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Il terzo scandalo di Bucita.

Almeno 60 mila metri cubi di rifiuti abusivi in discarica, può esserci di tutto.

IMG_20140203_131951Leggere i documenti istituzionali che trattano l’argomento rifiuti in Calabria significa avere un quadro esatto della statura della classe dirigente del nostro territorio, una statura iper-nanica. Soprattutto, purtroppo, per chi ha preso a cuore la salute delle comunità imparando a comprendere il significato di quei documenti, significa scoprire uno scandalo dopo l’altro, un continuo attentato al nostro territorio perpetrato nel massimo silenzio.
L’ultima volta, con il bando per l’esportazione di rifiuti all’estero che avrebbe portato 750 tonnellate di rifiuti al giorno a Rossano, sono riuscito a sollevare lo scandalo in tempo: quando nessuno ci credeva, la gente della sibaritide è riuscita a far ritirare quel bando scandaloso. Questa volta non posso fare altro che informare e chiedere interventi immediati a tutti i livelli.

Nella discarica pubblica di Bucita sono stati abbancati senza alcuna autorizzazione, senza alcun controllo, senza alcun riscontro documentale, almeno 60,000 metri cubi di rifiuti la cui composizione è totalmente ignota e gravemente sospetta.

Il calcolo è semplice: un riscontro topografico ha rilevato nella discarica di Bucita circa 318mila metri cubi di rifiuti nel dicembre 2013, mentre nell’ottobre 2012 con le stesse strumentazioni ne erano stati rilevati circa 330mila metri cubi. Significa che i rifiuti in quella discarica subiscono una perdita di volume di circa 12mila metri cubi l’anno. Essendo stata posta sotto sequestro dalla Procura della Repubblica il 15 Dicembre 2010, possiamo affermare che appena prima del sequestro in discarica erano stati già abbancati almeno 354mila metri cubi di rifiuti. Peccato che in quella discarica è stato autorizzato l’abbanco di “soli” 295mila metri cubi di rifiuti.

Da dove sono usciti gli altri 60 mila metri cubi di monnezza? Chi li scaricati, da dove provenivano, di cosa si trattava?

Questa triste e clamorosa scoperta si aggiunge alle inchieste degli scorsi mesi della Procura di Reggio Calabria che ha portato alla luce un giro di falsificazioni sulla natura dei rifiuti che finivano nelle discariche del territorio calabrese comprese quelle di Bucita. Si tratta di un semplice meccanismo con cui dei rifiuti pericolosi, che quindi richiedono trattamenti delicatissimi e costosi per preservare la salute pubblica, tramite carte false venivano “convertiti” in rifiuti non pericolosi, che quindi potevano essere comodamente abbandonati in discariche come quelle di Rossano. Tutto questo crea ancora più sospetti sulla natura di quei 60mila metri cubi ignoti, abusivi, illegali.
Ora basta, la misura era già colma ed ora sta letteralmente straripando: la questione rifiuti non deve essere più considerata soltanto una questione di cattiva amministrazione. Qui si rischia di aver contribuito direttamente al peggioramento inspiegabile della salute dei cittadini, una eventualità gravissima che deve essere esclusa (speriamo) o accuratamente accertata.
Il Comitato in Difesa di Bucita aveva ripetutamente chiesto, in passato, che si verificassero i materiali abbancati in quella discarica, avanzando pubblicamente sospetti ancor prima delle inchieste della Procura, sospetti scaturiti dalle condizioni sanitarie preoccupanti dell’intero territorio e di quelle contrade.
Nella qualità di cittadino di questo territorio pretendo che le istituzioni competenti avviino immediatamente l’analisi approfondita, ripetuta ed a tappeto dei bacini di abbanco delle discariche di Bucita, dei terreni circostanti e delle falde acquifere senza più se, ma, però. Non appena effettuata l’analisi bisogna immediatamente avviare l’opportuna bonifica ed adottare le massime misure di prevenzione per la sicurezza dei cittadini, chi di dovere trovi fin da ora i soldi per questo processo a partire proprio dalla Regione Calabria.
Infine, seppur di minore importanza rispetto alla salute delle comunità, si individuino finalmente i responsabili di questi scempi, a partire dai funzionari regionali e dagli pseudo-amministratori che in questi anni hanno fatto del settore rifiuti della Calabria il più losco e spietato business del mezzogiorno, infangando profondamente il decoro delle istituzioni ed ammalando lentamente interi territori.
Oltre alla cittadinanza, informerò immediatamente di quanto sta accadendo, mediante apposita relazione, la Prefettura di Cosenza e le Procure della Repubblica di Castrovillari e Reggio Calabria, sperando che prendano seriamente in esame la gravità della situazione e le misure da adottare al riguardo.

Flavio Stasi
Referente Regionale Legge Rifiuti Zero


Appello ai consiglieri regionali di coscienza: non approvate la legge di riordino, non fate la porcata d’agosto.

6 Agosto 2014 _ Nota Stampa

Appello ai consiglieri regionali di coscienza: non approvate la legge di riordino, non fate la porcata d’agosto.

pugliano-assessoreIl consiglio regionale di domani, mercoledì 7 agosto, porta all’ordine del giorno ancora una volta la discussione sulla cosiddetta legge di riordino del settore rifiuti. Una legge che, a differenza di quanto propagandato dall’assessore Pugliano e qualche onorevole già in campagna elettorale, nulla ha a che vedere con il piano dei rifiuti e non offre nessuno strumento per migliorare la raccolta differenziata in Calabria.

