Le ragioni di una battaglia

La risposta ad Angelo, lavoratore Enel, è una buona occasione per spiegare ancora una volta le ragioni di alcuni No ed alcuni Si.

In riferimento alla seguente mail utente inviata al blog rossanocalabro.it:

.. .Non sono Calabrese di nascita ma di adozione da 16 anni, da 28 anni dipendente ENEL e siccome esprimere il mio parere in merito alla questione carbone ( se pur di parte ) è un mio diritto, ne colgo l’ occasione. Il mio pensiero va immediatamente al futuro che i nostri figli dovranno affrontare, e se la questione è già difficile a livello nazionale, figuriamoci in Calabria, salute compresa.

Molti dei nostri giovani, (ne conosco tanti) sono purtroppo in balia di alcuni imprenditori i quali si erigono a paladini dell’occupazione, ma fanno firmare per una busta paga molto superiore al denaro realmente elargito; quando affronto il problema con loro, sentendomi rispondere che purtroppo non c’è altro, mi cadono gambe e braccia e nello stesso tempo mi auguro che abbiano il coraggio o di reagire o di scappare via da questa realtà. In Calabria , negli ultimi anni si é assistito a un boicottaggio continuo agli insediamenti industriali o riconversioni da parte dell’enel ( vedi Gioia Tauro, Mercure e a oggi Rossano ) mentre sono nate come i funghi centrali da parte di aziende private, un motivo ci sarà ? E voglio che lo immaginiate da soli. Voglio subito spezzare una lancia a favore dell’ azienda per cui lavoro, in merito a formazione del personale, investimenti per quanto riguarda la sicurezza, massimo rispetto per le leggi ambientali, a ricaduta di economia nel territorio sotto molteplici versi, e permettendo a diverse famiglie di portare avanti un’esistenza dignitosa. Un doveroso accenno ai nostri governanti che da anni promettono la riscossa della calabria ma una volta insediati se ne dimenticano. Ci sono esempi in ogni parte del mondo di pacifiche coesistenze tra industrie e turismo e la Calabria può averle, se si vogliono. Per quanto riguarda gli imperterriti pseudo- ambientalisti (massimo rispetto per quelli che ci credono realmente) a mio parere, non sono altro che dei burattini inconsapevoli, in balia di forze politiche che hanno il potere di manovrarli a loro piacimento e scaricarli non appena il pericolo è scongiurato ( vedi i verdi alle ultime elezioni). Mi rendo conto delle parole dure e dirette che ho usato, ma sinceramente non ne potevo più di confrontarmi con persone mal informate che insistono tuttora che la centrale enel che purtroppo dopo trent’anni non ha un nome brucia di notte olio combustibile ( in disuso da più di dieci anni ) e di giorno metano. Ogni parte del mondo ha un suo sud con tutte le sue, anche se retoriche conseguenze, ma noi in Calabria c’e le meritiamo tutte.

Sinceri auguri Angelo Scaldaferri

Caro Angelo,

colgo l’occasione della tua lettera per rivolgere un messaggio anche a molti altri lavoratori del nostro territorio. Non ti conosco, non ho idea di chi tu sia, ma parto dal presupposto della tua buona fede, della semplice legittima intenzione di migliorare le condizioni della nostra terra, una buonafede che purtroppo non si può estendere a tutto l’arco dei soggetti che si sono espressi in questa vicenda.

Non mi ritengo né ambientalista, né tanto meno pseudo ambientalista, citando una definizione cara ai nostri detrattori. Sono semplicemente un cittadino come dovrebbero essere tutti quanti gli altri, ovvero che si interessa alle problematiche del territorio, studia per capirle e lotta per risolvere. Come altri miei concittadini in questa lotta ho messo nome e cognome, ho messo e continuo a mettere energie, ho messo la faccia e sfido chiunque, pubblicamente, in qualsiasi sede ed occasione, a dimostrare che il sottoscritto ha un qualche interesse o convenienza, oppure vive un tale stato di grazia da potersi permettere di giocare con i propri bisogni e quelli degli altri. Da questo punto di vista ho sentito e letto sproloqui cui non vale neanche la pena rispondere.

Sfido chiunque pubblicamente ad affermare che il sottoscritto, come tanti altri, sia un burattino: l’obiettivo è cristallino ed è impedire la riconversione a carbone della centrale Enel, non ci fermeremo un passo prima. Poco ci importa di caste politiche, sindacali o economiche, quelle fanno il loro gioco, lo fanno da entrambe le parti e lo faranno sempre, ma questo non sminuisce minimamente le nostre ragioni.

Dopo questa doverosa premessa, mi piacerebbe rispondere ad alcune tue argomentazioni. Innanzitutto non esiste una differenza tra quello della centrale di Rossano ed altri enti energetici: Enel è una azienda privata come le altre, è un colosso multinazionale quotato in borsa che legittimamente, come mercato impone, ricerca la massimizzazione dei propri profitti, non fa certo gli interessi della collettività, per cui mi sfugge la differenziazione a cui alludi. Se volessimo trovare una differenza questa sta nel processo di privatizzazione di tutte quelle aziende statali e para-statali di cui Enel fa parte, ma questo aprirebbe un lungo e differente capitolo di cattiva amministrazione all’Italiana che credo possiamo lasciare ad altre sedi.

