Abbiamo atteso qualche ora prima di esprimere nuovamente soddisfazione per un risultato politico epocale per il territorio calabrese: il no al carbone della Regione.
Abbiamo atteso perché è sempre interessante, dopo mesi di difficile lavoro, osservare il salto generale sul carro dei vincitori. Osservare le reazioni di chi, almeno a parole, in questa vicenda si è espresso e di chi, ambiguamente, ha preferito tacere.
Ci piace sottolineare che è stato solo grazie alla spinta popolare ed al lavoro dei comitati locali che si è smascherato l’intero impianto devastatore di Enel Spa, il piano di ulteriore sfruttamento di un territorio il quale, sia a livello cittadino che regionale, sta pagando a caro prezzo i profitti degli speculatori e le concessioni di una classe dirigente inadeguata.
Dobbiamo essere però onesti: in questi anni abbiamo anche pagato l’indifferenza e l’arrendevolezza di una popolazione troppo spesso silenziosa.
Per questo Rossano e Saline ci insegnano che i territori possono vincere senza chiedere, rivendicando il loro diritto di sovranità su terra, acqua, aria, salute.
Per questo non siamo granché entusiasti di chi si è già lanciato nella rincorsa ad Enel Spa e Sei Spa, ai loro miliardi, come se si trattasse di istituti di beneficenza. Le comunità grecaniche e della sibaritide devono capire e decidere come sviluppare i propri territori, eventualmente liberandoli degli scempi edilizi ed industriali di questi decenni, garantendo realmente benessere alle comunità, quindi salute ed economia.
Ma questa non è stata solo una battaglia contro gli speculatori ed i loro faccendieri, ma anche contro l’eterno ricatto del lavoro. Quel ricatto generato dal sottosviluppo e che si è rinnovato ogni qual volta abbiamo svenduto terra e dignità: questa volta non è stato così.
Per questo il no al carbone non è un arrivo, ma una tappa importante che apre le porte a scenari meno neri non solo per noi, ma per il futuro dell’intera Regione.
Flavio Stasi
Rete di Difesa Territoriale “Franco Nisticò”
Coordinamento Nazionale No Carbone