Questa mattina, fin dalle ore 9, i cittadini hanno presidiato l’incrocio di Contrada Amica che porta verso la discarica di Bucita. Violentando nuovamente il territorio, infatti, il prefetto Reppucci, sotto diretta indicazione dell’ufficio del Commissario Regionale all’Emergenza Rifiuti, ha revocato l’ordinanza sindacale che impediva il passaggio di automezzi carichi di rifiuti provenienti da tutto il meridione. Abbiamo monitorato i mezzi pesanti carichi di rifiuti, attorniati da un lezzo vomitevole, che si sono recati presso la discarica. Oltre alle decine di tir “marcati” EcoRoss, abbiamo registrato tir provenienti da Gioia Tauro, Crotone, Frascineto, Bisignano, persino dalla Puglia. Nonostante buona parte della città fosse colpevolmente assente, evidentemente inconsapevole dell’avvelenamento quotidiano che subisce, i cittadini hanno bloccato alcuni camion per più di un’ora, prima che le forze dell’ordine li “persuadessero” a permettere il passaggio. Lo diciamo con fierezza senza timore alcuno: se è legale avvelenare una contrada, una città, un popolo, evidentemente è nell’illegalità che siamo costretti a cercare la giustizia, quella reale, ambientale, politica e sociale. La discarica di Bucita, è importante sottolinearlo, è già esaurita da tempo, per cui l’abbanco di ulteriori 10.000 metri cubi di rifiuti rappresenta un disastro ambientale certo ed una profonda illegalità giustificata, come sempre, dallo stato di emergenza. Lo stesso stato di emergenza che ha portato a commissariare l’ufficio rifiuti circa 15 anni fa, col risultato di attribuire poteri straordinari a faccendieri politici e governatori evidentemente incapaci o privi della volontà di risolvere il problema. Cosa hanno risolto in 15 anni di centro-destra e centro-sinistra? Quello che sta accadendo al meridione rappresenta una vergogna di Stato, causata non dal “problema rifiuti”, risolvibile con una gestione oculata ed eco-compatibile, ma dal business che si cela dietro di esso, che evidentemente fa gola alla politica, alla finanza, alla ‘ndrangheta. Ci opporremo con tutte le nostre forze per impedire che si continui a consumare l’ennesimo disastro ambientale sul nostro territorio.
Rete di Difesa Territoriale “Franco Nisticò”