Commento comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria del 4 Novembre 2011.
di Flavio Stasi
La notizia del referendum greco fa crollare le borse d’Europa.
Verrebbe da chiedersi: la “democrazia” dei mercati, delle privatizzazioni e della concorrenza può essere più spudorata di così? Non è la volontà popolare della Grecia a dimostrarsi incompatibile col liberismo, siamo ad un livello di chiarezza ancora superiore: basta semplicemente che esista la possibilità che il popolo si esprima, e crolla giù tutto.
Anche i più abili prestigiatori di regime stanno abbandonando ogni tatticismo sputandoci la verità in faccia. Uno dei più autorevoli, il Financial Times, per esempio, commenta la notizia greca seccamente: «chiedere al popolo di esprimersi sull’accordo del 27 ottobre è come chiedere al tacchino se vuole essere sacrificato». Insomma, gli accordi che i vari governi stanno prendendo a Bruxelles sono delle fregature enormi, e proprio per questo è bene che il popolo non si esprima, che venga guidato silenziosamente verso il forno già caldo insieme a quattro patate.
Questo accade lontano, a Bruxelles, ad Atene, a New York, a Roma.
In Calabria invece dobbiamo ritenerci fortunati, visto che la crisi ce l’abbiamo dall’Unità d’Italia. Continue reading