Proporre l’incandidabilità dei condannati in primo grado ed il dimezzamento dei parlamentari per risolvere il problema della corruzione e dei costi della politica, è un po’ come alzare un muro di cemento tra Berlino Est e Berlino Ovest per risolvere il problema dell’emigrazione.
Il problema di Berlino Est non era la comodità dell’accesso all’occidente, ma la povertà.
Il problema dei costi della politica non è il numero dei parlamentari, ma i loro privilegi.
E l’incandidabilità dei condannati nasconde una paura enorme e ben più grave: che il popolo voti i corrotti. Se non si avesse paura che il popolo li votasse, che problema ci sarebbe a farli candidare?
Un popolo che vuole votare un corrotto deve essere libero di farlo, questa è la democrazia.
Il problema che dovremmo porci è: perchè? Non essendoci ricette populistiche che tengano, non potendole twittare, tutti evitano di parlarne.
Una legge sull’incandibilità attesterebbe che il popolo è incapace di intendere e di volere;
eguaglierebbe un corruttore ad un padre di famiglia che ruba per fame; un mafioso ad un errore di gioventù; un operaio, uno studente, un cittadino condannato perchè lotta per i propri diritti ad un falsificatore di bilanci milionari;
non farebbe altro che impedire ai ladri di galline senza un buon avvocato di entrare in parlamento, mentre i criminali veri, direttamente o indirettamente, resterebbero dentro con quattro piedi.
Viviamo ancora di berlusconismo, e di anti berlusconismo. Chissà quando cominceremo a vivere di politica, democrazia e partecipazione.
Flavio Stasi