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Le residenze private e l’impero decadente di Latorre

di Flavio Stasi

Articolo pubblicato sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria dell’8 Febbraio 2012.

Sembra ieri quando gli studenti riempirono il piazzale antistante l’aula magna contro i tagli della legge 133 e di Mariastella Gelmini, il Ministro che ciarlava di meritocrazia e che per superare l’esame di Stato da avvocato si è spostata da Brescia a Reggio Calabria, dove lo superavano tutti.

Sembra ieri, ed il Rettore Latorre era lì a fare l’anti-Mosè: gli studenti erano un’onda e lui tentava di calmare le acque.

Secondo il governo i provvedimenti avrebbero dovuto tagliare gli sprechi e colpire le caste. In realtà i veri, malcelati e raggiunti obiettivi, erano esattamente opposti: tagliare il diritto allo studio e accentrare tutta la gestione delle Università nelle mani di pochi potenti, assimilandole a delle Spa. Obiettivi difficilmente raggiungibili senza l’aiuto di chi occupava le poltrone più ambite degli atenei, ed il Rettore dell’Unical non si è tirato indietro. Come avrebbe potuto? Continue reading


Indimenticabile 3 Agosto

Fausto Bossi, Marco Reguzzoni e le miss padania

di Flavio Stasi

Dopo quindici anni di disastri, interrotti solo da goffe comparse di ex-qualcosa riadattate ad improbabili liberisti (soprannominati “centrosinistra”), il Premier decide di parlare al paese che lo ha eletto (in preda, evidentemente, ad una perdurante follia collettiva) in un momento drammatico. Il Paese è in preda alla voracità dei mercati, e questa rappresenta una delle rare occasioni in cui Camera e Senato ospitano il Governo ed il suo capo. Più che un dibattito parlamentare è una caotica ostentazione di incapacità e di squallido opportunismo.

Nonostante tutto, nonostante l’attenzione di tutto il mondo occidentale addosso, il Premier, in mezz’ora, è in grado di non dire praticamente nulla. O meglio, in una sequela di barzellette e propaganda, prepara gli italiani ad altre, enormi e dolorose supposte: liberalizzazioni, privatizzazioni e la “riforma” dello Statuto dei Lavoratori. Avete capito bene: per uscire dalla crisi bisogna eliminare garanzie del mondo del lavoro, ovvero di quella povera gente che fino ad ora ha pagato e ripagato e ripagato. E già. È chiaro che i diritti di uomini e donne che fanno andare avanti il Paese col proprio sudore, sono un ostacolo alla crescita. Il PDL in stato confusionale inizia così una giornata che rispecchia in pieno la sua storia: una lunga sfilza di contraddizioni politiche e squallore, sempre finalizzate al sangue della povera gente. Continue reading