Per il territorio serve un piano di sviluppo, non di devastazione.

Il tentativo Enel di rifilare il carbone ai cittadini della sibaritide evidenzia un elemento importante: non esiste neanche la vaga idea di un piano di sviluppo per il nostro territorio, che valorizzi le miniere d’oro che la natura ed il tempo ci hanno lasciato. Non esistono programmazione e prospettive concrete che impediscano a potenziali speculatori di progettare investimenti scellerati esclusivamente a favore dei propri conti in banca. Responsabilità trasversale di una classe politica evidentemente incapace o interessata al proprio tornaconto piuttosto che al benessere collettivo, di apparati sindacali a difesa dei poteri forti piuttosto che dei lavoratori, di un tessuto industriale che sguazza e favorisce tali inadeguatezze per aumentare i propri profitti.

Il risultato è che si arriva a pensare che le centrali elettriche possano portare sviluppo e lavoro, ribaltando completamente un rapporto elementare per cui l’energia deve stare semplicemente al servizio dello sviluppo autonomo del territorio, quindi dell’economia e dell’occupazione. Del resto storicamente in Italia le centrali elettriche non hanno mai favorito lo sviluppo del territorio in cui si installano, al massimo lo hanno dopato nei primi anni e successivamente strozzato, mettendo in ginocchio agricoltura e turismo i quali, aldilà di pochi insediamenti industriali importanti, sono il pane dell’intera nazione.

Il business tossico delle centrali e dei rifiuti ha creato un vero e proprio fronte del “NO e basta”, fatto di speculatori senza scrupoli e amministratori complici, ma anche di popolazioni troppo spesso incapaci di indignarsi.

Noi diciamo “SI” ad un piano di sviluppo ecocompatibile che preservi e valorizzi ricchezze come spiagge, località montane, centri storici e archeologici della sibaritide, ma soprattutto la salute dei cittadini; “SI” ad una politica energetica razionale che si basi su fonti rinnovabili; “SI” ad un ciclo di rifiuti che fin dalla
produzione miri al riutilizzo ed al riciclo, il che renderebbe le discariche praticamente inutili come dimostrato dal prof. Paul Connett.

Le vicende come la vergognosa proposta carbone o la discarica di Bucita non sono altro che prove tangibili, sulla nostra pelle, delle gigantesche contraddizioni di questo modo di concepire la gestione energetica e dei rifiuti. Ecco perché i cittadini della sibaritide non permetteranno che si compiano altri scempi sulla propria terra.

Flavio Stasi

Rete di Difesa Territoriale Franco Nisticò

Coordinamento Nazionale Contro il Carbone


Comments are disabled.