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Più ospedali e meno discariche! Manifestazione a Cariati

[COMUNICATO]

Oggi 10 dicembre lo ionio cosentino è sceso in piazza a Cariati per contestare la costruzione della discarica privata per rifiuti speciali di Scala Coeli, ogni eventuale riapertura o ampliamento della discarica di Bucita e l’Emergenza Rifiuti in cui la Calabria versa da ormai 15 anni.

La giornata è iniziata con il corteo studentesco che si è mosso rumoroso dagli istituti superiori lungo la SS 106 fino a confluire in Piazza dei 500 dove si è unito alla cittadinanza. Appena arrivati, il sit-in è stato animato da vari interventi dei comitati organizzatori.

Sono intervenuti l’Associazione Le Lampare (Cariati), il Comitato AntiDiscarica di Scala Coeli, il Comitato in difesa d Bucita e del Territorio (Rossano) e Il Movimento Unito Studentesco di Cariati aggregate nella Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò” in continuità con quanto accaduto il 12 Novembre a Crotone, nella grande manifestazione per la fine del Commissariamento dove migliaia di calabresi hanno gridato il loro MO BASTA!

Si è messo l’accento sull criticità ed i pericoli a cui la popolazione ed il territorio vanno incontro con la costruzione di questa discarica privata di rifiuti speciali.

Si è sottolineato il grave impatto negativo sul territorio a tutti i livelli: sanitario, ambientale, economico eccetera. È stato sottolineato l’esempio negativo della Calabria per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata che secondo i promotori della manifestazione è l’unica strada percorribile per il futuro della nostra regione.

I contenuti e la radicalità con cui sono stati esposti rappresentano un forte segnale di cambiamento in una terra abbandonata, destinata altrimenti alla morte sociale. Questo è un territorio da sempre ingannato da una classe dirigente cieca ai bisogni della gente e con la ndrangheta a “sciacallare” ancora quel poco che ci rimane.

Al termine degli interventi dei comitati organizzatori centinaia di persone hanno deciso di percorrere in corteo la strada tra Piazza dei Cinquecento e l’Ospedale Cosentino, uno dei tanti nosocomi tagliati dal piano di rientro di Scoppelliti, occupando, con un atto di disobbedienza civile, la SS 106, la famosa “strada della morte” , per sottolineare il degrado in cui politica, speculazione e ‘ndrangheta stanno trascinando il nostro Territorio: sempre piu’ discariche, sempre meno ospedali, sempre meno infrastrutture, fino a sopprimere persino il treno per partire ed andar via.

Gli striscioni che sono stati appesi all’Ospedale Cosentino accompagneranno i cariatesi, e coloro che transiteranno, durante tutte le vacanze di Natale, per ricordare anche in questi giorni che da festeggiare c’è davvero poco.

Quello di oggi è solo un altro passo, dopo il 12 Novembre a Crotone. Non intendiamo fermarci oggi, ma continuare su questo percorso di sensibilizzazione e di lotta costruire una Calabria dove non siamo più costretti a fuggire per povertà, per lavoro, per cure o per non avvelenarci.

Associazione Le Lampare – Cariati

Comitato Antidiscarica di Scala Coeli

Comitato in difesa di Bucita e del Territorio – Rossano

[IN AGGIORNAMENTO…]

Si è conclusa da poco, nello spiazzale di fronte all’ospedale di Cariati, la manifestazione contro la discarica di Scala Coeli, contro le discariche di Bucita e per la fine del Commissariamento all’Emergenza Ambientale.

Al termine degli interventi dei comitati organizzatori, centinaia di persone hanno deciso di percorrere in corteo la strada tra Piazza dei Cinquecento e l’Ospedale Cosentino, uno dei tanti nosocomi tagliati dal piano di rientro di Scopelliti, bloccando la “strada della morte” ovvero la Statale 106,per sottolineare il degrado in cui politica, speculazione e ‘ndrangheta stanno trascinando il nostro territorio: sempre più discariche, sempre meno ospedali, sempre meno infrastrutture.

Sono intervenuti l’associazione Le Lampare (Cariati), il Comitato AntiDiscarica di Scala Coeli, il Comitato in difesa di Bucita e del Territorio (Rossano) e gli studenti delle scuole di Cariati, aggregate nella Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò” in continuità con quanto accaduto il 12 Novembre a Crotone, nella grande manifestazione per la fine del Commissariamento dove migliaia di calabresi hanno gridato il loro MO BASTA!.

