Trasporti e carbone: la Cina è davvero così lontana?

Ci ha fatto sorridere l’idea che un sistema viario come quello cinese possa produrre più di centro chilometri e di una settimana di code. La Cina è uno dei paesi che brucia maggiori quantità di carbone al mondo, ed oltre ai lavori su alcune importanti tratte delle infrastrutture cinesi, tra le cause degli epocali ingorghi c’è l’improvviso aumento di importazione del carbone dalla Mongolia a seguito della chiusura di alcune miniere pericolose nei pressi di Pechino.

Chiaramente si tratta di una realtà lontanissima dalla nostra, ma leggendo le previsioni di Enel sul trasporto nel progetto di riconversione, il sorriso diventa decisamente meno convinto.

Secondo il SIA infatti si prevedono attualmente 1,800 camion da 30 tonnellate per il calcare, 12,600 camion da 20 tonnellate per le biomasse ed altri 3,000 camion da 30 tonnellate per il trasporto di gessi, che come abbiamo già avuto modo dire hanno effetti tossici e mutageni. Inoltre ci sono 240 tir l’anno per l’ammoniaca. Stiamo parlando delle previsioni redatte dall’ente titolare del progetto, il quale solitamente sottostima i disagi e sovrastima i vantaggi.

Stiamo parlando di un totale di 17,640 mezzi pesanti all’anno, circa cinquanta tir al giorno su quella gran madre di tutte le nostre strade che si chiama Statale 106.

Non stiamo parlando dei mega-ingorghi cinesi, ma le conseguenze dell’impatto ambientale, nonché alla viabilità e conseguentemente al commercio, al turismo ed allo sviluppo generale della nostra area sono sostanzialmente incalcolabili, come incalcolabile è l’arroganza con cui Enel si rapporta nei confronti dei cittadini di Rossano, Corigliano e di tutta la sibaritide.

Arroganza a cui la popolazione sta rispondendo con chiarezza e determinazione, nel pieno esercizio della sovranità sul proprio territorio a cui per troppo tempo abbiamo rinunciato per l’elemosina degli speculatori e le finte promesse di una classe dirigente profondamente inadeguata.

Flavio Stasi

Rete per la Difesa Territoriale “Franco Nisticò”

Coordinamento Nazionale No Carbone


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