Category Archives: Mediterraneo da coprire

Armato di parola.

Dopo l’articolo uscito sul quotidiano tanta è stata la solidarietà che ho ricevuto con gesti e parole. Era quello che mi serviva, non posso non ringraziare, eppure so che non basta.

Io credo davvero che sulle piccole e grandi omertà quotidiane si fondino le grandi mafie, per cui questa storia può avere un lato positivo solo se davvero la solidarietà si trasforma in atti concreti: sarò più forte io, saremo più forti tutti noi, saranno più deboli coloro che sulla sopraffazione costruiscono le loro fortune. Soprattutto sarà più bella la nostra terra, che lo merita.

Non posso che ringraziare il direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, soprattutto per la delicatezza che ha dimostrato.

Pubblico quanto scritto sul mio blog, anche se è quasi una formalità ormai: tanti in questi giorni lo hanno già letto e fatto proprio.

Con forza, senza paura.

Flavio

Erano lì, sedute comodamente a tavola in una pizzeria nei pressi dell’Università, le bestie che una settimana fa mi hanno massacrato per strada senza motivo, in tre.

I delicatoni ordinavano un’insalata, ben pettinati, curati, uno di loro di certo lampadato. Io ho il naso fratturato, me lo hanno rotto con pugni e gomitate, e da poco ho rimosso i punti all’arcata sopraccigliare. Mi trovavo lì solo per prendere una pizza da portar via. Dopo avermi visto ed aver sussurrato qualcosa sottovoce tra loro, ghignando, il lampadato si è alzato venendo fuori, nei pressi del forno a legna dove stavo aspettando la mia pizza. Lentamente mi è passato vicino, ha dato un’occhiata fuori dalla pizzeria, dove era parcheggiata la mia macchina, come a dirmi che la stava tenendo d’occhio, dopo di che è tornato al tavolo.

Li ho denunciati, sono stati identificati, e credo che non abbiano apprezzato granché la cosa. Di ritorno a casa, tra rabbia e paura, mi sono chiesto se è ancora il caso di restare qui, vivendo fianco a fianco con questi guappetti da quattro soldi ma talmente vigliacchi da poter fare qualsiasi cosa se solo hanno la certezza di poter vincere facilmente o di poter scappare al momento giusto.

Funziona così: ti massacrano e tu passi i giorni seguenti tra ospedali e caserme, a lavare il sangue dalla macchina, a tranquillizzare chi ti sta vicino mentre allo specchio tranquillizzi te stesso. Loro nel frattempo vanno dall’estetista, spacciano coca e mangiano insalate.

Non c’è una volante a proteggerti in ogni luogo. Gli angoli deserti e bui nelle città ad immagine di questa società, fatte di lustri in centro e giungle in periferia, sono tanti. Ricordo che ci abbiamo provato, tempo fa, a spiegare che non servono le telecamere e gli eserciti per garantire sicurezza, ma servono luoghi vivi e sociali, colmi di discussioni e di vigili occhi umani, non di inutili occhi elettronici nel deserto. Ricordo che parlavamo proprio del luogo in cui sono stato picchiato per una ventina di minuti, senza che passasse nessuno per aiutarmi in qualche modo. Ricordo che lo abbiamo fatto invano.

Io non ho il denaro per permettermi una scorta, figuriamoci, e neanche una porta blindata. Non ho il porto d’armi per autodifesa e dovrei comunque essere davvero incazzato per sparare a qualcuno.

E allora ti dici: quasi quasi me ne vado, per paura o per quieto vivere. Hanno vinto, perché non sei stato il primo, e non sarai l’ultimo, e sulle piccole vigliaccherie impunite, le violenze di strada, le sopraffazioni di quartiere e le conseguenti paure ed omertà, si costruiscono le grandi mafie e questa società di sudditi e sovrani.

Allora non me ne vado più. Mi armo di parola. Non conosco nomi e cognomi, ed in verità non voglio conoscerli. So che i vili sanno di esserlo, e dovranno guardarsi allo specchio per quello che sono, e saranno riconosciuti e derisi per quello che sono. Non parlo solo di quei tre, ma di tutti quelli come loro.

