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Nelle scuole non può parlare chi è contro le discariche

di Flavio Stasi

Commento pubblicato sulle pagine regionali de Il Quotidiano della Calabria, in data 8 Dicembre 2012.

Che il ricorso a discariche di rifiuti indifferenziati rappresenti il fallimento della gestione del ciclo dei rifiuti non è dato opinabile, ma oggettivo e riconosciuto ormai da ogni soggetto civile, istituzionale, tecnico e politico.

Che la stragrande maggioranza degli impianti calabresi, in particolare quelli della fascia ionica, sia finalizzato al trattamento o all’abbanco di rifiuti indifferenziati è dato statistico incontrovertibile e che i risultati siano fallimentari è ciclicamente sotto gli occhi di ogni cittadino.

Che il ciclo dei rifiuti calabrese sia gestito da quindici anni, ossimoricamente, da un Commissario d’Emergenza al di sopra della legge, che rappresenta un sistema di potere non estraneo ad interessi politico malavitosi, lo documenta inconfutabilmente una relazione parlamentare d’inchiesta.

Contrastare questo sistema in Calabria dovrebbe essere scontato, parola d’ordine di ogni cittadino ed ancor di più di coloro che svolgono ruoli nelle istituzioni.

Ed invece provate a farlo: troverete porte chiuse anche nei luoghi più improbabili, in quelli che dovrebbero fungere da volano del cambiamento, da palestra per giovani calabresi in grado di distinguere ed eventualmente cambiare quanto gli accade intorno.

Succede. Succede a Rossano e nelle scuole della sibaritide, per esempio, con rare eccezioni, dove gli studenti chiedono ai loro dirigenti scolastici di permettere a degli altri giovani, precari, studenti universitari, di partecipare alle loro assemblee per discutere i provvedimenti del Governo in materia di istruzione: DDL Aprea ed i soliti tagli lineari. Giovani che negli anni passati hanno lottato, insieme a migliaia di propri colleghi, contro un miliardo e mezzo di tagli alle università pubbliche, contro la trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato, contro l’appiattimento dell’istruzione pubblica ai meccanismi del tanto vituperato (solo oggi) mercato ed del tanto vituperato (solo oggi) sistema di potere di banche e grandi investitori, quelli, per intenderci, che detengono quasi il 90% del tanto vituperato (solo oggi) debito pubblico italiano. Continue reading