Author Archives: leonfuser

Raddoppiare il numero dei parlamentari.

Una proposta per la fine del populismo e dei privilegi.

di Flavio Stasi

Commento comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria.

urlTrovo scioccante l’adesione da parte delle compagini elettorali più disparate, da quelle dell’antipolitica fino alla destra passando per la cosiddetta sinistra radicale, nei confronti della proposta di dimezzare il numero dei parlamentari.

Si tratta di una delle tante proposte populiste che tiene banco da mesi e che sembra raccogliere, nostro malgrado, anche il consenso dei cittadini, soprattutto perché non esiste nessuna forza politica con la credibilità tale da poter confutare questa malsana idea.

Non posso non riferirmi specificatamente a tutta la sinistra italiana, che si dimostra ancora una volta subalterna ad idee e proposte che con i valori della sinistra (ma confido che il 90% degli iscritti e dei simpatizzanti non abbia la minima idea di quali siano tali valori) non hanno nulla a che vedere.

Nella cosiddetta democrazia rappresentativa, senza entrare nel merito della stessa, a prescindere da quale legge elettorale venga adottata e specificando che la legge attuale è palesemente ripugnante, il numero dei parlamentari rappresenta quanto i territori possono essere rappresentati. Si tratta di certo solo di una possibilità, non è detto che questo accada, ma di certo più è alto il numero dei rappresentanti, più possibilità ci sono di eleggere un’espressione reale del territorio o un portavoce di un’idea specifica, di un valore, di un programma, di una singola vertenza. Più parlamentari discutono una legge, più ci sono possibilità che i disparati punti di vista presenti nella nostra gente (per fortuna) possano quanto meno essere presi in considerazione all’interno della discussione parlamentare. Continue reading


La ‘ndrangheta sul carbone. Davvero?

donna-imbavagliataBalza sulle prime pagine dei giornali regionali, e persino sui quotidiani nazionali, la notizia delle presunte correlazioni tra il progetto della centrale a carbone di Saline Joniche (RC) e le cosche ndranghetiste del reggino, in particolare la cosca dei Iamonte di Melito Porto Salvo. L’inchiesta condotta dalla DDA di Reggio Calabria e diretta dalla Procura della Repubblica ha portato alla custodia cautelare di 65 persone, tra cui anche esponenti istituzionali, ed ha riguardato tutta l’attività delle cosche, dal traffico di stupefacenti agli appalti. Io sono garantista, non credo nella gogna mediatica ma in una forma di giustizia alta, altra, sociale, e per questo non ritengo che gli indagati siano colpevoli.

Allo stesso tempo però ho abbastanza rispetto per la mia intelligenza e per quella della mia gente per constatare dei dati di fatto: dietro le torri di babele industriali lasciateci dal Pacchetto Colombo (Centrale Enel di Rossano e liquichimica di Saline per esempio) non ci sono di certo “errori di valutazione”, così come non sono stati problemi tecnici quelli dell’Autostrada Salerno – Reggio Calabria, o come non sono delle semplici sviste quelle che causano i copiosi disastri ambientali e le truffe miliardarie intorno ai rifiuti solidi urbani. Ed il business delle centrali a carbone rispecchia tutte le caratteristiche di queste note vicende: giro di soldi enorme ; profitti stratosferici nelle mani di pochi ; aziende nascoste come tra le scatole cinesi ; l’auspicio, forse il disperato bisogno, di incorrere in organi di controllo “distratti” ; una quantità impressionante di costi pagati dalla collettività, in termini economici, di salute, ambientali.

Fatto, ed anche detto, ormai un anno e mezzo fa.

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L’unica cosa pulita del carbone è la coscienza di chi lo combatte.

Giacchè ci sono, mi chiedo se per conoscere cosa si cela dietro il ciclo dei rifiuti calabrese dovremo aspettare i libri di storia dei nostri pro-nipoti, visto che sembra non interessarsene nessuno; visto che per scoprire i disastri ambientali bisogna bloccare le strade e trascinare gli inquirenti a due metri dai reati (anche se non sempre è sufficiente); visto che le procure sembrano più impegnate a perseguitare chi ama il proprio territorio ed osa rivendicare dignità, per esempio per la ferrovia, piuttosto che a perseguitare chi lo distrugge alzandoci un bel po’ di soldi. Chissà.


Chi conosce il sistema dei rifiuti sa che un inceneritore non serve a nulla.

108878Sono ormai anni che il disgusto nei confronti delle ingiustizie e degli scempi perpetrati sul nostro territorio ci ha spinto ad interessarci di rifiuti con molta attenzione, eppure è la prima volta che abbiamo il piacere di leggere un intervento di Maria Josè Caligiuri al riguardo, nonostante il disastro fosse evidente già da anni. Intervento, per altro, con proposte precise.

