[COMUNICATO] – 11/6/2009 _ Italia democrazia di plastica

Se da normali cittadini
nutrivamo più di un dubbio sullo stato di salute della democrazia
nel nostro paese, da candidati abbiamo appurato che l’Italia è una
democrazia di plastica e le elezioni sono la messa in scena con cui i
giullari del potere, i politicanti, si aggiudicano il tacito consenso
di passivi spettatori, gli elettori.

 

Essendo due giovani candidati di
un partito altrettanto giovane, possiamo ritenere il nostro risultato
elettorale, nonostante tutto, soddisfacente e sufficiente per dare
inizio alla costruzione reale di un partito comunista nella nostra
città, ma in continuità con le nostre posizioni sentiamo il dovere
di comunicare ai cittadini la squallida realtà delle campagne
elettorali.

Innanzitutto le regole:
invitiamo tutti i cittadini a leggere l’accordo tra partiti e
prefettura siglato il 20 Maggio 2009, dove il nostro partito, pur
essendo regolarmente in corsa per le provinciali, non è stato
neanche invitato. Nel merito, è vergognoso che vengano tacitamente
permesse pubblicità in spazi privati, si pensi alle cosiddette
‘vele’ o ai cartelloni giganti, su cui facoltosi candidati pongono la
loro faccia, e vengano di fatto vietati normali ed economici
banchetti di piazza su cui poggiare programmi elettorali. Viene
concessa l’esposizione di materiale elettorale solo nelle proprie
sedi, il risultato lo vediamo passeggiando per le vie dello scalo e
del centro storico: partiti e candidati hanno sborsato migliaia di
euro per avere due o tre sedi per lista. Per non parlare delle
costosissime manchette sui quotidiani. Insomma, la nostra repubblica
permette l’esistenza di due distinte categorie di candidati: chi può
permettersi il costoso e vuoto spettacolo delle campagne elettorali e
chi non può farlo. Alla faccia dell’uguaglianza, della democrazia,
della par condicio.

Da aggiungere a questo vi è
l’assoluta scorrettezza delle forze in campo: tonnellate e tonnellate
di carte vengono riversate sulle strade e sui luoghi più assurdi:
muri, gallerie, cabine telefoniche, tra l’altro senza nessun rispetto
per l’ambiente e il decoro urbano. Neanche a parlare del rispetto
degli spazi assegnati, per cui non si ha nessun riguardo, ed alle
nostre continue denunce le autorità hanno risposto semplicemente
facendo ‘spallucce’.

Ancora, la vecchia scorretta
pratica messa in campo dal PDL per il giorno della chiusura della
campagna elettorale: prenotare la piazza non per fare il comizio, ma
per non farlo fare agli altri, in questo caso noi. Questo è concesso
dalle norme, ma vogliamo invitare alla riflessione gli elettori di
questi campioni di correttezza.

Per concludere, noi continueremo
a competere ogni qualvolta lo riterremo opportuno, qualsivoglia siano
i nostri mezzi, per indurre la gente ad interessarsi di nuovo della
vera politica, quella delle idee, dei programmi, della coerenza. Del
resto, se ci siamo candidati, è anche per cambiare tutto questo.

Flavio Stasi


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