Non stupisce che i pochissimi sostenitori della scellerata riconversione a carbone della centrale di Rossano continuino ad affidarsi a vere e proprie bufale per
giustificare le proprie posizioni, sparando cifre praticamente casuali.
Per informare correttamente i cittadini riportiamo precisamente i dati del SIA di Enel sul lavoro: «si garantisce l’attuale occupazione di centrale anche in
considerazione delle nuove attività di gestione della banchina», come recita la Sintesi Non Tecnica, scaricabile dal sito internet di Enel stessa, a pagina 22. Questo significa che, nonostante lo scempio cementizio della nuova banchina a Sant’Irene dove far attraccare le enormi carboniere, non ci sarà neanche un posto di lavoro in più rispetto ad oggi. Insomma, tutto sto casino per niente. Ci sarebbe il cantiere, visto che l’attuale centrale dovrebbe essere smantellata e sostituita con la brucia-carbone. Enel stima una fase di cantiere di 4 anni e una media di 800 unità lavorative (SnT pag. 31). Tra quattro anni saremmo di nuovo punto e daccapo, ma con una fabbrica di CO2, metalli pesanti, gessi radioattivi e polveri sottili sulla spiaggia.
Ma neanche le briciole sarebbero a vantaggio del territorio: quali delle nostre maestranze è in grado di buttare giù delle torri d’amianto di 200 metri d’altezza? Quali delle ditte del territorio è in grado di smantellare impianti con trent’anni di combustione alle spalle? Non diciamo fesserie: questi lavori, come è giusto che sia, sarebbero realizzati da ditte specializzate in grado di fornire mano d’opera e attrezzatura adeguata di cui il nostro territorio non dispone affatto. Insomma, si tratterebbe di aziende che verranno da altre zone del paese, realizzerebbero il lavoro e andrebbero via. Lo ribadiamo: non svenderemmo la salute ed il futuro del nostro territorio nemmeno per centomila posti di lavoro. Uno stipendio non vale nulla con metalli pesanti e nanoparticelle nei polmoni. Ma è giusto che i cittadini conoscano esattamente anche quali sono le prospettive occupazionali della nuova centrale: nessuna.
E stiamo parlando di cifre del tutto teoriche: ricordiamoci che in occasione dell’istallazione dell’attuale impianto l’ente energetico promise mari e monti, per un totale di duecentomila posti di lavoro, senza mantenere una sola delle promesse fatte. I faccendieri di Enel farebbero meglio a giocare i numeri al lotto piuttosto che giocare sul bisogno di occupazione di un territorio che non si lascerà prendere di nuovo in giro.
Flavio Stasi
Forum Ambientale Calabrese