:
IL POPOLO MAPUCHE!

MARRICHIWEU!!!!
www.ecomapuche.com

Mercoledì 8 maggio a Campobasso

Il Comitato Acqua Pubblica Molise organizza un incontro di presentazione della campagna Stop Enel,

 presso l’INCUBATORE SOCIALE 
via Monsignor Bologna, 15 – CAMPOBASSOintervengono:
-CONCEPCION SANTAY GOMEZ Sindaco indigeno Maya/Ixiles di San Juan Cotzal (Guatemala)
-FLAVIO STASI Rete Stop Enel e Comitato No al Carbone di Rossano Calabro
-EMILIO IZZO Comitato No all’eolico selvaggio Molise

-COMITATO ACQUA PUBBLICA MOLISE
-PATAGONIA SIN REPRESAS (video testimonianza)

 


[VIDEO] Carbone pulito, coscienze sporche. 28-30 Aprile. Tre giorni Stop Enel

Il 30 aprile si celebrerà a Roma l’assemblea degli azionisti di Enel Spa. Dalle mega dighe della Colombia, del Cile, del Guatemala al carbone di Civitavecchia, Brindisi, La Spezia; dal nucleare in Spagna alle rinnovabili di nome e non di fatto, come la geotermia in Toscana e le biomasse sul Pollino ; dalle mega centrali dell’Est Europa ai catorci ad olio combustibile di Rossano, Porto Tolle, Montalto di Castro: Enel rappresenta in pieno il modello energetico che ha caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di politiche industriali dell’occidente, un modello fallimentare basato sull’esaurimento di risorse naturali, sullo sconvolgimento dell’ecosistema sulla prevaricazione sistematica della volontà, degli interessi e dell’identità delle comunità locali, in Italia come all’estero.

locandinaLa Campagna “Stop Enel” nasce per contrastare queste politiche e promuovere un nuovo modello energetico. La rete che ha già dato vita a due assemblee internazionali e invita tutti a partecipare a tre giorni iniziative ed approfondimenti che si svolgeranno a Roma:

Domenica 28 aprile – ore 10.30-17.30

Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel

CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37

Lunedì 29 aprile, ore 10.30 – 13.30

Seminario di approfondimento: Il ruolo di ENEL nel mercato dei crediti di Carbonio

CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37

Pomeriggio: Incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone

Martedì 30 aprile – ore 14.00

Sit in STOPENEL durante lo svolgimento dell’assemblea degli azionisti

Di fronte alla sede nazionale di ENEL – Via Regina Margerita 125

Scarica la locandina

Scarica l’APPELLO AI TERRITORI