Restano perplessità sull’atto aziendale.
L’incontro con il Presidente Oliverio ed il direttore Mauro sulle questioni che riguardano lo Spoke Rossano-Corigliano è servito per mettere in chiaro alla politica regionale che il livello della sanità sullo Ionio Cosentino resta ampiamente al di sotto della civiltà e richiede quindi interventi urgenti ed investimenti. Riteniamo che l’era dei progetti strampalati e dei provvedimenti ad personam debba essere chiusa.
Inutile fare l’elenco delle gravissime disfunzioni degli ospedali, la sintesi è che i nostri nosocomi sono da film dell’horror. È evidente che qualcuno ci guadagna: la sanità convenzionata, che è un modo elegante per descrivere la sanità privata, e le altre Regioni. Chi ci perde è la nostra gente.
Ricordo che il responsabile principale di questa drammatica situazione è l’ex commissario Giuseppe Scopelliti, il quale sostenuto elettoralmente da Mascaro e da buona parte della sua maggioranza (nonché da parte dell’attuale opposizione) è stato l’artefice del criminale piano di rientro sanitario che ha chiuso gli ospedali di Cariati e Trebisacce ed accorpato confusamente Rossano e Corigliano.
Tornando all’oggi, insieme agli altri capigruppo abbiamo chiesto ed ottenuto dal governatore degli impegni precisi rispetto al nuovo ospedale, alla centralità dello spoke Rossano-Corigliano ed ad alcuni interventi urgenti che questo richiede: potenziamento del pronto soccorso, attivazione di nuova strumentazione, nuovo personale medico e paramedico. Se questi impegni non saranno rispettati, la risposta istituzionale e sociale del nostro territorio dovrà essere, e per quanto ci riguarda sarà, molto decisa.
Abbiamo inoltre chiesto che il consiglio comunale sulla sanità alla presenza del governatore non venga procrastinato oltre a metà settembre e sarà anche occasione per verificare il mantenimento degli impegni assunti.
Nonostante i chiarimenti, restano molte le perplessità sull’atto aziendale che continua a dividere Rossano e Corigliano in due distretti diversi, una scelta dalla dubbia efficienza e dalla sicura profonda inopportunità, un provvedimento che può e deve essere rivisto.
Dovranno essere le due città, insieme all’intero territorio ionico, a non cadere nell’ennesimo tranello che le vuole divise e deboli nei confronti del capolouogo e di altri territori, superando i campanilismi e basandosi sulla qualità dei servizi.
Inutile girarci intorno, la questione ginecologia-ostetricia è stata affrontata fino ad ora con mediocrità. Ribadisco che è inconcepibile avere un reparto chirurgico senza centro trasfusionale, senza sala rianimazione, senza elisoccorso, con mezzi del 118 che fanno la spola carichi di provette. Se non si interviene su questa situazione, come già detto nei mesi scorsi a costo di risultare impopolare, i nostri figli nasceranno tutti in Basilicata, aggravando l’emigrazione sanitaria.
Se è questo quello che vogliamo, siamo sulla strada giusta.
Attendiamo ora risposte ed impegni anche dal Commissario Scura, una figura ormai ectoplasmica che sembra manifestarsi esclusivamente con provvedimenti improponibili, un uomo del governo Renzi che nel rispetto della tradizione commissariale calabrese ed italiana si muove senza alcuna considerazione delle comunità e delle istituzioni locali. Non c’è dubbio sul fatto che la fase emergenziale debba essere chiusa al più presto, evitando tragedie irreparabili come i 15 anni di emergenza rifiuti, ma ciò non toglie che il commissario Scura abbia il dovere di interloquire con i territori.