[VIDEO]

Il servizio del TGR Rai

CariatiWeb

 

[GALLERIA FOTOGRAFICA]

foto CariatiWeb.it

[RASSEGNA STAMPA e WEB [In aggiornamento]]

ANSA

NEWZ

MADEINCA

 

 

 


La calabria grida MO BASTA!

IL POST DELLA RETE IN DIFESA DEL TERRITORIO “FRANCO NISTICÒ”

VIDEO
Guarda i video dalla manifestazione e tutti gli interventi finali dal palco.
WEB

[italy.indymedia.org] Crotone: grande successo per la manifestazione per dire basta al commissariamento emergenza rifiuti. in Calabria.

[infoggi.it] Rifiuti: Corteo a Crotone, “Chiudere gestione commissariale”

[gazzettadelsud.it] Hanno sfilato in 3000 per dire basta al commissariamento nel settore dei rifiuti

[nuovacosenza.com] Cittadini in piazza a Crotone per chiudere gestione commissariale rifiuti

[ilquotidianodellacalabria.it] Crotone: in 2mila al corteo per chiedere la fine del commissariamento rifiuti

[ilmanifesto.it] Cinquemila in piazza a Crotone contro l’emergenza rifiuti

[ansa.it] In piazza a Crotone, chiudere gestione commissariale rifiuti

STAMPA

[ilmanifesto.it] Discariche ed ecomafie, la Calabria fa il pieno

 


«Il commissario per i rifiuti? Un paracolpi per la politica»

Intervista di Domenico Miceli, comparsa sulle pagine regionali di Calabria Ora, 7 Novembre.

«Sulla gestione dei rifiuti è arrivato il momento che la politica si prenda le proprie responsabilità e che fallisca miseramente, come accadrà, tutti gli obiettivi. Solo così i cittadini potranno rendersi conto che l’ufficio del commissario per l’emergenza rifiuti in tutto questo tempo non è stato altro che un paracolpi che ha attutito le azioni sbagliate portate avanti dagli amministratori regionali e locali in questi lunghi anni di emergenza rifiuti». Flavio Stasi, responsabile per la provincia di Cosenza della Rete a difesa del Territorio “F. Nisticò”, sa già come andra a finire. E pensa che la chiusura dell’ufficio del commissario sia una priorità da portare avanti per mettere a nudo le reali deficienze della politica regionale. In questo senso e senza troppi giri di parole ci spiegha lo scenario che sottostà alla manifestazione regionale promossa dalla RdT sabato 12 novembre a Crotone, dove verrà lanciato l’appello per la chiusura dell’ufficio del commissario e si riproporrà l’importantissima tematica delle bonifiche dei siti inquinati su tutto il territorio calabresa.

Perchè chiedete con tanta insistenza la chiusura dell’ufficio del commissario straordinario per il superamento dell’emergenza rifiuti in Calabria?

«I motivi posso sintetizzarli in tre punti. Prima di tutto riteniamo che la politica debba riprendersi le proprie responsabilità davanti agli elettori sulla gestione dei rifiuti, non è possibile che si utilizzi l’ufficio del commissario solo ed esclusivamente per fare scarica barile, com’è accaduto a tutti i livelli in questi 14 anni di commissariamento. In secondo luogo crediamo che sia l’unico modo per far finire l’andazzo delle azioni illegali ricoperte di legalità (per esempio: se una procura sequestra una discarica non dovrà più intervenire il commissario per farla riaprire). Terzo punto: in tutto questo tempo l’ufficio del commissario ha sperperato due miliardi di euro: noi diciamo basta a questi fondi che sono serviti a nient’altro che a fare arricchire i gestiori delle discariche senza per questo risolvere nessun problema in Calabria». Continue reading


La Calabria e la sua via d’uscita dalla crisi

Commento comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria del 4 Novembre 2011.

di Flavio Stasi

La notizia del referendum greco fa crollare le borse d’Europa.

Verrebbe da chiedersi: la “democrazia” dei mercati, delle privatizzazioni e della concorrenza può essere più spudorata di così? Non è la volontà popolare della Grecia a dimostrarsi incompatibile col liberismo, siamo ad un livello di chiarezza ancora superiore: basta semplicemente che esista la possibilità che il popolo si esprima, e crolla giù tutto.