Ovviamente si tratta di un segnale positivo: dimostra che il dibattito proposto dai comitati territoriali ha imposto l’argomento della gestione dei rifiuti e del commissariamento, oltre a controprovare il fallimento decennale delle istituzioni regionali.

Nel merito, tuttavia, alcune delle informazioni proposte meritano qualche approfondimento, se non qualche secca smentita.

Non credo che i sindaci abbiano bisogno di avvocati difensori, e chi si scontra quotidianamente con la sordità istituzionale sarebbe la persona meno indicata per farlo, ma definire un flop una manifestazione istituzionale partecipata da tutti i sindaci del basso ionio, ovvero dal 100% dei convocati, lo trovo inopportuno.

Si fa evidentemente confusione tra una manifestazione istituzionale ed una manifestazione popolare, per esempio come quella del 16 Giugno 2012 a Cariati o come quella di Crotone il 12 Novembre 2011, entrambe organizzate e finanziate esclusivamente dai comitati, partecipatissime e basate su parole d’ordine significative: fine del commissariamento e fine della speculazione privata sui rifiuti.

Il recente corteo pacifico dei Sindaci sulla statale 106 è stato un successo proprio perché, per la prima volta, ha unito le istituzioni locali del territorio su parole d’ordine chiare (fine del commissariamento e fine della speculazione privata sui rifiuti) nonostante le forti pressioni dei poteri forti e degli speculatori che spesso tengono sotto scacco interi comuni.

Intendiamoci: questo non esime da responsabilità i Sindaci stessi, né implica che questa unità e chiarezza dei contenuti sia solida e permanente, tutt’altro. Ma dal momento che i comitati territoriali non sono quelli del “no a tutti i costi” riteniamo quanto accaduto comunque positivo.

Assodato questo, affrontiamo un problema di ordine diverso e molto più profondo. Sull’inceneritore, infatti, il dirigente provinciale del PDL dimostra, come molti dei suoi colleghi anche di altri partiti, poca competenza.

Un inceneritore nella Sibaritide serve come uno spremi-agrumi nel deserto.

Senza elencare le enormi conseguenze sanitarie dell’incenerimento, senza affermare una ovvietà, ovvero che la raccolta differenziata finalizzata al riciclo ed al riutilizzo rende inutile l’incenerimento intensivo creando qualche centinaia di posti di lavoro in più, ci limitiamo allo stato attuale delle cose ed alla pura gestione dell’emergenza.

L’inceneritore di Gioia Tauro, l’unico della Calabria, impianto pubblico gestito da privati recentemente raddoppiato, ad oggi è costretto a bruciare rifiuti provenienti da altre regioni. Perché?

Semplice, perché i rifiuti non vanno dal cassonetto all’inceneritore. Quello che viene bruciato (CDR) è il risultato di un trattamento che dovrebbe essere fatto in altri quattro impianti di trattamento, sempre pubblici gestiti da privati, come quello di Bucita (Rossano) o Ponticelli (Crotone). Questi impianti da anni non funzionano, non producendo né combustibile di qualità né compost utilizzabile in agricoltura, seppure i comuni continuano a pagare le aziende che li gestiscono come se lo facessero. Il risultato del trattamento di questi impianti, oggi, finisce in discariche, ovviamente private, le quali vengono a loro volta pagate coi soldi dei cittadini. Fine della storia.

E se gli impianti funzionassero alla perfezione, nella malaugurata ipotesi che la differenziata restasse alle percentuali attuali, avremmo abbastanza combustibile per far funzionare un altro inceneritore? No, l’inceneritore di Gioia Tauro raddoppiato assorbirebbe tutto il combustibile. Fine della storia due volte.

Detto questo è bene precisare che ogni inceneritore di per se è un tassello di un sistema di rifiuti non virtuoso, in quanto implica che i rifiuti vadano distrutti e non riutilizzati e riciclati.

Quella della raccolta differenziata spinta finalizzata al riciclo ed al riutilizzo è l’unica strategia razionale per gestire i rifiuti, e non una soluzione, in quanto i rifiuti non sono un problema. L’unico problema è una classe dirigente troppo spesso disinformata.

Aldilà delle correzioni doverose e dalla durezza dei toni imposta dalla gravità della situazione, è un invito al confronto per il quale i comitati territoriali non si sono mai sottratti.

Flavio Stasi

Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”


Inforcazione 2: Hiroshima, milione di morti in più, milione di morti in meno.

“Inforcazione” non è una rubrica di Contro-Informazione, ma una rubrica di Informazione, con cui mi sforzo, saltuariamente e aperiodicamente, di offrire una più corretta interpretazione della Contro-Informazione, reale e profonda, che oggi impera sui media ed arriva senza contraddittorio nelle nostre case e sui nostri terminali. 