Si aggirano per le città come saprofagi, ma a differenza di questi non hanno nè un’utilità naturale nè una dignità sociale.

Io non mi credo né Falcone né Impastato, non state leggendo “l’Idea Socialista”, anche perché non ho a che fare con Rina e Badalamenti, ma con poveretti che la società ha trasformato in aspiranti tronisti con troppi film di Tomas Milian alle spalle. E del resto se potessi scegliere, non li metterei in galera, mi basterebbe che si guardassero allo specchio schifati.

Tanta gente in questi giorni, per strada o nei negozi, mi confessa la propria disavventura, esperienza diretta o da genitori, fratelli, amici, quasi come se solo chi ha vissuto qualcosa di simile avesse la pazienza di ascoltare. La mia gente, che avrebbe dovuto avere uno sguardo rabbioso e determinato nei confronti di chi deturpa e condanna con la propria bassezza la nostra terra, che amo più di ogni altra cosa, invece mi guarda con occhi rassegnati e compatenti. No, non me ne vado più.

In pizzeria sono passato quasi tre ore fa, due ore fa mi sentivo debole, mentre ora, pur avendo letto solo io ciò che ho scritto, mi sento forte e circondato da miei simili.

Allora a voi tre ed a tutti quelli come voi, dico: venite a massacrarmi ora, anche in dieci contro uno. Potete spaccarmi tutte le ossa, potete sfigurare il mio volto e sfasciare la mia auto, potete accoltellarmi o spararmi, ma non farete neanche un graffio a quello che ho scritto, a quello che penso, e resterete comunque delle ignobili bestie senza dignità.

A tutti gli altri, alla mia gente, imploro di non avere paura, di non restare in silenzio nei confronti delle ingiustizie e delle violenze, di avere il coraggio di vivere liberi, di essere Uomini.

Flavio Stasi


Armato di parola

Dopo l’articolo uscito sul quotidiano tanta è stata la solidarietà che ho ricevuto con gesti e parole. Era quello che mi serviva, non posso non ringraziare, eppure so che non basta.

Io credo davvero che sulle piccole e grandi omertà quotidiane si fondino le grandi mafie, per cui questa storia può avere un lato positivo solo se davvero la solidarietà si trasforma in atti concreti: sarò più forte io, saremo più forti tutti noi, saranno più deboli coloro che sulla sopraffazione costruiscono le loro fortune. Soprattutto sarà più bella la nostra terra, che lo merita.

Non posso che ringraziare il direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, soprattutto per la delicatezza che ha dimostrato.

Pubblico quanto scritto sul mio blog, anche se è quasi una formalità ormai: tanti in questi giorni lo hanno già letto e fatto proprio.

Con forza, senza paura.

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Carbone e commissariamento: i candidati a Sindaco prendano posizione

In questi anni la classe dirigente, di qualsivoglia fazione, non è stata in grado di rispondere alle esigenze del territorio calabrese.

L’ormai perenne crisi dei rifiuti è l’emblema di una grave inadeguatezza, o, ancor peggio, della mancanza di volontà politica, nei confronti di un problema le cui soluzioni sono note e semplici. Mentre la mancanza di prospettive e di piani di sviluppo che si basino sulla valorizzazione delle nostre risorse, rende interi territori soggetti ai ricatti, ormai storici, di ‘ndrangheta e speculatori energetici.

La crisi economica, la quale si riversa nel mezzogiorno con conseguenze drammatiche, non permette più campagne elettorali fatte da parate, promesse e ambiguità: i cittadini pretendono risposte da parte di chi si candida ad occupare ruoli istituzionali.

I candidati abbiano il coraggio di raccogliere consenso, o dissenso, sulle proprie reali intenzioni, senza giri di parole e “ni”.

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Bucita. Pretendiamo risposte.