Anche i più abili prestigiatori di regime stanno abbandonando ogni tatticismo sputandoci la verità in faccia. Uno dei più autorevoli, il Financial Times, per esempio, commenta la notizia greca seccamente: «chiedere al popolo di esprimersi sull’accordo del 27 ottobre è come chiedere al tacchino se vuole essere sacrificato». Insomma, gli accordi che i vari governi stanno prendendo a Bruxelles sono delle fregature enormi, e proprio per questo è bene che il popolo non si esprima, che venga guidato silenziosamente verso il forno già caldo insieme a quattro patate.

Questo accade lontano, a Bruxelles, ad Atene, a New York, a Roma.

In Calabria invece dobbiamo ritenerci fortunati, visto che la crisi ce l’abbiamo dall’Unità d’Italia. Continue reading


Da Porto Tolle a Reggio Calabria, no al carbone.

tratto da il Manifesto del 30 Ottobre 2011

Le forze dell’ordine avevano tentato di spaventare cittadini e negozianti di Adria: domani state attenti, arrivano i no-carbone. Ma in molti nella cittadina veneta devono aver abbassato le serrande non per paura, ma per sfilare in corteo: migliaia di persone hanno riempito le strade fin dal primo pomeriggio per fermare il progetto del carbone a Porto Tolle.

Nello stesso giorno altre manifestazioni si sono tenute a Civitavecchia, a Brindisi, a Vado Ligure (SA), a Saline Joniche (RC). Non ci sono secessioni artificiali che tengono, dal profondo sud della Calabria alle pianure venete, a pochi mesi dal referendum sul nucleare, un popolo intero si è espresso chiaramente: basta carbone.

Dalle piazze collegate in tanti denunciano le conseguenze che la combustione del fossile avrebbe sulla salute. Tanti medici, ma anche semplici cittadini costretti a diventare esperti di medicina ed ingegneria, evidentemente con ottimi risultati.

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Cambiare la Calabria..a partire da voi!

di Flavio Stasi

Articolo comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria del 30 Settembre 2011, col titolo “Alla Calabria serve un cambiamento reale”.

Una passeggiata per le strade di Cosenza ha storicamente rappresentato in Calabria un segno tangibile, positivo. I giovani calabresi lo hanno fatto tante volte, con striscioni e megafoni. Lo abbiamo fatto, per esempio, per l’acqua pubblica o per bloccare i tagli ignobili all’Università ed alla Scuola emanati da Tremonti, in ogni caso sempre con istanze di cambiamento rispetto ad una classe politica da accantonare, indifferenziabile. Ecco perché, scoprendo che persino il Governatore della Regione si sarebbe unito a noi su questo percorso storico per cambiare la Calabria, l’entusiasmo è salito alle stelle: finalmente qualcuno che si dimette!

La gioia, evidentemente, è durata poco.

Quello del debole che manifesta per difendere i propri diritti, del cittadino che scende in piazza per farsi sentire, è ormai un modello anacronistico. Oggi è la casta che scende in piazza, per rivendicare il diritto di continuare ad essere ancora, profondamente, violentemente casta. E non servono più neanche i capi-popolo, quelli coraggiosi e carismatici (almeno in gioventù), basta avere i soldi per pagare i pullman ed un paio di “agenzie di viaggi”, quelle che possiamo definire, mutuando un termine edile, “macchine movimento persone”, le stesse che si mettono in moto alle elezioni per intenderci. Continue reading


Scandalo a Saline Joniche

Riportiamo il comunicato del Coordinamento Associazioni Area Grecanica con una sola premessa: meglio un no consapevole che diecimila si disinformati, ricattati o comprati. Mo Basta, basta speculazioni e ricatti, delle nostre vite decidiamo noi.

Il Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica esprime profonda indignazione per il comportamento ingiustificabile della RePower, socia di maggioranza della SEI s.p.a., che cerca di acquisire consensi foraggiando i comitati “spontanei” per il si al carbone.

Ai microfoni del programma Rundschau, della tv svizzera SF, Kurt Bobst , CEO di Repower, ha confessato di aver finanziato con 9000 franchi svizzeri i comitati pro carbone, affinchè gli aderenti e i simpatizzanti degli stessi potessero presenziare alla manifestazione tenutasi il 27 agosto 2011 a Coira in Svizzera.