Al contrario questa legge, se approvata, non farà altro che impedire ai comuni di gestire da soli l’unica cosa che, fino ad ora, hanno potuto gestire autonomamente, ovvero la raccolta. Esattamente come per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani la regione intende creare mega enti inutili ed ingessati anche per la raccolta, distruggendo le poche esperienze positive presenti e consegnando di fatto interi territori nelle mani di aziende che, ovviamente, continueranno senza scrupoli a fare i propri interessi e non quelli delle comunità.

In pratica il modello centralizzato ed ultra fallimentare di impianti e discariche viene esteso anche alla raccolta, un modello che ha prodotto una emergenza ogni tre mesi nonostante i due miliardi di euro di soldi pubblici spesi senza alcun controllo, un modello che ha favorito l’ormai accertato controllo della ‘ndrangheta nel settore e che riversa giorno dopo giorno drammatiche conseguenze sulle spalle dei cittadini, da un punto di vista economico ma anche, forse soprattutto, da un punto di vista sanitario.

La legge di riordino del settore, con cui uscire definitivamente dall’assetto commissariale e responsabilizzare finalmente gli enti locali ed i territori, avrebbe potuto rappresentare un passo importante. Purtroppo questa giunta regionale, impegnata nel corso di tutta la legislatura a gestire scandali giudiziari e gli interessi dei propri gruppi di potere, rischia di trasformarla nella definitiva debacle della politica nel settore dei rifiuti, un altro
conclusivo immeritato regalo a quelle sette o otto aziende che rappresentano un conclamato e indecente sistema di potere politico-malavitoso.
Uscire dalla situazione drammatica in cui versa la Calabria su questo ed altri settori, una situazione scaturita di certo di quindici anni di commissariamento d’emergenza ma anche da oltre un ventennio di leggi ignobili e di apparati dirigenziali incapaci o collusi, non sarà per nulla facile. Uno degli ultimi atti di questa legislatura sgangherata retta da un governatore non eletto e da un assessore all’ambiente imputato per disastro
ambientale, rischia di rendere il cammino della nostra regione verso la normalità ancor più faticoso e lungo.
Probabilmente la melina, i ripensamenti, i rimbalzi, i ritardi che ha subito questa legge facevano parte tutti di uno schema premeditato e squallido che ha portato, casualmente, a tentare di votare questo importante provvedimento sotto l’ombrellone, la classica porcata d’agosto.
Tuttavia mi appello ai consiglieri regionali di coscienza se ce ne sono ancora, a coloro che nel caos e nel clima profondamente torbido intendono mantenere comunque il decoro istituzionale ed il rispetto per le tante sofferenze che il sistema-rifiuti ha imposto ai territori ed ai cittadini della Calabria, un sistema che va scardinato e non rafforzato: impedite che un’altra legge inutile, deleteria ed insostenibile venga approvata.

Flavio Stasi
REFERENTE REGIONALE LEGGE RIFIUTI ZERO – CALABRIA


La legge di riordino metterà sotto ricatto i comuni.

Il Consiglio decaduto non faccia porcate d’agosto.

foto2_52ea80696158fSenza timore di smentita buona parte dei consiglieri regionali non hanno neanche capito di cosa si tratta, ma la Regione Calabria, retta da una schiatta di onorevoli incollati alle poltrone e da un assessore che passerà alla storia per la propria incapacità, intende approvare la legge di riordino del settore dei rifiuti.
Una legge scritta su misura non per delle sane aziende che fanno del proprio lavoro un volano di sviluppo per il territorio, ma per quelle sette o otto società parassite che hanno costruito un impero economico alle spalle dei cittadini calabresi e devastando i territori, un sistema di potere conclamato.
Questa legge, infatti, toglie ai comuni la possibilità di gestire direttamente la raccolta dei rifiuti ed imporrà un’azienda per ogni comprensorio, riproponendo illegittimamente e senza alcuna consultazione gli ambiti di raccolta delle vecchie disastrose società partecipate: Sibaritide SPA, Vallecrati SPA, Appennino Paolano SPA eccettera.
Questo significa, di fatto, dividere la Calabria per azienda privata e rendere ancora più inermi e ricattabili i comuni di ogni territorio, i quali fino ad ora riuscivano a gestire almeno la raccolta scontrandosi successivamente con un sistema di smaltimento centralizzato in Regione letteralmente osceno e che, come dimostrato dai documenti della commissione parlamentare d’inchiesta, è significativamente infiltrato dalla ‘ndrangheta. Ora si vuol centralizzare e verticalizzare anche la raccolta, rendendo praticamente impossibile, ad ogni singolo amministratore, dare una svolta alla gestione dei rifiuti sul proprio territorio.
Dopo il muro di gomma delle discariche questa legge creerà un muro di gomma ancora prima, quello della raccolta.
L’intenzione di questo consiglio regionale è quella di approvare l’ennesima porcata sotto l’ombrellone ed appena prima della definitiva, e sinceramente agognata, fine di questa impresentabile legislatura, un intento ingiustificabile e inaccettabile.
Mi appello, a nome dei tanti cittadini stufi della telenovella criminale dei rifiuti calabresi, a quei consiglieri regionali di coscienza che, anche nella tempesta istituzionale di questi mesi, si sono distinti: non permettete che questa legislatura facci a ulteriori danni alla nostra terra.
Infine mi appello a tutti i Sindaci, di ogni colore e latitudine: esprimete anche voi a viva voce la vostra contrarietà o vi troverete a dover trattare, per la raccolta dei rifiuti del vostro comune, ad un tavolo lunghissimo e burocratizzato di fatto ingessato dai diktat di speculatori privati.

Flavio Stasi
REFERENTE REGIONALE LEGGE RIFIUTI ZERO – CALABRIA