[FOTOREPORT] “Perfettamente Integrata”. I paesaggi della sibaritide e la centrale dei sogni!

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Una nota del direttore della centrale Enel di Rossano e di Laino Borgo, Luigi Martella, recita, tra le altre cose: «L’impianto di rossano è moderno dal punto di vista architettonico e si adatterebbe al paesaggio». Mentre il molo in mare sarebbe «una semplice striscia di cemento».

La Sintesi Non Tecnica (SNT) dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) redatto da enel e scaricabile sul suo sito (www.enel.it) sulla riconversione a carbone della centrale di Rossano, analizza con rigore l’impatto paesaggistico della centrale, a pagina 75, a seguito di splendide foto e fotosimulazioni:

«Dall’analisi delle simulazioni effettuate, tenendo conto dei punti di vista sopra menzionati e descritti nelle relative figure, risulta che le previste modifiche alla centrale, date le caratteristiche dell’intervento, non comportano       una    particolare    variazione    della   connotazione paesaggistica di fondo della zona, in quanto le strutture esistenti e quelle in progetto rivestono, sul piano percettivo, la stessa valenza di masse tecnologiche, trattandosi di edifici industriali.

Diversamente il pontile risulterà un elemento estraneo al contesto paesaggistico in cui si inserisce, ciò principalmente nella fascia di fruizione della costa per le attività balneari, anche per la conseguente presenza di navi mercantili per l’approvvigionamento della centrale che sosteranno a 3-5 km dalla costa e dei mezzi autoscaricanti che faranno la spola sottocosta, tra la nave oceanica e la banchina. Dagli altri ambiti paesaggistici, le strutture a mare non saranno quasi visibili, in quanto mascherate dagli stessi corpi di fabbrica della centrale e dalla vegetazione presente. Le opere a mare saranno nuovamente visibili da punti di vista molto elevati, dove, tuttavia, rappresentano elementi di sfondo di vedute molto più ampie, in cui l’attenzione dell’osservatore è distratta dal paesaggio nella sua complessità morfologica e vegetazionale e diventa più complesso il riconoscimento dello specifico contributo alla modificazione del contesto visuale di cui fanno parte.

Inoltre, si può ragionevolmente ritenere che, dopo alcuni decenni di coesistenza tra le strutture della centrale ed il preesistente substrato visuale, il quadro che ne è risultato abbia acquisito agli occhi della popolazione un carattere di omogeneità che nasce dall’integrazione percettiva dei due elementi, per cui, progressivamente, la parte industriale è stata assimilata nel contesto paesaggistico d’insieme agli altri elementi antropici del territorio.

Si può concludere, quindi, che l’impatto visivo maggiore, derivante alla trasformazione della Centrale di Rossano Calabro, pur alterando
anche in modo significativo la fisionomia e la qualità intrinseca del paesaggio locale rispetto alla situazione iniziale, è prevalentemente
limitato alla fascia di fruizione del litorale. L’impatto complessivo dell’impianto sul contesto paesaggistico può essere considerato medio-alto e legato prevalentemente alla realizzazione delle opere a mare e del pontile lungo la fascia costiera.
»

Notiamo qualche leggera contraddizione tra le posizioni di Marchetta ed il progetto reale, ma è comprensibile: il direttore è troppo impegnato per poter leggere anche i progetti che la sua azienda ha in mente per le centrali che dirige. 

Più interessanti sono le considerazioni della SNT sull’impatto paesaggistico, a tratti esilaranti. Possiamo sicuramente trarne che:

– L’impatto dell’impianto sarà identico a quello della centrale già esistente, dal momento che si tratta di un sito industriale

– La banchina, invece, con tanto di navi da 100.000 tonnellate attraccate a 3-5 km dalla costa risulterà un elemento estraneo, di impatto medi-alto sul paesaggio del territorio

– è probabile che con passare degli anni ci abitueremo.

Insomma, sarà più brutta di quella attuale. 

Proprio per dimostrare quanto ci siamo abituati, ecco un piccolo fotoreport della meravigliosa centrale di Sant’Irene. È importante sottolineare che in queste foto la centrale può essere apprezzata molto meglio che dalle foto fatte da Enel, e riportate nella SNT. Probabilmente Enel, per evitare di ricevere troppe lusinghe, seppur dichiara di aver effettuato le foto da contrade vicine alla centrale, ha scattato da Taranto, Castrovillari, Cirò Marina: La centrale è quasi invisibile.

 Cominciamo con un secondo piano (il primo piano è reso impossibile dalle reti di recinzione) da contrada Momena.

Visto come si integra bene e come rende più accattivante la spiaggia sulla destra? Ma questo è niente, vediamo un pò di paesaggi. Guardate come si integra perfettamente con la piana di sibari: il golfo che curva dolcemente ed accarezza le due enormi torri d’amianto che si stagliano tra Rossano e Corigliano. Guardate il verde rigoglioso delle colline e della campagna nella stagione estiva, l’azzurro del mare, il bianco del cielo, i monti del nord della calabria sullo sfondo, il grigio metallico ed il verdino della coperture plastiche della centrale. Meraviglioso. 

Per non parlare dell’ulteriore vezzo estetico regalatoci dall’elettrodotto piazzato sulle colline che si snoda dalla centrale e spazia per tutta la  sibaritide, dando al paesaggio un segno di continuità della poetica devastazione umana, dal mare alla collina.

 Ma come ogni opera d’arte, la centrale viene apprezzatain tutto il suo splendore solo interpretandone il vero significato. Ecco il punto di vista migliore, quello del bagnante che si adagia sulla spiaggia di Lido Sant’Angelo lasciandosi baciare dal sole e nel frattempo osserva il movimento ipnotico del golfo di Sibari, la brezza marina che rende vivi gli alberi, la spuma bianca che spezza la sabbia, i due enormi tubi di metallo che si intersecano nelle caldaie e nel camino tozzo e spendido della turbogas, i due piloni di amianto che virilmente assaltano il cielo nella loro canotta da marinaio a striscie bianche e rosse. Ma Enel Spa non lascia nulla al caso.

Anche il semplice passante, colui che attraversa la statale 106 Ionica verso nord o verso sud senza soffermarsi sulle ridenti cittadine della sibaritide, può godere e portare con se lo splendido ricordo del golfo di Sibari grazie proprio alla centrale. Se la vegetazione e gli aranceti del nostro territorio infatti, possono nascondere all’occhio del passante l’azzurro del mare, nulla possono contro le quattro caldaie, i due camini, il nano di metallo della turbogas, la rete di condotte ad altissimo voltaggio che si snodano dalla costa. 

Ecco, questa è una centrale perfettamente integrata nel paesaggio circostante, un gioiello di modernità di cui esser fieri. Ansiosi attendiamo la banchina di cemento per le navi carboniere, i tre carbonili a silo da settanta mila tonnellate, l’enorme camino quadricanne alto cento metri.

Flavio Stasi

Comitato NO CARBONE Sibaritide, Forum Ambientalista Calabrese.


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