Parole, commedie, pompierie.

Sono ormai da 15 giorni che vivo giorno e notte qui, tra le aule del tribunale, circondato da avvocati ed istituzioni. Eppure a volte mi sembra di vivere in un altro pianeta.

Lo Stato ci ha sputato in faccia un’altra volta ed incredulo assisto a decine di comizi e cerimoniali, repliche malriuscite di se stesse. Ancora assisto a pompieraggi subdoli ed ipocriti, all’elogio della “via diplomatica”, quella delle telefonatine e degli incontri privati, alla via, cioè, che portata avanti da sola ci ha castigato brutalmente. Il perché di questo ostinato pompieraggio è il terrore che la popolazione possa sfuggire dal controllo di servili commedianti travestiti da politici.

Sono tra coloro che persegue strenuamente l’unità di tutte le forze, peroro anche col sacrificio la causa superiore smussando le lance affilate che ho avuto cura di accumulare nel tempo, ma nulla ho in comune con loro.

Guai a chi mi confonde con loro.

Le ferite di quelle lance politiche si rileveranno brutalmente a tempo debito, sempre che la loro palese incapacità, come accade di continuo, non li sbrani voracemente prima.

Flavio Stasi


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