Molti cittadini si stanno convincendo del fatto che il 12 e 13 Giugno il referendum sul nucleare non si farà.
Le parole con cui il Presidente del Consiglio ha accompagnato il cosiddetto Decreto Omnibus sono state chiare: il governo, e gli speculatori che lo fiancheggiano, non fa nessun passo indietro, ma cosciente del fatto che la volontà popolare bloccherebbe i suoi progetti, cerca, ancora una volta, di zittirla.
Questo è gravissimo, ma non è vero che il decreto omnibus ha cancellato il Referendum: spetta alla corte di cassazione giudicare se questo si terrà o meno, e ci sono buone probabilità che si esprima positivamente.
Le possibilità giuridiche sono tante, ma c’è anche un dato incontrovertibile e semplice: il governo ha solo sospeso il provvedimento sul nucleare senza cambiare i suoi principi, mentre il referendum vuole che la popolazione si esprima anche su questi.
Gli italiani stanno ancora pagando a speculatori energetici come Enel ed Ansaldo lo strampalato progetto nucleare degli anni ’80, bloccato del referendum del 1987: non tutti lo sanno, ma con una maggiorazione sulla nostra bolletta elettrica, infatti, fino ad ora a queste aziende abbiamo versato circa 10 miliardi di euro.
Ed in Calabria è ancora più importante fermare il progetto del nucleare, in quanto da tempo si denuncia il sistematico tentativo di trasformare il nostro territorio in una enorme discarica e povera periferia energetica del nord: dove pensate che metteranno, realmente, le scorie nucleari?
I calabresi non vogliono altre Chernobyl o Fukushima, non vogliono pagare con la salute i profitti di aziende multinazionali e interessi dei politicanti di turno.
Probabilmente l’intento del governo è quello di creare confusione e cattiva informazione per fare in modo che non si raggiunga il quorum, per cui bisogna essere chiari: al momento il referendum sul nucleare c’è, e tutti noi dobbiamo prepararci per andare a votare SÌ e promuovere il referendum come se fossimo tutti candidati.
Flavio Stasi
Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”