Riflessioni sul movimento studentesco

Riflessioni sul
movimento studentesco


Cosa stiamo vivendo?



Non possiamo non essere
realisti, viviamo giorni ingloriosi. Attraversiamo tempi e spazi bui,
in cui è raro avvertire qualsivoglia idealità, in cui l’inutile ed
arcaica solidarietà deve lasciar posto ad uno spiccato ed efficiente
egoismo, dove valori come uguaglianza e giustizia risultano vuote
entità schiacciate dalla molto più pratica convenienza e da schemi
predefiniti, imprescindibili. Come studenti ci rapportiamo ogni
giorno con tempi frenetici e compressi, investiti in un processo di
formazione che risulterà poi inutile per la nostra crescita umana e
intellettuale, fungerà invece da biglietto d’ingresso per il mercato
del lavoro, un biglietto che non ci garantirà assolutamente alcuna
certezza o stabilità, anzi, solo pochi di noi saranno risparmiati
dalla precarietà lavorativa e di vita. Mercato del lavoro: di primo
acchito un’espressione del tutto naturale, di uso frequente, eppure
di per sé concetto che rappresenta una pesante ipoteca nella libertà
individuale e collettiva degli uomini. Che cosa è il lavoro? Quale è
il significato e quale lo scopo?
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