Carbone: la verità sulle polveri sottili

Per capire quanto sia pericoloso il carbone basta pensare che è necessario limitare le sue emissioni nocive già in fase di trasporto: è Enel stessa che si vanta di trasportare il carbone senza permettere pericolose fuoriuscite di polveri, sia nel progetto di Civitavecchia che in quello di Rossano.

Ma quello che esce dal camino di una centrale a carbone è molto più spaventoso. Continue reading


Carbone: Ancora autogol su civitavecchia

Se chi difende il carbone continua a vantare l’esempio di Civitavecchia, evidentemente non esistono argomentazioni valide a sostegno di queste tesi.

Innanzitutto il contesto: per lo studio dell’impatto ambientale della riconversione della centrale di Civitavecchia è stato istituito fin dal 2003 un osservatorio ambientale che ha ricevuto, oltre a cospicui finanziamenti di Enel, milioni di euro di soldi pubblici. I risultati di questo investimento sono riportati nell’ultima relazione annuale dello stesso osservatorio: nessuno. Non a caso la procura di Civitavecchia ha recentemente aperto un’inchiesta per appurare in che modo sia stato investito il denaro pubblico e per quale motivo l’osservatorio non ha assolto nessuno dei propri doveri di tutela ambientale. Continue reading


Per il territorio serve un piano di sviluppo, non di devastazione.

Il tentativo Enel di rifilare il carbone ai cittadini della sibaritide evidenzia un elemento importante: non esiste neanche la vaga idea di un piano di sviluppo per il nostro territorio, che valorizzi le miniere d’oro che la natura ed il tempo ci hanno lasciato. Non esistono programmazione e prospettive concrete che impediscano a potenziali speculatori di progettare investimenti scellerati esclusivamente a favore dei propri conti in banca. Responsabilità trasversale di una classe politica evidentemente incapace o interessata al proprio tornaconto piuttosto che al benessere collettivo, di apparati sindacali a difesa dei poteri forti piuttosto che dei lavoratori, di un tessuto industriale che sguazza e favorisce tali inadeguatezze per aumentare i propri profitti. Continue reading


A proposito del fabbisogno energetico e degli investimenti Enel.

La confusione tende sempre a favorire chi ha torto, per cui cerchiamo di riportare un po’ di chiarezza. Innanzitutto la Calabria produce il doppio dell’energia che consuma, con 5229.2 GWh in esubero (dati Terna), quindi oltre a soddisfare il proprio fabbisogno contribuisce in maniera massiccia all’economia energetica nazionale. Con questo semplice dato decadono tutte le ragioni di chi crede che la Calabria sia in debito o che senza qualche centrale si torni alla candela.
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Ecco quello che il carbone della Federico II scarica nelle acque di Brindisi

In una cosa i dirigenti di Arpa Puglia, al cospetto dei dirigenti Enel, sono stati chiari: le falde acquifere della provincia di brindisi sono «inquinate e compromesse al 90%». In pratica sono tossiche. Allo stesso tempo, però, la stessa agenzia regionale precisa che la causa non è da attribuirsi all’Enel, bensì è da ricercare nel petrolchimico e nelle industrie farmaceutiche del territorio.

Anche in questo caso non mettiamo in dubbio la parola di nessuno, saranno i cittadini a giudicare, ci prendiamo semplicemente la briga di sottolineare quanto riportato dai dati degli autorevoli registri europei, di pubblico dominio, quali Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER, fino al 2005) e Registro Europeo Emissioni e Trasferimenti di Sostanze Inquinanti (E-PRPT) istituito dal parlamento europeo nel 2006.  Continue reading


Ecco lo scempio della Federico II di Brindisi

Ecco in forma dettagliata quello che Enel offre generosamente ai cittadini della provincia di Brindisi. I dati, pubblicati l’8 Giugno di quest’anno, riguardano specificatamente la centrale Federico II di proprietà di Enel Spa, sita a sud del capoluogo Brindisino, e sono di pubblico dominio presso il Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER) e presso il Registro Europeo Emissioni e Trasferimenti di Sostanze Inquinanti (E-PRPT) istituito dal parlamento europeo nel 2006.
Da solo l’impianto a carbone di Brindisi rilascia in aria circa 15 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Ricordiamo che nel 2020 la comunità europea applicherà le sanzioni per la mancata riduzione di CO2 agli stati membri. L’Italia negli ultimi anni ha aumentato le sue emissioni e le multe saranno salatissime: a pagarle non sarà la multinazionale Enel, ma il governo con i soldi pubblici tolti a sanità, scuola, pensioni e tutto il resto. Continue reading


Enel suona l’Arpa. Dopo Civitavecchia arrivano le fesserie su Brindisi.

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Ci vuole davvero coraggio. L’incontro avvenuto nei giorni scorsi tra l’Arpa Puglia e l’Upi dimostra quanto marcio esista nelle vicende che circondano le centrali a carbone.
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Corretta informazione: Enel non crea nessun posto di lavoro

Non stupisce che i pochissimi sostenitori della scellerata riconversione a carbone della centrale di Rossano continuino ad affidarsi a vere e proprie bufale per
giustificare le proprie posizioni, sparando cifre praticamente casuali.

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Saggezza e schiavitù

Argini.

Fiumi insensati,

paralleli, contrari.

Conche d’acqua stagna

tra due letti tramortiti dalla corrente,

primitivi e pendenti,

cementati e inerti.

Vomito pensieri tossici

in un piatto ricolmo di serafiche pietanze,

ingurgito senza passione

aspettando che dio esploda nell’esofago

e mi renda simile all’inferno. Continue reading


[FOTOREPORT] “Perfettamente Integrata”. I paesaggi della sibaritide e la centrale dei sogni!

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Una nota del direttore della centrale Enel di Rossano e di Laino Borgo, Luigi Martella, recita, tra le altre cose: «L’impianto di rossano è moderno dal punto di vista architettonico e si adatterebbe al paesaggio». Mentre il molo in mare sarebbe «una semplice striscia di cemento».
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