————————————————————– Numero 2

BA36IRQD--330x185Nel commentare la notizia del ritrovamento di una foto originale dell’esplosione di Hiroshima da terra, l’editorialista del quotidiano La Stampa di Torino, Riotta, sottolinea come il bombordamento atomico statunitense del 1945, che causò direttamente circa 300 mila morti (e non 135 mila come sostiene lo stesso editorialista) avrebbe evitato una sanguinosissima invasione di un Giappone arrogante e retrogrado che avrebbe causato 11 milioni e mezzo di morti, di cui 10 milioni tra i giapponesi.

Un po come dire che la peste nera del quattordicesimo secolo, che uccise un terzo della popolazione europea, impedì che le guerre di espansione dell’impero ottomano nell’europa sud-orientale potessero causare qualche milione di morti in più. Continue reading


Le discariche, vecchie e nuove, sono soluzione tampone.

E’ il momento di chiudere alla speculazione privata.

Il Sindaco Antoniotti ha ragione: non ci sono state ultimamente delle riunioni tra i sindaci e comitati cittadini, bensì ci sono costantemente da quasi due anni in tutti i paesi della sibaritide, fuorché a Corigliano Calabro, per via del commissariamento, ed a Rossano.

Sorvoliamo sui numerosi, ormai abituali, insulti del sindaco nei confronti di chi difende il territorio senza essere per questo galoppino di qualche apparato partitico che lo piazza da qualche parte a fare i propri interessi ed a lavorare contro gli interessi delle nostre comunità e del territorio, come fanno, per esempio, i parlamentari ed i consiglieri regionali del suo partito ormai da anni.

Ci permettiamo solo di ricordare al Sindaco che la rete regionale dei comitati territoriali ha organizzato numerosi eventi negli ultimi anni ed è stata la prima – ben prima di tutto il pantheon politico regionale, per intenderci – ad avere il coraggio di attaccare l’Ufficio del Commissario con una manifestazione partecipata da 5000 calabresi, senza apporto di partiti e sindacati. Continue reading


Rifiuti: Il sindaco di Rossano è una voce stonata nella Sibaritide

Invochiamo l’unità nella difesa del territorio e della salute.

Continuiamo a non comprendere le azioni e le dichiarazioni del sindaco di Rossano sul tema dei rifiuti.

I cittadini che hanno presidiato nella massima compostezza l’incontro convocato dallo stesso sindaco Antoniotti il 20 Dicembre scorso, hanno dichiarato e ribadiscono fatti incontrovertibili: a Rossano qualsiasi incontro su tematiche fondamentali per la salute e l’economia del territorio, come sulla centrale Enel e sui rifiuti, si tiene a porte chiuse, mentre nel resto del territorio avviene l’esatto contrario, in quanto i cittadini interessati vengono coinvolti ed ascoltati. Ne prendiamo atto e continueremo a presidiare con compostezza e decisione ogni incontro ed iniziativa al riguardo. Il Sindaco se ne faccia una ragione.

A dire il vero, leggendo il suo ultimo comunicato, ci siamo anche fatti un’idea sul perché Antoniotti preferisca gli incontri privati: sulla tematica dei rifiuti risulta piuttosto confuso.

Temiamo che il Sindaco ignori che l’impianto di trattamento di Bucita non funzioni, di fatto, da anni: l’impianto infatti non produce né compost di qualità né materiale secco adeguato per essere bruciato nell’impianto di Gioia Tauro. In pratica non serve quasi a nulla, ed inoltre è periodicamente guasto, talvolta fra l’altro con imbarazzante puntualità. Questo è e resta un problema gravissimo a prescindere dalla possibilità di abbancare in qualsivoglia discarica. Continue reading


Monti, paradigma della democrazia italiana ed occidentale.

di Flavio Stasi

Commento comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria in data 19 dicemnre 2012

Mancano meno di tre mesi alle prossime elezioni, almeno questo sembra lasciar intendere il Ministro degli Interni, ed un alone di mistero alberga ancora intorno a quella che dovrebbe essere una delle tornate elettorali più importanti nella storia di questa zoppa repubblica.

Non si conosce quali saranno le regole per la presentazione delle liste, non si conosce la data certa, non è chiaro se l’attuale presidente del consiglio sarà in ballo o meno, non si conoscono chi e quanti saranno i candidati, non è chiaro neanche chi lo deciderà: i partiti italiani? I partiti europei? Il Papa su twitter?

In verità, in un periodo dove sembra regnare il caos, qualunque cittadino può osservare con chiarezza una delle più grandi bugie della storia dell’umanità: la democrazia occidentale.

