Promocrepare a tempo

Non erano ancora le nove di sera

quando le emittenti commerciali di Vuotolandia

davano a reti unificate

un film erotico giapponese:

il protokollo di Kyoto.

 

Protagonista un italiano vestito di carcasse,

un ballerino strafottente,

che costruisce la propria fallimentare carriera

esibendosi in feste tradizionali

presso le numerose location all’ombra

delle ciminiere dell’industria.

 

Nell’intervallo una televendita flash rifilava pentole,

televisori a schermo piatto

ed energia pulita da fonte emo-rinnovabile

finanziata dal Ministero della Salute.

 

Tutto ad un presto stracciato:

un pugno di voti e litri di sudore.

 

Morire di botte, veleno o call-center.

Basta qualche milione di italiani e un centinaio di padroni,

con carte di scredito e credito.

 

Fingere di non saperlo è gratis.

 

Ballare “Vieni a ballare in puglia” e “Mammalitaliani”,

sorridenti e frustratamente ubriachi,

ignorando che la voce sparata a diecimila watt

dalle casse sta urlando istericamente

“Imbecilli!”

non ha prezzo.


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