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La legge di riordino metterà sotto ricatto i comuni.

Il Consiglio decaduto non faccia porcate d’agosto.

foto2_52ea80696158fSenza timore di smentita buona parte dei consiglieri regionali non hanno neanche capito di cosa si tratta, ma la Regione Calabria, retta da una schiatta di onorevoli incollati alle poltrone e da un assessore che passerà alla storia per la propria incapacità, intende approvare la legge di riordino del settore dei rifiuti.
Una legge scritta su misura non per delle sane aziende che fanno del proprio lavoro un volano di sviluppo per il territorio, ma per quelle sette o otto società parassite che hanno costruito un impero economico alle spalle dei cittadini calabresi e devastando i territori, un sistema di potere conclamato.
Questa legge, infatti, toglie ai comuni la possibilità di gestire direttamente la raccolta dei rifiuti ed imporrà un’azienda per ogni comprensorio, riproponendo illegittimamente e senza alcuna consultazione gli ambiti di raccolta delle vecchie disastrose società partecipate: Sibaritide SPA, Vallecrati SPA, Appennino Paolano SPA eccettera.
Questo significa, di fatto, dividere la Calabria per azienda privata e rendere ancora più inermi e ricattabili i comuni di ogni territorio, i quali fino ad ora riuscivano a gestire almeno la raccolta scontrandosi successivamente con un sistema di smaltimento centralizzato in Regione letteralmente osceno e che, come dimostrato dai documenti della commissione parlamentare d’inchiesta, è significativamente infiltrato dalla ‘ndrangheta. Ora si vuol centralizzare e verticalizzare anche la raccolta, rendendo praticamente impossibile, ad ogni singolo amministratore, dare una svolta alla gestione dei rifiuti sul proprio territorio.
Dopo il muro di gomma delle discariche questa legge creerà un muro di gomma ancora prima, quello della raccolta.
L’intenzione di questo consiglio regionale è quella di approvare l’ennesima porcata sotto l’ombrellone ed appena prima della definitiva, e sinceramente agognata, fine di questa impresentabile legislatura, un intento ingiustificabile e inaccettabile.
Mi appello, a nome dei tanti cittadini stufi della telenovella criminale dei rifiuti calabresi, a quei consiglieri regionali di coscienza che, anche nella tempesta istituzionale di questi mesi, si sono distinti: non permettete che questa legislatura facci a ulteriori danni alla nostra terra.
Infine mi appello a tutti i Sindaci, di ogni colore e latitudine: esprimete anche voi a viva voce la vostra contrarietà o vi troverete a dover trattare, per la raccolta dei rifiuti del vostro comune, ad un tavolo lunghissimo e burocratizzato di fatto ingessato dai diktat di speculatori privati.

Flavio Stasi
REFERENTE REGIONALE LEGGE RIFIUTI ZERO – CALABRIA


Il riordino dei rifiuti sarà devastante per i comuni.

25 Luglio 2014 _ Nota Stampa

Il riordino dei rifiuti sarà devastante per i comuni.
Nessuno ha eletto Gualtieri, basta coi commissari.

foto-firma-protocollo-conai-19-02-14Il consigliere Mirabelli, in Consiglio Regionale, ed altri suoi colleghi, chiedendo che venisse approvata con urgenza l’hanno chiamata “Piano dei Rifiuti”. Significa che gli onorevoli che la sostengono, di fatto, non sanno neanche di cosa si tratta visto che la legge di riordino è cosa ben differente dal piano dei rifiuti. Questo è il livello con cui il consiglio regionale decaduto affronta un problema come quello dei rifiuti e del resto, a dirla tutta, la legge proposta dal Dipartimento Politiche per l’Ambiente della Regione tutto è tranne che un riordino.

Si tratta di un provvedimento con cui si definiscono gli ATO (ambiti territoriali ottimali) e ARO (ambiti di raccolta) dei rifiuti, cosa decisamente auspicabile se gli ambiti fossero davvero ottimali, cioè studiati per le esigenze dei territori, magari decisi dai territori stessi, e non calati dall’alto e fatti apposta per le esigenze dei privati. Infatti saranno definiti ATO le province, con conseguente ingolfamento automatico almeno di Cosenza, ed ARO, udite udite, i vecchi comprensori delle società partecipate: Vallecrati, Sibaritide, Appennino Paolano eccetera eccetera.

Significa, in sostanza, due cose. Primo, che la Calabria sarà spartita per quelle sette o otto aziende private che, di fatto, già fanno il bello ed il cattivo tempo sui territori, gestendo raccolta indifferenziata, differenziata e discariche, in una logica non tanto liberista, ma cretinista visto che solo un cretino promuoverebbe davvero la differenziata sapendo di guadagnare dieci volte di più scaricando tutto in discarica. Secondo, che i comuni
smetteranno di poter gestire autonomamente l’unica cosa che fin’ora potevano gestire, cioè la raccolta. Di disastro in disastro.

Si è detto che l’approvazione di questa legge è urgente: falso.

L’unica premura della regione nell’approvare questo testo è, paradossalmente, la norma transitoria, cioè l’affidamento dei soldi delle tariffe pagate dai comuni, quindi dai cittadini, ad una contabilità speciale, cioè fuori dal bilancio regionale, a disposizione del dirigente del Dipartimento Ambiente, Bruno Gualtieri, con cui saranno pagati i soliti privati che, ancora una volta, costruiranno enormi profitti sull’incapacità volontaria e clamorosa
della Regione di gestire il settore rifiuti. Gira e rigira, l’acqua finisce sempre nello stesso, grasso, mulino.

Da quando è cessato formalmente il commissariamento in Calabria, cioè dal marzo 2013, la Regione Calabria avrebbe dovuto normalizzare la gestione dei rifiuti, affidando ai comuni l’onere e l’onore di programmare le proprie risorse e sostenendo iniziative virtuose come impianti di compostaggio o di recupero di materia. Invece, se possibile, ci troviamo in una situazione ancora peggiore, con un commissario camuffato da dirigente che fa quel che vuole da quasi due anni relegando giunta e consiglio a meri gruppi ratificatori.

Oggi il ritornello di onorevoli e affini è sempre lo stesso: tutta colpa dei quindici anni di emergenza e dei commissari, figure ormai lontane. Si tratta del tentativo ridicolo di dipingere Assessori e Dirigenti del Dipartimento Ambiente come degli inconsapevoli cappuccetto rosso tra le fauci di lupi commissari, quando, in realtà, ogni provvedimento, a partire dalle autorizzazioni delle fantastiche discariche in giro per la Calabria, passava (e passa) sotto il naso dei dirigenti, Gualtieri compreso. E del resto, all’epoca, nessuno osava mettere in discussione l’operato dei commissari, al contrario le giunte di centrodestra e centrosinistra ne hanno chiesto sistematicamente, tutti gli anni, la proroga.

I consiglieri regionali, oggi, se avessero un minimo di decenza, eviterebbero di compiere l’ennesimo scempio nel settore rifiuti, l’ennesima proroga di fatto di un commissariamento senza fine e, soprattutto, senza nessuna utilità cercando, invece, di superare l’estate senza nuovi mostri per il territorio calabrese ed affidando ai comuni la responsabilità di gestire i rifiuti dalla raccolta allo smaltimento, lasciando agli stessi la facoltà di associarsi in
ambiti ottimali secondo le esigenze dei territori. Se i sindaci non saranno in grado di farlo i cittadini sapranno come ricompensarli. Ben più difficile è ricompensare un dirigente regionale, pagato coi nostri soldi, non eletto e coi poteri di un commissario.

Flavio Stasi