Articolo de “la Gazzetta del Sud”, 4 Aprile 2011

Rifiuti radioattivi, cosa farà il Comune di fronte all’inquietante nuova emergenza? La discarica di Bucita non è dotata delle apparecchiature per rilevare materiali pericolosi, di Benigno Lepera

Rossano – Bucita, una contrada ferita, il cui territorio è stato irrimediabilmente compromesso e distrutto anche sul piano dell’immagine per la presenza di una megadiscarica (è diventata tale in seguito all’abbanco dei rifiuti di mezza Calabria, disposti dai vari commissari regionali per l’emergenza ambientale e da qualche mese esaurita) oggi ancora oltraggiata dalla presenza, in base a quanto emerso dalle indagini della Magistratura lametina, di rifiuti radioattivi, rinvenuti nei cassoni di spazzatura trasportata da Bucita a Pianopoli. Con queste amare constatazioni si è svolta ieri sera la riunione del “Comitato dei Cittadini contro le discariche di Bucita” con la partecipazione anche della Rete di Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, convocata dalla presidente Bebè Cherubini, in seguito alla notizia del rinvenimento di elementi di radioattività nei rifiuti di Rossano lavorati a Bucita e da qui trasportati alla discarica di Pianopoli, per assumere le determinazioni che il caso comporta. E tra le determinazioni assunte e da realizzare nell’immediatezza, prima di rivolgersi al Prefetto e alla Regione, è stato ribadito in primo luogo lo stato di agitazione permanente. Inoltre si è deciso di chiedere immediatamente un incontro al sindaco della città e all’assessore all’ambiente per conoscere quali saranno le azioni che il Comune intende intraprendere per questo caso di cui si sono occupate le pagine nazionali. Nell’incontro con il primo cittadino il Comitato chiederà che si inoltri un esposto alla Magistratura per verificare come siano finiti nei cassoni dei rifiuti di Rossano provenienti da Bucita le sostanza radioattive e per svolgere indagini appropriate per appurare se vi sia anche qui la presenza di radioattività. Nelle more si chiederà alla Magistratura di chiudere la discarica anche perchè «non è dotata delle apparecchiature necessarie a rilevare eventuali elementi radioattivi». Continue reading


Ai bordi dei cassonetti 13 anni di commissariamento

15 Marzo 2011 _ Comunicato Stampa

Sbaglia chi sostiene che il problema dei rifiuti ammassati ai bordi dei cassonetti in tutta la sibaritide è causato dal limite di abbancamento a Bucita o a Pianopoli. Stiamo parlando di discariche che hanno ripetutamente provocato rischi per la popolazione ed il territorio.

I cittadini possono vedere per le strade il volto più chiaro di 13 anni di Commissariamento all’emergenza ambientale che ha permesso a commissari, nominati tanto dal centro-destra quanto da centro-sinistra, di agire in deroga ad ogni normativa di tutela sanitaria senza risolvere nulla.

Tredici anni di super poteri e, soprattutto, di super affari: quello dei rifiuti, infatti, è un business tra i più tristemente fiorenti nella nostra regione. Inoltre nel tempo la gestione degli smaltimenti, legali e illegali, non è stata esente da infiltrazioni della ‘ndrangheta, la quale registra proprio nel campo dei rifiuti una delle voci più importanti del proprio sporco bilancio. Continue reading


Risparmiate l’ipocrisia sui nostri morti

Comparso sulle pagine regionali de “il Quotidiano della Calabria”, rubrica Opinioni e Commenti,  il 10 Marzo 2011

Tredici anni. Tredici lunghi anni di super poteri, di finanziamenti pubblici divorati, di amici ingrassati ed arricchiti, di leggi legalmente infrante. Tredici anni di “sana” alternanza e trasversale abbuffata di centrodestra e centrosinistra, in ogni salsa, al buffet del Commissariamento all’emergenza ambientale.