In questa mazurca istituzionale e mediatica, infatti, il punto fermo è uno solo. Continue reading


Rossano, emergenza rifiuti: no a nuove discariche.

15 Dicembre 2012 _ Comunicato della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”

Apprendiamo con favore che il sindaco Antoniotti convenga con noi sull’operato del Commissario.

Ricordiamo al sindaco che, in questi 15 anni di commissariamento la classe politica che egli rappresenta ha sistematicamente chiesto la proroga di questo ente inutile.

Ricordiamo che prima di Speranza era commissario il generale Melandri, ex assessore della giunta Scopelliti a Reggio Calabria.

Ricordiamo che prima di Melandri era commissario lo stesso Scopelliti, che se non sbagliamo è governatore della Calabria in quota Pdl, ovvero il partito del Sindaco.

Ricordiamo che è stato l’assessore all’ambiente Pugliano, sempre del Pdl, ad “implorare” testualmente il ministro Clini affinché si rinnovi il commissariamento.

Ricordiamo che le percentuali della differenziata a Rossano, aldilà della propaganda, sono ridicole e non potrebbe essere altrimenti senza togliere i cassonetti.

Ricordiamo che non è il numero delle discariche ad essere insufficiente ma è la classe politica che, attraverso il commissario, foraggia da anni un sistema speculativo non estraneo a presenze criminali.

Ribadiamo che aprire una nuova discarica, come quella di Scala Coeli di proprietà della stessa ditta che gestisce la raccolta rifiuti a Rossano, non risolve alcun problema ma semplicemente rimanda il problema devastando altro territorio.

Ribadiamo al sindaco la richiesta di un incontro pubblico dove confrontarsi per prospettare soluzioni al problema.

Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”


12 Dicembre 2012, il solito spettacolo della casta rossanese.

Il Sindaco si incontra segretamente con ENEL e sindacati lasciando fuori dalla porta del Municipio comitati, associazioni, giornalisti e cittadini.

Al portone dei vigili urbani i quali, alla stregua di buttafuori di un esclusivo veglione natalizio, lasciano passare solo gli “accreditati”.

Di cosa dovevano discutere per non permette ai cittadini non tanto di intervenire, quanto di ascoltare?

Di certo questo offre la misura della bassezza di questa amministrazione, che crede di governare pecore e non cittadini, e che vorrebbe decidere tutto al chiuso delle stanze. Non è e non sarà così.


Nelle scuole non può parlare chi è contro le discariche

di Flavio Stasi

Commento pubblicato sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria, in data 8 Dicembre 2012.

Che il ricorso a discariche di rifiuti indifferenziati rappresenti il fallimento della gestione del ciclo dei rifiuti non è dato opinabile, ma oggettivo e riconosciuto ormai da ogni soggetto civile, istituzionale, tecnico e politico.

Che la stragrande maggioranza degli impianti calabresi, in particolare quelli della fascia ionica, sia finalizzato al trattamento o all’abbanco di rifiuti indifferenziati è dato statistico incontrovertibile e che i risultati siano fallimentari è ciclicamente sotto gli occhi di ogni cittadino.

Che il ciclo dei rifiuti calabrese sia gestito da quindici anni, ossimoricamente, da un Commissario d’Emergenza al di sopra della legge, che rappresenta un sistema di potere non estraneo ad interessi politico malavitosi, lo documenta inconfutabilmente una relazione parlamentare d’inchiesta.

Contrastare questo sistema in Calabria dovrebbe essere scontato, parola d’ordine di ogni cittadino ed ancor di più di coloro che svolgono ruoli nelle istituzioni.

Ed invece provate a farlo: troverete porte chiuse anche nei luoghi più improbabili, in quelli che dovrebbero fungere da volano del cambiamento, da palestra per giovani calabresi in grado di distinguere ed eventualmente cambiare quanto gli accade intorno.

Succede. Succede a Rossano e nelle scuole della sibaritide, per esempio, con rare eccezioni, dove gli studenti chiedono ai loro dirigenti scolastici di permettere a degli altri giovani, precari, studenti universitari, di partecipare alle loro assemblee per discutere i provvedimenti del Governo in materia di istruzione: DDL Aprea ed i soliti tagli lineari. Giovani che negli anni passati hanno lottato, insieme a migliaia di propri colleghi, contro un miliardo e mezzo di tagli alle università pubbliche, contro la trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato, contro l’appiattimento dell’istruzione pubblica ai meccanismi del tanto vituperato (solo oggi) mercato ed del tanto vituperato (solo oggi) sistema di potere di banche e grandi investitori, quelli, per intenderci, che detengono quasi il 90% del tanto vituperato (solo oggi) debito pubblico italiano. Continue reading