Il senso di ogni
perfezione è la certezza di ogni contesto e ogni direzione,
il senso di ogni vita
umana è la certezza di mancanza della perfezione.
Nel mio solido complesso
di idee e scelte
per questo non ha mai
regnato razionalità,
ma un imponente muro dai
mattoni,
fatti di sentimenti e
passioni.
Per questo ho sempre
pensato di essere inattaccabile,
non ci sono pensieri reali
in grado di confutare la legittimità dei sogni.
Sciocco. I sentimenti non
possono essere mattoni,
non vi è collante che li
costringa
o forma costante che li
caratterizzi,
non sono delle ignobili
razionalità sovrapposte,
non posso lasciarli a
protezione del mio ego
perché non mi
difenderanno da loro stessi.
Eppure alcuni riesco a
controllarli,
fanno così parte di me
che forse riesco a
soddisfarli senza deviare mai il mio cammino,
come se il loro destino
fosse legato al mio,
dalla nascita fino alla
morte.
Tu no.
Come sempre,
inaspettatamente, sei l’incontrollabile,
la tempesta di sabbia su
un tranquillo borgo di montagna,
il fantasma di un castello
in festa,
la rosa i cui petali
spezzano catene,
il gigante sopito al
fianco del mio ego
il cui risveglio temo più
di ogni altro.
Tu non dovresti esistere.
Non posso fermarti perché
sei già dentro di me,
non posso controllarti
perché non fai parte di me,
non posso distruggerti
perché non potrei rivedere i tuoi occhi.
Così non posso fare altro
che osservarti
con la testa fra le mani e
lacrime lungo le braccia,
mentre col sorriso radi al
suolo
tutto ciò che ho
costruito in tua assenza.
Se ti chiedessi pietà non
ne avresti,
se ti dichiarassi amore mi
derideresti,
se come altre volte ti
insultassi
sarei ingiusto e non
voglio più esserlo.
Tento di metabolizzarti,
come le folli varianti
delle composizioni di un artista,
schizzi incontrollabili di
rosso accesso su una tela opaca,
il rapido discorrere di
una scala,
un temporale di tasti e
note,
le urla di dolore o di
gioia
nel silenzio della notte,
osservando il paesaggio di
vecchie case ed alberi.
Lontano oltre la valle,
lo spicchio di mare ti
ricorda quanto possa essere libero un uomo.
Ma tu non dovresti
esistere.
Scappa, ma scapperò io.
Fuggirò come altre volte
dall’inesorabilità
delle mie ansie,
dei batticuori che avevo
maledettamente dimenticato,
dai silenzi, che mi
costringo a sostenere.
Ci sono vicinanze in cui
le parole sarebbero mero insulto,
sguardi per cui non si è
degni di pensare,
sentimenti che non si è
degni di coronare.
Forse ecco la ragione,
non si tratta di progetti
futuri o tentativi di salvezza,
noi non siamo degni di
amarci
perché abbiamo sempre
insultato la perfezione di noi due
con egoistiche astuzie,
ed ora non siamo ad
allontanarci,
ma lui che ci abbandona,
privandoci
dell’appagamento
di un solo sguardo negli
occhi, in silenzio.
Eppure io lo sento,
mi maledice, mi
perseguita,
urla, lo vedo, lo sento,
mi uccide ogni attimo
ed ogni attimo mi
risveglio in una scatola vuota e bianca,
stringendo mani e
sorridendo a gente di passaggio,
qualcuno spia dal pertugio
sul tetto, ha gli occhi verdi,
non so chi sia, ma è
enorme,
ho paura di lui. Ho paura
di lei.
Tu non dovresti esistere.
Il coraggio di combattere
eserciti
e la paura di incontrare
una sola misera donna
non posso accettarlo,
ti maledico, vorrei
perseguitarti,
vorrei insultarti, urlo!
Ecco la mia difesa,
ecco il mio scudo,
ecco di nuovo la mia
forza,
niente può fermarmi,
nulla può impietosirmi,
eserciti schierati, abissi
infiniti,
montagne colossali, un
girasole aperto al sole,
cadrai girasole al mio
passaggio,
ti insulterò, ti
deriderò,
urlerò la malvagità del
tuo ipocrita sorriso,
sarai preda di tutta la
mia profonda crudeltà e passerò,
ti lascerò li a
sonnecchiare al sole e a sorridere ai passanti,
è più facile di quanto
credessi,
sono più forte di quanto
immaginassi,
basterà non guardarti
negli occhi,
basterà non farti
sorridere,
basterà non far battere
il cuore,
basterà cancellare ogni
memoria,
basterà non guardarti
negli occhi,
basterà non guardarti
negli occhi.