Le
strade di una o più persone sono sempre così fredde e ambigue; sembra
quasi che questo tempo sia di prova per tutti, una prova al massacro, e
c’è chi alle difficoltà reagisce con i sentimenti oscuri, che seguono
l’uomo probabilmente fin dalla sua nascita. In questo periodo di
transizione, dove i valori delle cose mutano, a volte radicalmente, e i
volti delle persone cambiano espressione, ho concluso che non c’è
veramente niente di sicuro in questo luogo, neanche me stesso a
pensarci bene. L’animo e la mente umana sono così contorti e districati
che ogni essere pensante ha una propria cognizione di ciò che gli
staziona intorno, o ciò che si muove nel suo intorno; niente è
banalmente identico per 2 individui diversi: un emozione, una reazione,
un aggettivo, una parola. Acquisita tale coscienza, si ha veramente la
sensazione di essere soli; non una solitudine affettiva, ne sociale;
non so se esiste un termine adatto a descriverla, ma è qualcosa di più
profondo dell’anima, eppur dalla parvenza meno dolorosa di ogni altra
solitudine citata: io la chiamo solitudine universale. Ogni uomo puo
condividere con altri uno o più hobby, una o più passioni, uno o più
sentimenti, alcune persone si amano, ma niente ti libera dalla
solitudine universale cui l’uomo di questo mondo è soggetto. Nessuno
prova esattamente quello che prova l’altro, nessuno sa tutto quello che
sa l’altro, nessuno vuole esattamente ciò che vuole l’altro. Spesso le
persone stanno bene perché si adattano, trovano una parte dei loro
interessi nell’altro e per il resto ne fanno a meno, o fanno in modo
che l’altro si adatti al resto, e viceversa, ma non esiste un
uguaglianza pura, dove per uguaglianza non si intende appiattimento di
una persona, ma esattamente equivalenza degli impulsi positivi e
negativi di un individuo. L’amicizia è uno strumento per poter
condividere le proprie gioie e i propri dolori, poter contare su
qualcuno, riuscire ad uccidere il tempo e a farlo scivolare; un
amicizia funzione quando 2 persone riescono a stare bene, ma che
significa stare bene nella concezione dell’uomo, moderno e antico?
Significa avere qualcosa da fare, condividere qualcosa che porti a
conversare o a fare, persone diverse che servono l’un l’altro per far
scivolare il tempo di questa vita senza dover star fermi a guardare
l’alternarsi del sole e della luna. E l’amore? Che cos’è? Pensavo fosse
qualcosa di sicuro tempo fa, nulla di più sbagliato, l’uomo, creatura
maledetta, ahimè non agisce per spiritualità neanche nell’amore,
neanche nei sentimenti. Si, si provano dolori profondissimi per amore,
ma quando una persona è innamorata? Quando l’altra è per noi di
bell’aspetto, quindi soddisfacendo la nostra carnalità, e allo stesso
tempo ha un carattere combaciante col proprio, appagando il desiderio
di tranquillità e serenità. Ma dunque l’amore non è altro che
l’astrazione di tre concetti terreni ben definiti su ogni vocabolario:
la carnalità, la serenità, la tranquillità. Ovviamente tutto questo
nella migliore delle visioni possibili, perché in realtà è una
situazione addirittura impossibile per un essere umano, ovvero amare
per le sole caratteristiche proprie della persona. Infatti a queste
vanno aggiunte mille (teoricamente) insignificanti varianti, quali
l’aspetto economico, il modo di presentarsi, la possibilità di vedersi,
il modo di interagire, la bravura o meno in ogni aspetto che può essere
di interesse generale. Si, infatti non basta soddisfare carnalità,
serenità e tranquillità, perché l’uomo è per natura, e io dico per
maledizione, insoddisfatto da tutto ciò che non è quantificabile, che
non è mostrabile, da tutto ciò che non è competitivo con tutto ciò che
ci sta attorno, e questo include ogni aspetto, dal più giusto al più
sbagliato. Che menzogna che è l’amore. La carnalità è un aspetto poco
durevole, l’aspetto e i desideri mutano, spesso per il sol fatto di
voler cambiare corpo, oggetto delle nostre attenzioni. Il carattere
muta, seguendo le esperienze di una persona, di una vita, e muta tanto
facilmente quanto è la competitività mentale di una persona, quindi da
positivo a volte l’intelletto ci toglie sicurezze e semplicità. Come
posso amare per tutta la vita qualcuno, che probabilmente tra un anno
sarà qualcun altro? E senza amore e amicizia, che sono io? Chi siete
tutti? Pezzi di un domino dove ogni mattone non è vicino a nessun
altro, sparsi su un tavolo a caso, seguendo una strada che non è
delineata dalla nostra profonda coscienza di esseri viventi, ma bensì
dalla materialità nostra e della società, del tempo che ci circonda.
Ognuno si nasconde la verità a modo suo: qualcuno si prefigge la fede,
altri la scienza, altri il benestare economico, altri il benestare
fisico, altri l’arte, altri il bello…menzogne, nient’altro che
menzogne. Se le cose non mutano è perché non conviene a nessuno degli
uomini del micro mondo che costituiscono, ognuno bloccato nella
posizione in cui si trova dalla menzogna in cui crede. E si potrebbe
notare in ogni situazione della vita moderna, come in quella passata;
ad esempio, perché si accorre ad un funerale? Non diciamo stronzate
sull’ultimo saluto al defunto per favore, si va perché si ha paura che
al proprio funerale nessuno accorra, nessuno si accorga della nostra
morte; ma in fondo è così per tutti, chi se ne frega se muore qualcuno
che non sono io, e non è della mia famiglia, o un mio particolare
amico. Sapete perché dispiace se muore qualcuno a noi vicino? Perché fa
parte del micro mondo menzognero in cui crediamo, e la sua mancanza si
fa sentire perché uno degli strati che ci separa dalla cognizione di
solitudine universale, di verità, è andato distrutto. Bha, poco
importa, il dolore può essere passeggero o no, ma non accade quasi mai
che non resti neanche uno strato di menzogna in una vita. E allora che
cazzo di senso ha questo computer, figlio di sudore fisico ed
intellettuale di migliaia di uomini del passato, e che senso ha ogni
cosa, un letto, la comodità, il caldo, il freddo, il dolore, l’amore.
Nulla
Ecco
cosa si prova quando si avverte l’universale solitudine, universale
perché la portano tutti dentro di se, ma nessuno la carpisce, bloccati
dalle menzogne che la nostra razionalità ci fa ingurgitare. E allora
nulla più ha valore, e io lo sento bene sulla mia pelle, perché tutto è
più chiaro, è limpidamente insignificante.