Ancora una volta, come accade ormai da molti anni, l’amministrazione comunale dimostra la propria bassezza ed inadeguatezza producendosi nell’ennesimo comunicato carico di insensati insulti personali. Come è mia tradizione ignorerò tali insulti, in quanto i volgari battibecchi da bar dello sport…
…(e preciso che è solo un modo di dire, scusandomi coi titolari dei bar dello sport) non interessano di certo i cittadini, per quanto questo atteggiamento dovrebbe farci riflettere sul decoro istituzionale che dovrebbe avere chi ricopre incarichi pubblici.Nel merito della questione, mi fa molto piacere che l’affidamento dell’impianto sia avvenuto mediante una gara a procedura aperta e regolare, anche se non capisco quale sia la notizia: nel caso avessi ravvisato o ipotizzato delle irregolarità, di certo non mi sarei cimentato in una nota stampa, ma avrei coinvolto le Autorità Competenti, e non è stato questo il caso. Se qualcuno si scandalizza per la parola “affidamento”, dovrebbe sapere, come è normale che sia, che la delibera n. 1305 del 2 settembre 2015 parla di gara per il servizio di affidamento dell’impianto sportivo, non io. Andando, piuttosto, al vero nocciolo della questione, la posizione dell’Amministrazione Comunale non fa altro che dimostrare ciò che sostengo da molto tempo, cioè la totale incapacità di questa classe dirigente nel gestire e valorizzare le risorse pubbliche, fino al punto da far passare la gestione di una struttura da 4 milioni di euro come un costo.
In primo luogo i 4 milioni investiti per la costruzione dell’impianto sportivo non sono caduti dal cielo, ma sono soldi spillati ai cittadini attraverso tasse ed imposte e solo questo basterebbe a chiudere la questione. Ma come si può pensare di amministrare una città se una struttura come questa, pagata dai cittadini, viene gestita come se fosse un costo da mollare ad un privato? E non è un tema che riguarda solo questa struttura o questo tipo di strutture, ma buona parte del patrimonio pubblico a disposizione delle Istituzioni. Faccio notare che la capacità di trasformare le risorse in costi per la collettività è una caratteristica specifica di questa amministrazione, processo avvenuto già per la raccolta differenziata per cui i proventi della vendita del materiale raccolto, piuttosto di finire nelle casse comunali per abbattere la Tari ai cittadini, finiscono nelle casse dell’azienda che si occupa della raccolta. Risultato? La differenziata, che è di certo meno semplice della raccolta tradizionale, diventa un costo, mentre in altre città, anche molto più grandi della nostra, la vendita del materiale differenziato permette di abbattere la Tari per i cittadini. Trovo beffardo, e lo ribadisco, che mentre le risorse pubbliche vengono gestite in questo modo, cittadini ed attività commerciali vengono vessati con tasse altissime che ne rendono difficoltosa o impossibile la sopravvivenza. Questa modalità di gestire la cosa pubblica, propria della classe dirigente degli ultimi 30 anni, è una delle cause della nostra arretratezza e non fa altro che aggravare drammaticamente la crisi che sta vivendo il Paese. Una modalità che deve essere interrotta bruscamente per avviare un lungo ma virtuoso processo di risanamento e rilancio del territorio che richiede innovazione, trasparenza e coraggio.