Ci vuole davvero coraggio. L’incontro avvenuto nei giorni scorsi tra l’Arpa Puglia e l’Upi dimostra quanto marcio esista nelle vicende che circondano le centrali a carbone.
centrale a carbone, cui hanno partecipato migliaia di persone.
Insomma, i nostri rappresentanti istituzionali assumono generalmente comportamenti simili: si fanno i dispettucci. Presenti all’incontro erano il direttivo dell’UPI, i dirigenti dell’Arpa, ma soprattutto i dirigenti regionali e territoriali dell’Enel. Una platea significativa.
Passiamo ai contenuti. La dottoressa D’Agnano e l’Arpa Puglia devono prendere la responsabilità a livello continentale di quanto affermato in quella sede sulla qualità dell’aria nella zona di Brindisi: si tratta del resto di quanto viene rilevato da Arpa stessa grazie alle proprie centraline nel territorio pugliese. Dando un’occhiata istantanea a queste rilevazioni, infatti, troviamo che nella zona di Brindisi la qualità dell’aria secondo Arpa è “Buona”, con alcune limitate zone in cui risulta “Discreta”. Come del resto in tutta l’area tra Brindisi e Taranto: in un contesto generalmente “Buono” si registra addirittura una punta di qualità “Ottima” a qualche chilometro in linea d’aria da Taranto (Vedi Allegato A). Diversa secondo Arpa è la situazione delle falde acquifere nella provincia di Brindisi che risultano “inquinate e compromesse per il 90%”.
(Allegato A: Rilevazioni Arpa).
È rinomato che tra Brindisi e Taranto si localizza una delle zone maggiormente inquinate di tutta Europa, in cui l’Arpa riesce non solo a descrivere un panorama idilliaco, ma anche ad andare in netta contraddizione con se stessa: scientificamente è infatti improbabile che una falda acquifera sostanzialmente tossica possa trovarsi in un contesto di aria salubre, in quanto l’ambiente non è diviso in compartimenti stagni, ma tutti gli elementi di cui è
costituito (acqua, terra, aria) scambiano elementi chimici.
Per restare in tema di contraddizioni, è proprio la stessa Arpa Puglia che il 2 Aprile 2008, in occasione dell’ordinanza sindacale che vietò ogni attività agricola nella zona intorno alla centrale, affermò che si era in presenza di «sostanze classificate come sicuri cancerogeni per l’essere umano, e si è deciso di applicare criteri di massima cautela». Siamo in presenza di un miracolo o di un cambio d’opinione leggermente sospetto?
Il problema è che gli enti responsabili delle centraline di rilevamento per la qualità dell’aria decidono esattamente cosa vogliono e non vogliono rilevare:
modificando le sostanze prese in esame; scegliendo punti di rilevamento più o meno opportuni; scegliendo parametri di comodo.
Tutto questo nonostante le norme italiane in questa materia siano decisamente inadeguate: per i nuovi studi scientifici sulle nanoparticelle, le quantità di polveri sottili concesse dalla legislazione italiana provocano un aumento di malattie cardio-respiratorie e tumorali spaventoso.
Del resto, sempre per meglio descrivere il contesto, è dello scorso Febbraio il protocollo d’intesa tra Arpa Puglia ed Enel in cui quest’ultima “concede” all’agenzia regionale l’utilizzo delle proprie centraline di rilevamento. Enel Spa a volte è davvero generosa.
Per avere un’idea dell’aria che respirano i cittadini brindisini, prendiamo in esame i dati forniti dal Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER), ente con cui Enel evidentemente non riesce, per il momento, a stipulare convenzioni ed organizzare incontri.
(Allegato B: Dati Grafici Territoriali European Pollutant Emission Register).
La colonnina rossa rappresenta la quantità di inquinanti rilevati
Senza scendere troppo in particolari, possiamo notare dalle ricostruzioni fornite da EPER come Brindisi presenti una mole di inquinamento aereo difficilmente riscontrabile nel resto d’Italia e che nella zona tra Brindisi e Taranto è sostanzialmente sconsigliata la respirazione, avvalorando la reputazione di una delle zone più inquinate d’Europa.
Il 19 Giugno Brindisi è scesa in piazza per difendere il proprio territorio: migliaia di cittadini hanno urlato il proprio dissenso contro la centrale a carbone dell’Enel ed il rigassificatore, al fianco degli agricoltori di tutta la zona, dei trattori della Coldiretti, del sindaco di Brindisi e del governatore della regione Puglia. Guarda caso mancava solo il presidente della provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese.
Ci spiace che dei nostri concittadini si affidino a queste bufale, le quali altro non sono che propaganda confezionata e commissionata appositamente: probabilmente ritengono che i cittadini della sibaritide siano dei creduloni e dei somari. Evidentemente si sbagliano.
Flavio Stasi
Forum Ambientale Calabrese