Facciamo chiarezza sull’incenerimento

Non è la prima volta che siamo costretti a leggere bizzarre teorie a proposito di rifiuti, proposte da chi è evidentemente, nella migliore delle ipotesi, poco informato. Purtroppo, però, sembra che la “cattiva informazione”, nel caso della provincia di Cosenza, risponda ad un ordine di scuderia, per cui intendiamo correggere le tante inesattezze diffuse in questi giorni da esponenti politici locali e provinciali.

Primo: un inceneritore non risolve nessuna emergenza nè a Rossano, nè a Cosenza, nè in Calabria, in quanto per costruirlo servono almeno 5 anni. Quante Bucita servono nei prossimi 5 anni?

Secondo: non esiste inceneritore ultra moderno che non abbia impatto sulla salute, almeno in termini di diossina e nano polveri. Anche inceneritori “modello” come quelli di Brescia, a lungo descritti come immacolati, col tempo hanno rivelato il loro effetto devastante.

Terzo: nel migliore dei casi il 30% della massa solida dei rifiuti resta sotto forma di cenere o fanghi, altamente tossici. Li mettiamo sempre a Bucita?

Quarto: l’incenerimento non è affatto il passo successivo alla raccolta differenziata ma il contrario. La raccolta differenziata fornisce materiale pronto per essere riciclato o riusato, una vera risorsa. L’inceneritore brucia eco-balle costose ed inquinanti. Chi propone l’inceneritore è contrario alla raccolta differenziata.

Quinto: l’inceneritore non produce posti di lavoro. La filiera del riciclo e del riutilizzo inquina zero e produce il doppio dei posti di lavoro dell’incenerimento. Chi vuole l’inceneritore non vuole creare occupazione.

Sesto: l’inceneritore è una scelta antieconomica, in quanto il costo di smaltimento delle scorie, di produzione di combustibile, di costruzione e manutenzione degli impianti risulta superiore al risparmio energetico e di riscaldamento.

La raccolta differenziata finalizzata al riuso ed al riciclo è una soluzione valida, funzionante, economica, sostenibile e che richiede tempi tecnici certi e limitati. Qualcuno dovrebbe spiegarci perché si insiste su proposte medioevali.

Flavio Stasi

per la Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”


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