Bisogna rilevare, attestando quanto tu dici, che la Calabria è in questo periodo vittima di un vero e proprio attacco da parte della speculazione energetica, di ogni nazionalità e dimensione: Rossano, Mercure, Panettieri, Saline Ioniche, San Marco Argentano, Amantea, Castrolibero sono solo alcuni esempi e non sono state fatte nè si faranno eccezioni. C’è poco da immaginare a dire il vero, nel momento in cui la Calabria gode di una produzione energetica potenziale, già installata, quasi doppia rispetto al proprio fabbisogno, mentre regioni come il Veneto hanno un debito energetico (ovvero importano energia prodotta in altre regioni) che ammonta a molto più di quanto noi produciamo e consumiamo sommati. Si tratta una precisa scelta geopolitica, di un preciso rapporto territoriale tra danni e benefici, che si rispecchia anche in altri settori come la gestione dei rifiuti tossici e delle infrastrutture.

A questo non si può restare indifferenti, ma io credo che ogni calabrese sarebbe disposto a prestare la propria terra per fare da “batteria” al resto del paese, se questo implichi salvaguardia della propria salute, del proprio sviluppo e, magari, portasse qualche posticino di lavoro.

A Rossano è stato presentato, senza ombra di dubbio, il peggior progetto attualmente proponibile senza considerare il nucleare, da ogni punto di vista: sia per il combustibile, sia per tutte le sue implicazioni (approvvigionamento, rete dei trasporti, smaltimento dei residui, impatto strutturale). Inutile rifare il lungo elenco, basterà leggere i tanti documenti che abbiamo stilato. Se non fosse una realtà drammatica verrebbe quasi da riderci su.

Quella del lavoro è una realtà altrettanto drammatica. È vero, dalle nostre parti c’è gente che fa firmare una busta paga alta e invece da uno stipendio da fame; ci sono giovani (me compreso) sempre di fronte al bivio dell’emigrazione; c’è lavoro nero, disoccupazione, prevaricazione dei propri diritti. Ci sono ragazzi che nell’alienazione sociale e nelle difficoltà economiche si danno ad attività illecite o cadono in bui tunnel da cui è difficile uscire. Tutto questo è vero, lo denuncio e lo sottoscrivo. Come sottoscrivo e denuncio insieme a te le inadeguatezze di una classe dirigente che trasversalmente ed a tutti i livelli non è in grado, anzi, non ha intenzione, di porre delle soluzioni reali aldilà delle promesse elettorali e para-elettorali.

Ok, siamo d’accordo, ma il carbone, esattamente, come dovrebbe cambiare tutto questo? Una grande prevaricazione per assopirne altre dieci? Devastiamo il territorio per redimere la classe dirigente? I fumi di quelle ciminiere, il collasso delle strade, il naufragio del comparto turistico e di valorizzazione del territorio non sono cose che colpiscono i sindaci, i consiglieri provinciali e regionali, i governatori, i parlamentari, sono cose che colpiscono noi cittadini, noi che quando piove ci bagniamo, non quelli che passano tra una goccia e l’altra oppure hanno sempre l’ombrello.

In cambio di cosa? Il fantomatico sviluppo industriale del meridione è stato partorito anch’esso come una malsana trovata elettorale negli anni del boom economico e compare oggi agli occhi di tutti i calabresi, nel migliore dei casi, sotto forma di rottami tra le meraviglie, zavorre al piede non solo della nostra economia, ma evidentemente anche delle nostre prospettive culturali e mentali. Nel peggiore dei casi, vedi il Crotonese o il basso tirreno, come vero e proprio cancro del territorio.

Ma, dirai, dimentichiamo il passato.

Per essere costruttivi a volte ci viene chiesto esplicitamente di far finta di esser nati ieri, ed allora cimentiamoci. Quanta brava gente come te in più troverà lavoro nella nuova centrale? Nessuna. Non lo diciamo noi, lo dice il progetto: “mantenimento degli attuali livelli occupazionali, banchina compresa”, citando a memoria. C’è il cantiere, ma dopo quattro anni finisce e ci troviamo peggio di prima, senza considerare il fatto che non conosco “mastri paisani” in grado di smontare tutto quell’amianto: nel migliore dei casi verrà una ditta da altrove, farà il suo lavoro ed andrà via.

Insomma, non siamo nati ieri, ma anche se lo fossimo non è che troviamo molte argomentazioni a favore del carbone.

Ora si tratta di essere costruttivi. Il sottoscritto e molti altri non sono dalla parte di chi non rispetta i diritti dei lavoratori, di chi ciarla sui palchi elettorali e poi si fa i fatti propri, anzi, l’esatto contrario. Per cui non abbiamo mai visto nei lavoratori dell’Enel una controparte, fatta eccezione per chi, opportunamente caricato a molla dall’azienda (diciamo a molla) più che da lavoratore si comporta da groupie della Carbone Band.

Certo non siamo neanche dalla parte di chi intende continuare a speculare sull’economia locale, devastare il territorio, colpire l’ambiente e la salute della nostra gente.

Se la sibaritide ed il meridione devono voltare pagina, penso debbano cominciare a progettare e programmare il proprio sviluppo ed il futuro dei propri giovani senza cedere più ai ricatti, o se vuoi alle allettanti offerte, di importatori di disastri ed esportatori di profitti.

Se ci sono altre persone disposte a metterci la faccia senza nessun interesse, io l’ho fatto contro il carbone e sono disposto a farlo contro le buste paga fasulle, il racket, le scuole che chiudono, la sanità in malora, le strade mortali, le ferrovie morte, le cattive amministrazioni. Con me c’erano tanti altri cittadini e sono convinto di ritrovarmeli a fianco. Evidentemente ci sono altre persone che la pensano come noi ma che, piuttosto ingenuamente, ci vedono come una controparte. Se sarà necessario siamo disposti a lottare anche contro di loro, ma sia chiaro e che non è affatto una nostra scelta.

Auguri e buon lavoro

Flavio Stasi


Comments are disabled.