E ancora peggio quarant’anni di vere e proprie barzellette sulle infrastrutture calabresi, dalla pericolante A3 alla micidiale SS 106, fino alla impalpabile linea ferrata sulla costa ionica ed alla moribonda linea tirrenica. Un disastro totale e colpevole che, però, non ha affatto turbato né il presidente Scopelliti né il ministro Matteoli nell’inaugurare, una settimana fa, ben due gallerie a Montegiordano, la cui gara d’appalto risale “solo” a 13 anni fa.

Sbaglieremmo se parlassimo di fallimento: questo implicherebbe incapacità, ma a fronte di una volontà. Ed invece è evidente che ciò che manca da almeno vent’anni a governi regionali e nazionali è la volontà politica di risanare e bonificare un territorio martoriato dalla speculazione di ogni tipo.

Edilizia in primis, da sempre avallata dalla politica ed ultimamente fortificata grazie al cosiddetto piano casa. Ma anche speculazione energetica, sui rifiuti, sui trasporti. Tutte forme di devastazione del territorio, diretta o indiretta, mai ostacolate dalle classi dirigenti, che anzi ne hanno sempre saputo “far tesoro” in termini di interessi personali e di voto di scambio. Continue reading


Capodanno di lotta e territorio.

Alle 23:00 di ieri centinaia di cittadini calabresi si sono dati appuntamento sulla strada che conduce alla discarica di Pianopoli rispondendo all’appello della Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”.
È stata bloccato l’accesso a quella che è, come attestato dalle fonti giudiziarie, una discarica abusiva che come tante altre, per lo più private, avvelena ed inquina il territorio e le comunità. Non a caso all’appello della RDT non hanno risposto solo cittadini del Lametino, ma anche i comitati di Crotone, Rossano, Cosenza, Reggio Calabria.
Le popolazioni intendono dire basta ad un ciclo di rifiuti che si basa sul business di speculatori e ‘ndrangheta che si cela dietro il ciclo dei rifiuti, nonché ad una gestione commissariale ridicola, che dura ormai quindici anni, e che serve soltanto per sprecare soldi pubblici ed aggirare ogni norma di tutela dell’ambiente e della salute.
L’unica soluzione per quella che è non solo un’emergenza ambientale, ma soprattutto democratica e politica, è un sistema dei rifiuti pubblico e basato sulla raccolta differenziata spinta, porta a porta, finalizzata al riciclo e riutilizzo.
Il presidio ha inoltre chiesto l’intervento del NOE per verificare il contenuti di alcuni automezzi. Quando sono le otto del mattino l’unico intervento dello stato sembra essere l’arrivo del reparto celere.
Il blocco della RdT è un invito a riprendere possesso dei propri territori in prima persona senza delega a politici e istituzioni giudiziarie. Questo è solo l’inizio di una campagna di mobilitazione che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi, discarica per discarica per monitorare e controllare il ciclo dei rifiuti legale e non.

Pianopoli (CZ) 03/01/2010

Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”

LEGGI TUTTO SUL SITO DELLA RETE DIFESA DEL TERRITORIO


Il presidio a Bucita continua.

Nonostante il freddo, i cittadini stanno continuando a presidiare la strada che porta allo scempio di Bucita, per continuare a lanciare il proprio messaggio di rabbia e per denunciare il crimine che si sta compiendo. Questa è l’unica risposta vera alle ipocrite chiacchiere di palazzo.

Il fuoco ripara dal freddo ed illumina i pensieri scritti su un lenzuolo bianco.

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Rifiuti: La “politica” mente su Bucita

In questi giorni drammatici, leggere la minimizzazione ed il rimpallo delle responsabilità da parte delle compagini di governo cittadine e regionale è semplicemente stucchevole.

Innanzitutto qualsiasi quantità si conferisse in una discarica già chiusa per questioni igienico-sanitarie rappresenta un attacco gravissimo nei confronti della salute dei cittadini, i quali vivono letteralmente ai piedi di quella che si configura come una discarica abusiva. Continue reading


[FotoReport] Bucita. Immagini dal presidio.

24 novembre, Blocco degli automezzi

Presidio. Prime ore. Strada bloccata.

Camion bloccati sulla statale. I cittadini bloccano la discarica abusiva di Bucita.

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