Lo Stato abbandona, noi no.

Il vento straccia la stoffa degli striscioni che sventolano legati alla sommità dell’edificio. La luce che proviene dall’alto è fioca, inibita da uno strato di nuvole chiare, e illumina il nero del lutto abbracciato all’asta ed alla bandiera italiana. È appena terminata la seconda notte di presidio per la difesa del Tribunale. Vuoti corridoi ed aule hanno accompagnato lo scomodo ma fiero sonno di chi ha deciso di non lasciare questo Palazzo neanche per la notte, ma al risveglio, guardando il cielo, qualcuno ha immaginato (imprecando) pollinari amministratori impegnati in una frenetica danza della pioggia che affoghi le speranze ed i diritti della terra ionica. Scacciamo questi pensieri: non è una lotta tra campanili, così come non è tutela di interessi corporativi che innegabilmente esistono, ma è difesa dei diritti e delle prospettive del territorio.

Il vento si insinua tra le duecento sedie che formano il temporaneo arredo urbano dello spiazzale di fronte all’ex caserma dei Vigili del Fuoco, dove a breve sfileranno le istituzioni di tutto il comprensorio. Che quei posti a sedere vengano occupati o no, che alle parole di uomini fasciati seguano fatti o no, non lasceremo che il progetto di spopolamento della Calabria, perseguito con la demolizione sistematica di ogni servizio pubblico, prosegua senza prove di forza con chi su questa terra è nato, su questa terra vive, questa terra ama.

Ferrovie, sanità, strade, ogni tipo di servizio: se è ormai chiaro che lo Stato ha deciso di abbandonare (definitivamente) il nostro territorio nel degrado favorendo esclusivamente gli interessi particolari e della criminalità organizzata, sia chiaro che noi non lo abbandoneremo.

Flavio Stasi

28 Agosto 2013


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