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Quello che i “Sì Tav” non dicono

di Flavio Stasi

Articolo comparso sulle pagine regionale de “Il Quotidiano della Calabria”

Sentire il dibattito parlamentare del 29 Marzo dopo aver assistito a decine di sterili dibattiti sulle infrastrutture, organizzati qua e la per la Calabria da partiti o sindacati, è una delle cose più tragicomiche che un cittadino calabrese possa fare.

Siamo una regione con infrastrutture da terzo mondo, lo siamo fin dalla tanto festeggiata Unità d’Italia, ma solo negli ultimi dieci anni la nostra classe politica ha prodotto una quantità tanto abnorme di chiacchiere senza seguito, evidentemente in malafede, che se per ogni parola spesa avessimo avuto un centimetro di ferrovia, saremmo all’avanguardia in tutto l’occidente.

Potrebbe sembrare “anti-politico” e forse lo è, ma mi chiedo: la verità può essere anti-politica? Non è che sono le fesserie dei nostri amministratori ad essere anti-politiche e pro-interessi-personali?

Fatto sta che la SS 106 è ancora la nostra arteria principale, se la vogliamo chiamare così, mentre la linea ferrata jonica è un pesce d’Aprile: i cittadini calabresi da Reggio Calabria a Rocca Imperiale lo hanno capito da un pezzo. Stiamo solo aspettando che un giorno il Premier di turno, accompagnato dal Ministro dei Beni Culturali, arrivi e dica “abbiamo scherzato, questa non è la vostra ferrovia, l’abbiamo realizzata solo per girare un film western!”. Continue reading


Il banchetto della crisi

di Flavio Stasi

Commento comparso sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria in data 8 Dicembre 2011.

Titolo originale: Buon appetito Italia.

Non ho mai avuto dubbi sul controllo quasi totale che i grandi poteri economici, associati ai mass media, hanno sulla nostra vita, persino sulla nostra quotidianità. Eppure devo ammettere di essere rimasto a bocca aperta quando il mio fruttivendolo, scegliendo due pomodori da imbustare, ha cominciato a parlarmi con tono preoccupato dello “spread”. Anche se è un palliativo, preferivo quando parlava di calcio.

La lingua del mercato e della globalizzazione è sicuramente l’inglese, e “spread” è ovviamente un termine anglofono. Tv e giornali lo associano solitamente all’economia, al rapporto tra i titoli di stato italiani e tedeschi, ma spread, come molti termini di quella gran lingua (si fa per dire) che è l’inglese, ha una trentina di significati, uno dei quali è “banchetto”. Tenetelo bene in mente. Continue reading