Questi comitati, pertanto, rappresentano l’unico esempio di organizzazione “spontanea” in cui la “spontaneità” sembrerebbe essere incentivata da finanziamenti di scopo. Stando a quanto emerso da un’altra inchiesta giornalistica condotta da Mnews.it, la Repower, inoltre, avrebbe anche “supportato” la comunicazione istituzionale degli attivisti del SI, facendo redigere i comunicati stampa dei comitati direttamente da propri dipendenti. Continue reading


Facciamo chiarezza sull’incenerimento

Non è la prima volta che siamo costretti a leggere bizzarre teorie a proposito di rifiuti, proposte da chi è evidentemente, nella migliore delle ipotesi, poco informato. Purtroppo, però, sembra che la “cattiva informazione”, nel caso della provincia di Cosenza, risponda ad un ordine di scuderia, per cui intendiamo correggere le tante inesattezze diffuse in questi giorni da esponenti politici locali e provinciali.

Primo: un inceneritore non risolve nessuna emergenza nè a Rossano, nè a Cosenza, nè in Calabria, in quanto per costruirlo servono almeno 5 anni. Quante Bucita servono nei prossimi 5 anni?

Secondo: non esiste inceneritore ultra moderno che non abbia impatto sulla salute, almeno in termini di diossina e nano polveri. Anche inceneritori “modello” come quelli di Brescia, a lungo descritti come immacolati, col tempo hanno rivelato il loro effetto devastante.

Terzo: nel migliore dei casi il 30% della massa solida dei rifiuti resta sotto forma di cenere o fanghi, altamente tossici. Li mettiamo sempre a Bucita? Continue reading


Ancora deroghe su Bucita.

Sui rifiuti è l’ora di prendersi delle responsabilità.

Il Commissariamento all’emergenza rifiuti ha ordinato di conferire a Bucita «tutti i rifiuti solidi urbani prodotti nei territori di competenza, anche oltre la capacità nominale di abbanco». La “capacità nominale di abbanco” non è un parametro arbitrario, bensì determina la massima quantità di rifiuti che possono essere depositati in una discarica senza incorrere in rischi sanitari e ambientali. Questo ovviamente qualora la discarica sia in regola, condizione quasi mai verificata in Calabria.

Significa che i cittadini di Bucita, di Contrada Amica e dell’intero territorio di Rossano saranno esposti ad ulteriori rischi per la salute e per il territorio. Ancora una volta.

Il commissario all’emergenza rifiuti in Calabria dura da 14 anni, aveva l’obiettivo (non troppo difficoltoso) di realizzare la raccolta differenziata, ha speso 2 miliardi di euro, ha agito e continua ad agire in deroga alle norme vigenti ed ha soltanto aggravato l’emergenza. E questi commissari sono stati sempre espressione delle maggioranze politiche regionali, tanto di centrosinistra quanto di centrodestra: fino a Gennaio il commissario è stato direttamente il governatore Scopelliti, mentre da Gennaio è Melandri, un ex assessore della giunta Scopelliti a Reggio Calabria. I risultati sono catastrofici al pari di quelli della giunta Loiero, e l’intera regione versa nell’emergenza ed in condizioni sanitarie preoccupanti: a pagare sono sempre i cittadini, mentre proprietari dei terreni delle discariche, faccendieri della finanza e ‘ndrangheta si arricchiscono costantemente. E mentre il business dei rifiuti produce milioni di euro, il paradosso è che molto spesso per i cittadini la tassa per lo smaltimento dei rifiuti è aumentata. Continue reading


Il comitato d’affari dei rifiuti

Contributo pubblicato sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria, 9 Settembre 2011

La kermesse mediatica di queste settimane a proposito della “questione rifiuti” ci offre una eloquente immagine dei meccanismi e degli uomini che governano la nostra regione ormai da tempo immemore. E siamo tutti così spaventati dall’andamento di borsa, che è proprio la monnezza che straborda dai cassonetti di Corigliano Calabro, per esempio, che ci riporta alla realtà.

Ormai le discussioni, le quali non sono mai state granché veritiere, sono accademiche. L’attuale commissario, in carica da inizio anno, tempo addietro ha dichiarato di essere contrario lui stesso al regime commissariale, senza però aver mai dato l’impressione di avere l’intenzione di dimettersi dall’incarico. Un apparente dissidio interiore che sembra continuare: qualche giorno fa ha definito le discariche “un rimedio d’altri tempi” prima di annunciarne, sconsolato, la costruzione di altre tre. La politica, nel frattempo, discute rispetto al luogo dove si sarebbe dovuto costruire il secondo inceneritore. In pratica, mentre un manipolo di speculatori scava fosse e compra terreni dove ammassare rifiuti tal quali, governatori ed ex governatori, commissari, sub, ex, para ed anti commissari fanno accademia sui giornali, sperando che i calabresi abbocchino di nuovo.

Allora è meglio parlare di cose reali, di nomi, di cognomi e di soldi. Continue reading